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Milano rovente – Liberi armati pericolosi

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Colonne Sonore Originali – Euro 14
Beat Records Company – www.beatrecords.it
 
La Beat Records sta facendo un lavoro egregio di riscoperta musicale che delizierà i collezionisti di cinema degli anni Settanta. Pubblica le versioni originali delle colonne sonore in edizione limitata di mille unità, ogni copia con timbro numerico, confezioni in digipack plastificato lucido a 2 ante, booklet che si apre come un piccolo manifesto 24×36 cm, lobby cards dell’epoca, articoli e liner notes.
Le ultime uscite Beat Records riguardano il poliziottesco.
 
 
Carlo Rustichelli ci delizia con melodie jazz, ma soprattutto con quella “vitti ‘na crozza supra ‘nu cannuni, fui curiusu e ‘nci vonsi spiari”, che tanto aveva affascinato Umberto Lenzi giovane spettatore de Il cammino della speranza di Pietro Germi. Milano rovente è una storia di malavitosi siciliani ed è per questo che Lenzi chiede al Maestro di riutilizzare quel vecchio motivo all’interno di una partitura completamente nuova, studiata per la pellicola. Il CD di Milano rovente è impreziosito da un’intervista al regista che dà un’interpretazione autentica del suo film, un noir con protagonisti due criminali. Lenzi giudica la pellicola molto impegnata sul piano sociale, perché racconta la fuga di due terroni a Milano e le difficoltà di ambientazione, anche se poi si lascia andare a eccessi di violenza, come ogni noir che si rispetti. Lenzi paragona il film a Rocco e i suoi fratelli di Visconti, perché con gli schemi del poliziesco cerca di dare una visione del periodo storico, di raccontare la fuga della gente verso il nord che produce criminalità camorristica e mafiosa. Il film è scritto da Franco Enna, autore italiano di gialli degli anni Quaranta – Cinquanta, forse l’unico insieme a Scerbanenco. La sceneggiatura è firmata da Lenzi ed Enna, il regista sottolinea gli aspetti umani e modifica in parte la storia del giallista. Philippe Leroy e Antonio Sabato sono i protagonisti che incarnano la contrapposizione criminale, il primo è una sorta di gentleman che lavora con la droga, il secondo un terrore che si occupa di prostituzione. La colonna sonora di Carlo Rustichelli è importante, un mix tra jazz e malinconia per la terra perduta che resta impresso in tutti gli spettatori del film. Il Maestro lavora in stretto contatto con il regista che dà molta importanza alla musica. Rustichelli è bravo a captare gli elementi essenziali della storia e a costruire una struttura musicale che sottolinea a dovere gli eventi. Segnalo un interessante mini book su Umberto Lenzi redatto da Fabio Babini, giocoforza lacunoso per motivi di spazio. Lenzi è uno dei nostri registi più prolifici ed eclettici. Non è facile racchiudere la sua carriera in mezza pagina.
 
 
Il secondo CD della Beat Records è Liberi armati pericolosi, una colonna sonora in stile jazz – funk di Gianfranco Plenizio, distinta in due blocchi, uno di taglio classico e l’altro più sperimentale, a base di ritmi afro cubani e jazz. La musica è in sintonia con la storia del film che diventa poco a poco più drammatico e violento. Il CD contiene un’intervista video fatta al Maestro Plenizio, che racconta il cinema degli anni Settanta, le numerose produzioni e il rapporto non sempre facile con i registi. Liberi armati pericolosi (1976) di Romolo Guerrieri (vero nome Romolo Girolami) è un bel noir sceneggiato da Fernando Di Leo e basato su alcuni racconti del grande Giorgio Scerbanenco. Collabora alla sceneggiatura Nico Ducci, la fotografia è di Enrico Menczer, il montaggio di Antonio Siciliano e le musiche sono di Gianfranco Plenizio ed Enrico Pieranunzi. Tomas Milian si cala di nuovo nella parte del commissario e accanto a lui troviamo Stefano Patrizi, Max Delys, Benjamin Lev, Eleonora Giorgi, Venantino Venantini e Diego Abatantuono. Tomas Milian è il commissario di polizia che dà la caccia a tre rampolli della Milano bene (Patrizi, Delys e Lev) che rapinano banche, supermercati e pompe di benzina solo per avere dalla vita qualche emozione. Le gesta dei tre ricchi annoiati si porteranno dietro una scia di sangue che Milian cercherà di arginare. Nella pellicola l’attore cubano è un commissario come si deve, gli accenni trucidi non ci sono, per lui si tratta di una pellicola minore. A un certo punto i tre giovinastri sono braccati e tentano una fuga portandosi dietro la ragazza di uno di loro (Eleonora Giorgi, già nota come stella nascente del sexy di casa nostra) che non pare per niente d’accordo. Diego Abatantuono è al suo film d’esordio ma è irriconoscibile visto che è doppiato, senza baffi e recita in mutande una parte molto limitata da capetto fascista.
Filippo de Masi ci racconta in una mezza pagina il film, il regista e la figura completa del musicista Gianfranco Plenizio, direttore d’orchestra che collabora con grandi registi per oltre trenta pellicole.  Lo spazio è poco e le cose da dire sarebbero molte, ma a Beat Records quel che interessa (e mi pare giusto) è soprattutto la musica.

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