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Dio di Levante – Raffaele Nigro

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prefazione diEttore Catalano con un contributo di Giuseppe Lupo
Hacca (Macerata,2011)
pag. 416, euro16.00
 
Diciassette anni or sono, comegiustamente rammenta e sottolinea lo scrittore e critico Giuseppe Lupo, tra l’altroanch’egli d’origini lucane, “veniva alla luce”, stampato allora da Rizzoli, ilromanzo del giornalista e scrittore nato a Melfi Raffaele Nigro. Classe 1947,apprezzatissimo per opere ormai ampiamente raccontate e premiate, vediinnanzitutto “I fuochi del Basento”, ma anche “Diario mediterraneo” e”Malvarosa” e il più recente ancora “Santa Maria delle Battaglie”, ilromanziere lavora presso la sede Rai della Puglia. Nigro, è sempre statospiegato epperò lo sentiamo leggendo ogni sua riga di narrativa e di cronacagiornalistica, abbatte le regole del mercato corrente, ricorrendo punto perpunto alla storia dell’epica al fine di ridarci l’epica della letteraturapassando per l’epopea di storie individuali dentro destini collettivi; comeancora una volta riferisce Lupo, – reinventando e riscrivendo la realtà:”secondo le regole dell’epopea orale, secondo gli archetipi della tradizioneomerica”. Dunque, perché “Dio di Levante” non è stato accolto con gli applausidati alle altre opere di Nigro? A nostro avviso, di certo non per gli apunti’politici’, per gli strappi regolati sul termometro dell’attualità, ma proprioper la trama del libro. Il marinaio e cantastorie Pomponio Cantatore, traOttocento e Novecento, tra esplorazioni e leggende, scopre la fredda Norgegia epersino la meravigliosa Cerasada nata dal tronco d’un albero; e, soprattutto,quella di Pomponio Cantatore è l’omerica voce che cita le favole delMediterraneo. E sarà il figlio Eolo a continuare la saga, insomma raccontandoanche lui però con lo strumento macchina da presa nel frattempo introdottodall’innovazione tecnologica. Forse i lettori con i galloni s’aspettavanoun’avventura meno piena, forse i critici blasonati avrebbero voluto un romanzopiù fresco di fiction e scorrevolezza derivante dalla mancanza stessa dellascorrevolezza. Invece d’apprendere giustificazioni che sanno della richiesta dimolto di più. La ristampa di Dio di Levante, quindi, è operazione più chemeritoria. Un giorno, insomma, anche noi che stiamo segnalando questo libro,’sto testo frutto di ricerca e ricercata narrazione dovremmo ritornare aleggere certe pagine letterarie del Dio di Raffaele Nigro. Specificando, per ilmomento, che Nigro è fra gli scrittori meridionali sicuramente uno dei piùsignificativi.

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