KULT Underground

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Intervista con Lory Muratti

19 min read

 

Mescal presenta
SCINTILLA
IL NUOVO ALBUM DI LORY MURATTI
Dal 17 settembre 2013
Ben tornato Rock’n’Roll!
 
Condanna e redenzione prendono la forma di una ballata folk-noir popolata di personaggi surreali che si uniscono in un salvifico coro finale. Il suono e il cuore di un sofisticato songwriting di matrice anni ‘90 sono l’anima portante di una ballata dai ritmi accesi che cresce fino a diventare quasi “zingara”. Un singolo originale e coraggioso dove, sia nel testo che nella musica, amore, morte, deviazione e salvezza si mescolano in un crescendo coinvolgente ed emozionante. Un incedere ritmico che richiama le atmosfere desertiche del Burning Man – dove Lory Muratti a bordo di un camper ha scritto questo brano, l’intero album Scintilla oltre all’omonimo romanzo – e un’intensità corale tipica di un certo rock americano di metà anni ‘90.
Musicisti gitani ballano attorno a un fuoco rock e si fanno Testimoni delle visioni surreali di Lory Muratti che potremmo definire Folk-Noir, tra deserti, cadute, risalite, becchini lisergici, amore, speranza e motel di passo a basso costo. Vibrazioni Neo-Beatnik per coralità a tinte forti.
 
LORY MURATTI: La Storia (vera) di colui che conoscevamo come Tibe.
 
Lory Muratti è un artista emozionale.
 
