Traduzione di Yasmina Mélaouah
Edizioni Adelphi
Narrativa romanzo
Collana Gli Adelphi Le inchieste di Maigret
Pagg. 163
ISBN 9788845910104
Prezzo € 10,00
L’atto di nascita ufficiale del commissario Maigret
Che il commissario Maigret abbia portato fortuna al suo autore Georges Simenon è indubbio, con risultati di vendita tali da consentirgli di condurre una vita agiata. Sono ben 75 i romanzi e 28 i racconti in cui compare questo strano poliziotto che si fida solo del proprio istinto e che conduce le indagini non come un investigatore perfetto e impeccabile come Sherlock Holmes; no, lui Maigret per un po’ brancola nel buio, ma poi scatta il suo intuito e da allora il percorso dell’indagine è in discesa e non c’è più scampo per il colpevole. Settantacinque romanzi sono tanti, con alcuni particolarmente riusciti e altri – pochi in verità –di standard non elevato, ma in ogni caso di facile lettura e particolarmente graditi a una vasta platea di lettori di ogni continente.
È quindi del tutto naturale che abbia cercato il primo libro in cui nasce ufficialmente il commissario Maigret e l’ho trovato, perché Pietr il Lettone è il primo giallo, datato 1931, in cui lo si vede all’opera. Per quanto ovvio, Simenon si è impegnato a fornirci una descrizione abbastanza dettagliata del personaggio (Maigret non somiglia ai poliziotti resi popolari dalle caricature. Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola. Portava abiti di lana fine e di buon taglio. Inoltre si radeva ogni mattina e aveva mani curate. Ma la struttura era plebea. Maigret era enorme e di ossatura robusta. Muscoli duri risaltavano sotto la giacca e deformavano in poco tempo anche i pantaloni più nuovi.). Maigret ha quindi una struttura enorme, è un uomo robusto, sempre con la pipa in bocca, determinato nelle sue indagini, ma già in questo ultimo giallo ha un’altra caratteristica: una carica umana che lo porta a non ledere la dignità degli altri, anche quando questi sono dei criminali. È sposato, ma la moglie é presente solo nell’ombra, tranne che nelle ultime pagine; dalla descrizione del commissario emerge un particolare curioso: data la stagione autunnale in cui è ambientata la storia, quando esce mette in testa un cappello, ma non un cappello qualsiasi, né un borsalino, né un berretto o un basco, bensì una bombetta. Come prima opera, poi, questa ha quasi le cadenze di un thriller mozzafiato (l’aiutante di Maigret viene assassinato, lo stesso commissario viene ferito seriamente) e i colpi di scienza sono incalzanti, a differenza dell’andamento più tranquillo dei successivi episodi.
Non sto a indicare la trama, perché è complicata, ma molto ben articolata, e con un finale in un certo senso inaspettato, anche se a guardar bene del tutto logico.
Sono pagine che si leggono con piacere e il trovarsi di fronte per la prima volta a questo mitico protagonista aggiunge emozione all’emozione, e viene da subito spontaneo tifare per lui nell’eterna lotta fra il bene e il male.
Quindi, Pier il Lettone è senz’altro meritevole; trascorrerete un po’ di tempo in modo assai piacevole, perché di Maigret ce n’è uno solo e quello che c’è basta e avanza per regalare ai lettori un sano svago.
Georges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».