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Intervista con Lingalad

9 min read
 
I personaggi degli acclamati romanzi di Giuseppe Festa ispirano il quinto album della storica band lombarda, inconfondibili cantastorie folk-rock tra narrativa e musica
Confini Armonici: il ritorno dei Lingalad!
 
LINGALAD
CONFINI ARMONICI
Lizard Records
11 brani, 40 minuti
 
“In Confini Armonici abbiamo raccontato in musica alcuni personaggi dei libri di Giuseppe Festa, approfondendone il carattere o esplorando aspetti che emergevano solo in parte, come il bracconiere Orante Della Morte o il guardaparco Sandro Di Ianni. Fanno tutti parte di quel meraviglioso sottobosco di umanità che ancora si incontra sulle strade meno frequentate, in quegli angoli di spazio e tempo lasciati indietro da una civiltà in perenne corsa. Uomini e donne che può conoscere solo chi ha ancora voglia di sedersi al tavolo di una locanda per parlare. Ma, soprattutto, per ascoltare”. Come sempre impareggiabili cantastorie folk-rock, i Lingalad tornano a cinque anni di distanza da La locanda del vento (2010) con il quinto album Confini Armonici, pubblicato da Lizard Records. Un lavoro raffinato e coinvolgente, con una fisionomia sonora e testuale unica nel suo genere, nella quale la canzone acustica è innervata di rock, tra preziosismi melodici e slanci strumentali
 
Confini Armonici è un disco di “ripartenza” dopo i cambiamenti avvenuti negli ultimi cinque anni nel mondo Lingalad: il fondatore e cantante Giuseppe Festa è diventato un affermato romanziere (Salani, Mondadori Scuola, Piemme) e volto televisivo (Rai2), il longevo organico del gruppo si è rinnovato, mutando in quintetto con l’ingresso di Luca Pierpaoli, Dario Canato e Andrea Denaro accanto a Festa e al co-fondatore Giorgio Parato. Sono proprio i fortunati romanzi di Festa Il passaggio dell’orso (2013) e Lombra del gattopardo (2014), pubblicati con grande successo anche all’estero, a ispirare Confini Armonici, al crocevia tra narrativa e musica come evoca il titolo: “I confini del mondo letterario e di quello musicale si muovono in modo armonico finendo per intersecarsi, creando un luogo, una “terra di mezzo”, in cui ha messo le radici la nostra musica”. 
 
A proposito di “terra di mezzo”, sono lontani i tempi degli esordi, quando i Lingalad cantavano le avventure tolkieniane, ma resta viva nel loro immaginario musicale un’idea di canzone folk-rock che dia voce al mondo della natura: “Molti ci chiedevano di ritornare alle origini e di pubblicare un altro album su Tolkien, magari ispirato a Lo Hobbit, ma non ce la siamo sentita di realizzare un album solo per rincorrere l’attenzione dei media. Tuttavia un aspetto che è rimasto costante è il potere evocativo della natura. Una natura viva, personificata, che permea i testi delle canzoni quanto le pagine dei romanzi. In questo senso, le nuove canzoni sono altrettanto “elfiche” di quelle di Voci dalla Terra di Mezzo, seppure spogliate dalle componenti fantasy del nostro album di esordio”.
 
Dopo il concerto di presentazione all’Auditorium di Radio Popolare, altri concerti sono in arrivo per i Lingalad. Sarà l’occasione per ascoltare i classici della band ma anche i nuovi brani come il singolo Occhi d’ambra, con un video eccezionale diretto da Mauro Cartapani, finalista al Festival Internazionale SeeYouSound 2015.

 

LINGALAD:
Giuseppe Festa (voce e flauti)
Giorgio Parato (batteria)
Luca Pierpaoli (chitarra acustica)
Andrea Denaro (strumenti etnici)
Dario Canato (basso)
 
Info:
Lingalad:
Lizard Records:
Synpress44 Ufficio stampa:
 
 
Precedente intervista
 
Giuseppe Festa è laureato in Scienze Naturali e si occupa di educazione ambientale. Appassionato musicista, è cantante e autore del gruppo Lingalad. La sua musica, carica di suggestioni evocate dal mondo naturale, ha incontrato un vasto consenso di critica e di pubblico e lo ha portato a esibirsi su prestigiosi palcoscenici internazionali, da New York a Bruxelles, da Toronto a Francoforte. Protagonista del film documentario Oltre la Frontiera, è autore di diversi reportage sulla natura trasmessi dalla Rai. Ha pubblicato i romanzi Il passaggio dell’orso (Salani, 2013; Mondadori, 2014) e L’ombra del gattopardo (Salani, 2014).
Intervista
 
Davide
Ciao Giuseppe. Sono trascorsi cinque anni dal precedente lavoro, “La locanda del vento”. Ciò è forse dovuto anche ai tuoi altri impegni, come di romanziere e di documentarista. Tra tanti diversi modi di esprimere e moltiplicare i propri talenti, quando e in che modo torna a essere prioritario il bisogno di fare musica?
 