Musicista e scrittore, figlio del mercante d’arte Andrea Muratti e della ballerina Helen Bresson, nasce a Varese nel 1977. Cresciuto dalla famiglia Tiberio che lo adotta alla nascita a causa della precoce scomparsa della madre naturale, acquisisce di questi ultimi anche il cognome e pubblica libri e dischi nascondendosi per circa un decennio dietro lo pseudonimo “Tibe”.
Attratto sin da giovanissimo dalla musica e dalle arti visive viene indirizzato verso studi classici che lo portano però a numerosi scontri con insegnanti e istituti musicali guidandolo verso una deriva di approccio allo strumento e alla voce del tutto libertaria ed empirica. Durante l’adolescenza viaggia spesso col padre e incontra in più occasioni il di lui miglior amico Andrea Muratti, da sempre residente all’estero, del quale scoprirà la vera natura solo alla scomparsa dei genitori adottivi, venuti entrambi a mancare diversi anni più tardi.
Dopo il conseguimento del diploma presso il "Liceo Classico E. Cairoli" di Varese, frequenta il DAMS di Bologna avviando in quegli anni una produzione musicale profondamente influenzata dalle sonorità post punk e new wave dei primi anni '80. Ilaria si fa tesa, Sirenetta H, Plastìk sono solo alcuni dei progetti che realizza tra il 1994 e i primi anni duemila. Risale invece al 2002 la sua collaborazione con il cantautore Garbo. Per l’album "Blu" (2002, Mescal/Sony Music) scrive due brani e collabora alla produzione del lavoro sempre sotto lo pseudonimo “Tibe”. Ne segue un tour con i Sirenetta H di cui cura gli arrangiamenti. A coronamento di questa esperienza, Mescal pubblica nel 2003 "Migliaia di Rose Live", un EP registrato dal vivo all'Estragon Club di Bologna e mixato allo studio Esagono di Rubiera (RE). Nello stesso periodo collabora come chitarrista alle esibizioni live dello storico duo elettro-punk Krisma.
Nella primavera del 2003 immagina e realizza il laboratorio creativo H Park all'interno del quale confluiscono fino alla primavera del 2005 le sue diverse attività legate alla produzione musicale e alla sperimentazione in ambito visivo. Contemporaneamente all’attività come musicista appare infatti come “Tibe” nelle vesti di Dj all'interno di numerosi eventi fra i quali Cornetto Free Music Festival (2003), Heineken Halloween Night (2003), Torino 2006 Swatch Countdown (2004) ed in svariati club italiani e inglesi. Londra diventa la sua seconda casa e luogo di raccolta di nuove suggestioni musicali e letterarie che influenzano profondamente le successive produzioni. Le esperienze accumulate a contatto con artisti del panorama indipendente internazionale lo portano a collaborare anche con importanti brand nelle vesti di art director, curatore e video artista. Si occupa così delle video installazioni e delle sonorizzazioni di svariati eventi per Nokia, Algida, Sony Ericsson, H3G, Heineken, Citroën e Bmw. Risale allo stesso periodo la direzione artistica e la realizzazione della colonna sonora per lo spot della campagna "Bambini Invisibili" dell’Unicef dove utilizza immagini scattate in zone di guerra dal fotografo modenese Luigi Ottani.
Nel 2005 Arnoldo Mondadori Editore pubblica il suo esordio letterario Valido per due, un "romanzo on the road" caratterizzato da due piani narrativi: il “piano della realtà” ambientato durante otto anni di “Heineken Jammin' Festival” e il “piano della memoria” caratterizzato da “lettere mai spedite” ad una misteriosa ragazza di nome “Ecli” che, dopo aver partecipato alla prima edizione del famoso festival insieme al protagonista, fa perdere le proprie tracce divenendo da quel momento una “missing”. Il rapporto con l'editrice milanese si rinsalda nel 2007 con la pubblicazione di Hotel Lamemoria, cofanetto contenente un romanzo di dodici capitoli e un “concept album” di dodici tracce ispirato alla storia narrata nel libro. Con questo lavoro Lory Muratti crea un nuovo modo di comunicare attraverso musica e letteratura che, da questo momento in avanti, procedono affiancate nelle sue produzioni come due anime della stessa creazione. Il romanzo, ambientato tra Londra, Lugano, Venezia e il Lago Maggiore, segue di fatto le vicende ispirate alla vita dello stesso Muratti che è il protagonista della storia, impegnato nell'affannosa ricerca della verità su un padre assente e dal torbido passato. Il disco allegato vede le collaborazioni tra gli altri di Zeno Gabaglio, Andy e Livio Magnini dei Bluvertigo, Pietro Pirelli ed Emidio Clementi dei Massimo Volume.
Tra il 2008 e il 2012, in parallelo alla gestazione di nuovi progetti, collabora alla direzione artistica di vari club e caffé letterari proponendo eventi caratterizzati dalla contaminazione fra forme d’arte differenti. Nello stesso periodo dà vita al collettivo visionario oltre che casa di produzione the house of love creando una rete di contatto tra artisti “portatili”, intellettuali sovversivi e nuovi bohemien che tuttora collaborano al suo percorso di artista.
Nel 2008 appare con “55' per 80 strumenti nella casa dell'amore – Fake Plastic Trees" tra gli autori di Narradiohead (Baldini Castoldi Dalai Editore) un'antologia di racconti ispirati alle canzoni della formazione guidata da Thom Yorke. Nell'autunno del 2009 la casa editrice Trarari Tipi pubblica e presenta in anteprima, in occasione di "Arte Libro 2009", Primavera Influenza, un romanzo breve che riconferma una linea di produzione artistica incentrata sulla commistione tra diversi linguaggi. Ambientato in un non-luogo surreale, descritto e commentato da immagini di luce scattate con l’ausilio di una tecnica a lunga esposizione, il romanzo narra il passaggio del protagonista dal mondo monotono e reale dell'Altrove a quello luminoso e psichedelico dell'Influenza.
Nel corso del 2010 collabora con Nicola Evangelisti alla sonorizzazione dell'opera "Light Pulse" e partecipa a “Luminale Frankfurt”. Nel giugno 2011 si apre la 54esima mostra internazionale d'arte "Biennale di Venezia" alla quale Lory Muratti partecipa con everything became clear in a flash, sound design da lui prodotto, suonato e arrangiato per la personale dedicata al creatore del famoso videogame  “Oddworld”, Lorne Lanning. Nello stesso anno partecipa con la suddetta sonorizzazione anche al “Lucca Comics and Games” e pubblica il saggio-racconto ispirato a un viaggio realmente vissuto assieme a Lanning nell’antologia edita da Skira Neoludica. Arte e Videogames. Sempre nel 2011 partecipa alla lunga tournè Ricoveri virtuali e sexy solitudini dei Marlene Kuntz con i quali dà vita a un incipit teatral-musicale del concerto ispirato alla vicenda famigliare dei Muratti. Dopo lunghi mesi passati in viaggio da un punto all’altro degli Stati Uniti a caccia di “segni”, raccoglie il suo nuovo romanzo e pre-produce il disco ispirato alla medesima storia a bordo di un camper nel deserto del Nevada dove partecipa attivamente al Burning Man, evento simbolo della contro-cultura americana. Questo duplice lavoro pubblicato da Mescal (album) e Feltrinelli (e-Book) è firmato per la prima volta con il suo nome d’origine e porterà il titolo di Scintilla. Prodotto artisticamente dallo stesso Muratti, è stato da lui arrangiato e suonato insieme ai Testimoni, band di musicisti riunitasi attorno all’artista in occasione di questo lavoro e ora al suo fianco anche sul fronte live.
 
