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Laura e il treno per Elintur e altri racconti… – Antonio Messina

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(Edizioni il Foglio – Fior di Fiaba 2016)
 
Come un benefico tornado
 
Il passaggio di A. Messina, autore conosciuto per il suo approccio originale alla letteratura cosiddetta fantasy con frequenti implicazioni filosofiche, ad un’opera per ragazzi, ha lo stesso effetto di un Tornado.
Si guarda sempre con sospetto alla rottura di schemi prefissati di una specializzazione artistica. Viene di consueto interpretata come contaminazione commerciale, come forzato esercizio di stile.
Questo avviene in ogni ambito culturale. Con le dovute proporzioni :  quanti storsero il naso all’uscita de “Il nome della rosa” di U. Eco ? Come poteva, come “osava” uno studioso così raffinato ridursi a scrivere un Romanzo?
Sappiamo tutti com’è andata. Ognuno rimanga nel proprio ambito di esperienza, questo è il dettame assoluto… una vera e propria porta blindata nei confronti delle idee, dell’immaginazione, del coraggio. Tutti i movimenti artistici innovativi sono sempre stati inizialmente bollati, osteggiati fino al loro inevitabile ingresso nel “libro Mastro” del mercato e dei mercanti (pensiamo alla fame reale degli Impressionisti e all’iniziale ferocia della critica nei confronti di J.Pollock).
Ben venga, alla luce di queste considerazioni, A. Messina…”l’Eretico”.
L’opera che stiamo analizzando, s’inserisce come un’astronave aliena nel panorama della narrativa per ragazzi. Ma questo non perché ne sia palesemente agli antipodi ma perché vi apporta elementi di novità pur se in una dinamica costruttiva tradizionale e armonica.
Sono dodici racconti (più uno di Greta Messina) simili nell’ambientazione logistica, nello sviluppo organico, nei protagonisti: (sempre e solo ragazze/bambine) eppure ognuno con tratti disomogenei.
E’ un incalzare progressivo di luoghi e di situazioni così lontani dalla realtà da costruirne un’altra parallela ma egualmente verosimile.
Una lettura in superficie appare comunque sufficiente per sezionare la struttura architettonica dei racconti:
         Protagonista
         Genitori
         Villaggio
         Elementi naturali
         Oggetti che si animano
         Determinazione del soggetto principale
         Il male sconfitto
         Morale finale
Ma l’attenzione dovuta riesce ad intuire che una precisa catalogazione è particolarmente complessa.
 
Citazioni si possono riscontrare qua e là nel testo. Nel racconto n.4 pag.51 “Clarissa e la città di carta” i rimandi al libro di I. Calvino: “Le città invisibili” sono sottili ma palesi e ciò ne rappresenta un arricchimento, una felice “aura” ( dal greco Alos –corona-) sorta di radiazione luminosa invisibile alla normale percezione, che riflette l’anima dell’individuo.
Ecco questa è la parola “chiave” dell’autore: l’ANIMA, ripetuta, blandita, evocata come lo strumento ideale per affrontare gli eventi plasmati e modificati pur nella loro negatività (si pensi alla morte e all’angoscia dell’assenza di persone care).
L’anima come Energia di questo Universo parallelo.  Non sarà irriguardoso un riferimento alla “Forza” dei guerrieri Jedi nella Saga di Star Wars, ma più confacente il collegamento al romanzo di J. Redfield “La profezia di Celestino”, dove l’energia del nostro pianeta vivente è l’ultima possibilità di salvezza di una umanità suicida.
Tutti i racconti rappresentano flash singolari sugli elementi basici del DNA del cervello umano, che è vivo se ragiona ma anche, e soprattutto se sogna.
Atmosfere impalpabili, mondi immaginari segnati dalle intrusioni salvifiche degli attori naturali (nuvole, venti… etc.) come nel racconto “Caterina e il soffio di vento” a pag.121, storia dell’emancipazione di un soffio di vento: “Nebula” dal suo “vento dittatore”, che si rifugia presso la casa della bambina.
Il collage approntato dall’autore, rappresenta un insieme di racconti ognuno con una propria personalità e una propria autonomia. Ricchi di spunti descrittivi, godibili dal punto di vista della condivisione dialettica.  Dei veri e propri mini-romanzi degni di pretendere un loro “continuum”.
Questo ci conduce a una considerazione sull’autenticità dell’opera. L’autore con rara passione, quasi “in trance”, ci porta nel suo mondo infantile, non fatto di fate, orchi, principi azzurri, streghe… ma di gioie, dolori, rapporti umani, connubio con la natura, con la caducità della vita, con la speranza e con il sogno.
E qui per rimanere in tema citiamo una poesia di Gianni Rodari:
Or che i sogni e le speranze
Si fan veri come fiori
Sulla luna e sulla terra
Fate largo ai sognatori.
Facciamo largo a questo libro che offre con discrezione ai ragazzi, ma anche agli adulti, un piccolo sestante che attraverso le stelle ci renda la navigazione più sicura o almeno più serena.

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