Giuseppe (Lingalad)
Con una battuta potrei dirti che qualche tempo fa, alla presentazione di un libro in una scuola, una bambina mi ha dato una letterina che iniziava così: “Giuseppe, hai scritto un bel libro per essere un cantante!”. Potevo resistere alla tentazione di riabilitare il mio ruolo di cantante tornando subito in sala di registrazione? Scherzi a parte, il bisogno di fare musica non mi ha mai abbandonato, infatti anche negli ultimi 5 anni ho sempre composto brani per accompagnare le presentazioni dei libri. Alcuni di questi pezzi sono poi entrati anche nel nuovo ultimo album Confini armonici, ispirato proprio ai miei due romanzi “Il passaggio dell’orso” e “L’ombra del gattopardo”. Inoltre, scrivere un libro e comporre una musica hanno molto in comune: in entrambi i casi bisogna tenere un ritmo giusto, creare un’aspettativa, sorprendere il pubblico (con un colpo di scena in un libro o con un ritornello originale in una canzone), aumentare o diminuire la tensione. Due mondi all’apparenza distanti, ma in fondo vicini.
 
Davide
Cosa vuol dire per voi dare voce al mondo della natura attraverso la musica? Cosa è una Terra di Mezzo per te e per Lingalad? Cosa è o può essere oggi “elfico”?
 
Giuseppe (Lingalad)
La Terra di Mezzo, per me, è più reale di quanto pensi molta gente. Camminare in un bosco e ascoltare i sospiri di un ruscello o i sussurri degli alberi è come udire il canto degli elfi di Tolkien. La mia Terra di Mezzo non è un luogo in cui rifugiarsi per fuggire alla vita di tutti giorni, ma una dimensione in cui trovare la forza per realizzare le proprie aspirazioni e marciare verso i propri sogni. Sperando di non realizzarli mai tutti, altrimenti non avremmo più nessun orizzonte a cui tendere.
Cosa può essere oggi “elfico”? Sentire il legame con la terra e comprendere finalmente che è la nostra unica casa. E agire di conseguenza, anche nel proprio piccolo.
 
Davide
Come sono nate queste canzoni? È stato un lavoro di gruppo, come suggerisce il “Musica e testi di Lingalad” sui crediti e in che modo?
 
Giuseppe (Lingalad)
I testi sono sempre stati una mia prerogativa, ma la composizione dei brani di Confini armonici ha visto la partecipazione di tutti i Lingalad. Ognuno ha dato il suo contributo, anche gli ultimi arrivati nella band, Dario Canato e Andrea Denaro. E poi abbiamo delle piccole armi segrete, come Giorgio Parato, che è un batterista sui generis: è infatti un ottimo compositore e suona una moltitudine di strumenti. Il piano e gli arrangiamenti orchestrali nel cd sono suoi.
 
Davide
Quali strumenti etnici ha suonato Andrea Denaro e che significato attribuite al loro uso?
 
Andrea (Lingalad)
In Confini Armonici, ho suonato il bouzouki, il mandolino irlandese e la chitarra sarda, strumenti realizzati dalla liuteria Musikalia di Catania. Nella nostra musica esaltiamo il potere evocativo della natura e pensiamo che una ricchezza di sonorità e timbri differenti possa meglio aiutarci a rappresentare tutta la poliedricità delle voci del mondo naturale. Strumenti musicali diversi, come ad esempio il bouzouki che deriva dal “panduro” suonato dagli antichi greci, sono capaci di far rivivere sonorità uniche, che sono arrivate intatte fino a noi, con tutto il loro suggestivo fascino; insomma, ci sembrano timbri degni di accompagnare il canto degli alberi.
 