– Nelle sue precedenti pubblicazioni letterarie e musicali è possibile rintracciare stralci di una vita famigliare fin’ora mai ufficialmente condivisa. Con Scintilla, Lory Muratti svela definitivamente al pubblico la propria storia che anticipa con il singolo Angeli.
 
– Il 17 Settembre Mescal pubblica Scintilla, accompagnando l’uscita con i video/singolo di 70 ellissi.

www.lorymuratti.it
www.facebook.com/lorymuratti?ref=ts&fref=ts
www.mescalmusic.com

 
A cura dell’Ufficio Stampa Mescal
Angeli / Il Video: girato “camera alla mano” in un complesso industriale dismesso nel cuore della lakes county italiana, il clip di Angeli è uno street-video che ci trascina senza mezze misure nel cuore di un inseguimento surreale e visionario dove la sorte dello stesso Lory Muratti viene guidato da insoliti Angeli di “Wendersiana” memoria (in realtà musicisti) che si fanno creatori e al contempo Testimoni (nome scelto per definire la band) del suo destino.
Alla regia la giovane artista visiva Debora Barnaba su soggetto di Lory Muratti e de I Testimoni, con la collaborazione esecutiva di the house of love e il montaggio a cura di Lorenzo Fare & Matteo Pane.

http://www.rollingstonemagazine.it/cultura/news-cultura/lory-muratti-anteprima-capitolo-scintilla

* Io mento
Un vecchio ricovero di barche trasformato in abitazione; un rifugio di lago dove visioni, donne troppo fragili e fantasmagorie dal passato prendono forma in un “presente parallelo” che apre il disco e il romanzo ad esso correlato. Uomini corrotti, comunicazioni interrotte, lettere mai spedite e menzogna in apparenza: il paradosso di colui che “asserendo di mentire” sta dicendo tutta la verità.

 
* Nella mia stanza
La notte nella periferia di una grande città, dove dolore e desiderio si mescolano, attraverso ricordi talmente vividi da aver preso irrimediabilmente possesso della mente del protagonista e una camera da letto dove non è più possibile dormire e dove non resta altro da fare che “aspettare Scintilla”…
 
* Angeli
Come fossimo precipitati in un sogno nel quale i tempi si sovrappongono confondendoci, corriamo con Lory Muratti per le strade di Manhattan e fuggiamo restando sospesi, in attesa di giudizio. Angeli dark, burattinai di emozioni, stanno infatti a guardare la scena dall’alto e guidano gli eventi a loro discrezione. Una presenza invisibile che si fa però tridimensionale e tangibile per coloro che hanno abbastanza cuore per “sentire”.
 
* Non pensare
Tempi difficili e irte salite per giungere a traguardi che sembrano allontanarsi ad ogni passo. Nella “suburbia” americana – sinonimo delle nostre stesse esistenze – restare lucidi e mantenere il controllo é molto complicato. Sopravvivere alle proprie emozioni quando tutto sembra travolgere i nostri giorni è altrettanto arduo ed ecco che l’unica cosa da fare in quei momenti sembra essere “non pensare mai più”.
 
* Scintilla
Misteriose telefonate senza risposta scandiscono il tempo notturno di Lory Muratti che attraversa San Francisco alla disperata ricerca della sua musa vendicatrice: “Scintilla”. Il buio circolare, intriso di spiritualità e di sentimenti sospesi… come questi puntini…
 
* 70 ellissi
Nel cuore del Nevada, in un Motel a basso costo, un sensuale incontro assume tinte cinematografiche mentre un becchino lisergico dispensa inganni e viltà. Condanna e redenzione prendono la forma di una ballata folk / noir, popolata di personaggi surreali che si uniscono in un salvifico coro finale.
 

* Promenade
Sulla sabbia battuta di una “promenade” nel cuore del deserto del Nevada, al Burning Man, dove tutto diventa possibile e dove la linea di confine tra effettivo e immaginario si fa incredibilmente sottile, scopriamo la morte di Dio e il senso profondo del sacrificio dell’uomo. Fuochi fatui, sangue e onore, grida orgiastiche e superbi bagliori: qui vince la polvere…

 
* Il sogno spezzato
Quando vorrebbero farci credere che quello che desideriamo “non è cosa possibile o reale”, il sogno spezzato diventa un monito a non arrendersi. La “cattiva abitudine” di credere nei propri sogni diventa l’unica via per la liberazione. Un brano in crescendo che ci spinge a proseguire là dove molti sono caduti. Intrecci d’intense armonie e una voce da “Altrove” ci avvolgono sul finale in una ripetizione benedetta, che si trasforma nell’urlo che evoca ciò che più desideriamo: se ci credi è reale! 

* Il giorno dei giorni
Il richiamo finale è la risposta a tutte le domande. L’alba che segue una lunga notte è come un fiore che non può sfiorire. Tutto si dissolve nel giorno dei giorni guidando i nostri passi sulle orme di una nuova vita.

 

Intervista

Davide
Ciao Lory. Dal maggio di quest’anno hai svelato la tua vera identità e preso il nome di Lory Muratti. Perché non sei più Tibe?

Lory
Buongiorno Davide. Tibe era uno pseudonimo destinato a subire gli eventi del tempo. Ho infatti smesso quei panni quando l’esigenza di dare un posto al mio nome originario si era fatta imprescindibile. Due famiglie convivono di fatto nelle mie vene. Muratti è il nome che porta la mia famiglia naturale mentre Tiberio è quello della famiglia adottiva. Lorenzo Muratti era il nome che Andrea – mio padre – avrebbe desiderato per me ed è qui e ora, in questo mio presente da artista, che quel nome torna in vita mentre Tibe, che mi ha accompagnato per tutti questi anni, si fa da parte per restare legato a ciò che è stato di me fino a qui.
 
Davide
“Scintilla” non è solo un disco di 9 brani, ma anche un tuo romanzo di 9 capitoli pubblicato in eBook da Feltrinelli, due opere autosufficienti ma sicuramente complementari. L'album, come il romanzo, s’ispirano profondamente alla tua vita:  in che modo e per riuscire infine a dirti cosa o a raccontare cosa di te in questo momento al pubblico? E cos’è la musa Scintilla?
 
Lory
Quella parte del romanzo che riprende la mia vita o che a essa s’ispira è anzitutto stata per me una via obbligata attraverso la quale poter raggiungere qualcosa di nuovo e, in un certo senso, rinascere. Raccontarsi senza filtro può essere terapeutico, ma al di là di questo aspetto, ho sempre avuto una forte fascinazione per gli autori che non hanno timore di mettersi a nudo, di raccontarsi con tutti i loro inferni e paradisi. Forse era questo quello che andavo cercando parlando di me in prima persona fra le pagine del romanzo: osservare chi sono davvero, guardarmi da fuori e lasciare a chi leggerà il piacere di uccidermi o consacrarmi.
Scintilla è invece un nome proprio di donna. Una donna fugace e tremendamente presente nel suo essere ineffabile e assente. Una creatura che oscilla, nella mente del protagonista, tra il supposto ruolo di angelo vendicatore e quello di presenza salvifica e che, in questa dialettica, costringe il protagonista al dubbio e quindi al viaggio di scoperta. La scoperta di ciò che si può solo intuire e che sembra fatto della stessa materia dei sogni. Quei sogni che, quando spezzati, vanno riportati in vita affinché tornino ad alimentare le nostre esistenze. Scintilla è un monito e un motivo per continuare.
 