Davide
Giuseppe, tu sei laureato in scienze naturali e ti occupi in vario modo di educazione ambientale. Cosa si sta facendo in Italia per portare questa materia, questo insegnamento anche all’interno delle scuole?
 
Giuseppe (Lingalad)
Poco, purtroppo. L’educazione ambientale è stata sempre trattata come un’attività da inserire qua e là, affidandola di volta in volta al professore di scienze o tecnologia, infilandola in programmi serrati in cui viene quasi sempre stritolata. E questo è davvero assurdo. Proviamo a pensare di salire su un aereo e chiedere al comandante dove ha imparato a volare. Se ci rispondesse “Un po’ durante il corso di scienze, un po’ in quello di matematica e un altro po’ in quello di tecnologia…”… rimarremmo sull’aereo? Eppure noi chiediamo ai nostri figli di “guidare” il pianeta terra con delle conoscenze di ambiente quasi nulle. Ora qualcosa si sta muovendo, forse perché non possiamo più nascondere a noi stessi che stiamo andando a sbattere.
 
Davide
Ma torniamo alla musica. La musica si fonda sull’armonia fra cielo e terra, sulla concordanza fra il torbido e il chiaro, scriveva Hermann Hesse. Cosa sono i “confini armonici”?
 
Giuseppe (Lingalad)
Nel nostro caso i confini sono quelli di musica e letteratura, che nel nostro album si intersecano e danno vita a una “Terra di Mezzo” in cui ha messo radici la nostra musica. Come dicevo all’inizio, il cd è ispirato ai libri “Il passaggio dell’orso” e “L’ombra del gattopardo”, e celebra l’unione fra musica e narrativa.
 
Davide
Com’è nata l’idea del video di “Occhi d’ambra” con quegli strumenti sonori o musicali che riportano alla preistoria e che, tuttavia, suonano (anche scherzosamente) come quelli tecnologici attuali?
 
Giuseppe (Lingalad)
Ci siamo davvero divertiti tanto a realizzarlo, e anche la fase di preparazione è stata stimolante dal punto di vista creativo. L’idea è stata anche questa volta un lavoro di gruppo. Quando vogliamo scrivere la sceneggiatura di un video, abbiamo un nostro piccolo rituale: ci troviamo nella taverna di Luca, il nostro chitarrista, ordiniamo delle pizze d’asporto e poi scriviamo le idee sui cartoni vuoti delle pizze. Finora ha sempre funzionato bene! Ma forse è per via della birra che porta Giorgio. Mah!
L’idea che c’è alla base del video è questa: la natura ci ha sempre dato gli strumenti per suonare, almeno dal punto di vista figurato. Nel video di Occhi d’ambra ciò viene rappresentato anche in senso letterale.
 
Davide
La vera musica, che sa far ridere e all’improvviso ti aiuta a piangere… diceva Paolo Conte. Oppure? Cos’è secondo Lingalad la vera musica?
 
Giuseppe (Lingalad)
Che domandona! La musica per noi è come un grande albero, affonda le radici nell’humus dei nostri ricordi, li completa e li arricchisce. E se ci aggrappiamo ai suoi rami, ci può anche aiutare a crescere. È quindi una fedele compagna di passato, presente e futuro.
 
Davide
Siamo da poco entrati nel 2016. Quali sono stati i vostri migliori dischi e di quali autori nel 2015?
 
Giuseppe (Lingalad)
Personalmente ho apprezzato molto Drones dei Muse, anche se è un genere distante da quello che suoniamo noi. E poi adoro un gruppo che, inspiegabilmente, è ancora poco conosciuto. Si chiamano The postmen e vi segnalo questa canzone https://www.youtube.com/watch?v=FXHPx01lJhU
Il nostro batterista è poi un grande fan dei Decemberists, e speriamo di poter presto incontrare il loro cantante Colin Macoy quando tornerà in Italia per promuovere uno dei suoi libri (è anche un affermato scrittore e abbiamo lo stesso editore italiano, Salani).
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Giuseppe (Lingalad)
Il 2016 sarà all’insegna dei concerti, abbiamo trascorso troppo tempo in sala di registrazione negli utlimi due anni. C’è porprio voglia di suonare live! E poi il 10 marzo esce il mio nuovo romanzo La luna è dei lupi, e seguiranno delle presentazioni dove saranno presenti anche i Lingalad per eseguire alcuni brani a tema. Le nostre date sono in continuo aggiornamento su www.lingalad.it
 
Davide
Grazie e à suivre…

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