Davide
Sono pochi gli esempi di una colonna sonora per un proprio romanzo. Credo il primo a farlo sia stato Ron Hubbard con Battlefield Earth. Come le tue due opere, quella letteraria e quella musicale, s’incontrano e completano e perché, come nasce questa idea di una doppia “Scintilla”?
 
Lory
Musica e Scrittura sono per me strettamente correlati. Ho sempre inteso la misura della canzone come uno spazio in cui raccontare una storia, seppur per immagini. In questo senso sento di essere figlio di certo cantautorato oscuro alla Tom Waits, alla Nick Cave and the Bad Seeds, alla Leonard Cohen. Artisti per i quali il testo di una canzone è spazio adatto e sufficiente a racchiudere un mondo. È partendo da questo presupposto che mi sono ritrovato nel tempo a scrivere racconti che avrei poi declinato in musica e infine romanzi che sarebbero diventati concept album.
Nel caso di “Scintilla” si tratta di un disco decisamente rock, fatto di canzoni ispirate alle vicende narrate nel libro e da me scritte mentre raccoglievo anche la storia che avrei raccontato. Lo step successivo è stato suonare, arrangiare e produrre artisticamente il mio lavoro mentre in parallelo lavoravo alla stesura del romanzo. Due opere che si sono quindi aiutate vicendevolmente a trovare la via verso la luce. Ron Hubbard musicalmente si limitò invece a dirigere un disco di jazz ispirato al suo romanzo (di fantascienza), suonato, scritto, arrangiato e prodotto da altri, fra cui anche Chick Corea. Figure per altro a lui legate per motivi non solo musicali. Direi che la sua esperienza è di molto distante dalla mia, non solo dal punto di vista produttivo e artistico, ma anche e soprattutto dal punto di vista ideologico e spirituale.
Davide
Parlando ancora di letteratura, quali sono i tuoi autori e libri imprescindibili?
 
Lory
C’è un sottile fil rouge che lega ciò che più amo in letteratura ed è proprio il filo di cui parlavo poco fa citando quegli autori che non hanno mai avuto timore di mettersi a nudo, raccontando se stessi attraverso le loro storie più di quanto non facciano le loro biografie. Penso al Francis Scott Fitzgerald di “Tenera è la notte” o de “Il grande Gatsby”, all’Henry Miller di “Tropico del Cancro”, all’inconsapevole addio di Jack Kerouc nel suo “Big Sur” o al capolavoro sfuggito di mano a Breat Easton Ellis in “Meno di Zero”. Autori così distanti tra loro (per epoche e temi trattati) eppure così vicini nel mettere a fuoco la realtà in modo del tutto onesto grazie al loro modo di vivere e quindi di raccontare.
 
Davide
E parlando di musica?
 
Lory
Musicalmente il mio universo interiore è costellato da pianeti ancor più distanti fra loro. È nel dialogo che s’ingenera dal loro entrare in comunicazione che nasce in me l’ispirazione e con essa la matrice del mio suono. Nel mio teatro interiore la formazione classica sposa senza riserve la deviazione post punk, la new wave tutta, il rock di matrice più esistenzialista e il cantautorato oscuro.
 
Davide
“Scintilla” nasce dopo lunghi mesi passati in viaggio da un punto all’altro degli Stati Uniti a caccia di “segni”, e poi a bordo di un camper nel deserto del Nevada. Ma forse non solo da questo viaggio in particolare. A “caccia” di quali segni? Ne hai trovati? E perché proprio negli Stati Uniti?
 
Lory
I segni raccontati nel romanzo sono rappresentati dai misteriosi messaggi scritti in rosso fuoco e lasciati da Scintilla perche il Lory Muratti del romanzo potesse trovarli, interpretarli e quindi proseguire in una sorta di caccia al tesoro del mistero. Nella realtà del mio viaggio i segni erano occasioni, ipotesi o suggerimenti che, quasi fossero piovuti dall’alto, mi hanno tenuto in viaggio facendomi cambiare rotta improvvisamente così come accompagnandomi per un lungo tragitto. Il primo segno è stato però realmente “Lei”, Scintilla: una sfuggente apparizione avuta durante un vernissage del pittore piacentino William Xerra. Una donna dai capelli rosso fuoco, dalla pelle quasi albina, dal viso coperto da una maschera di lentiggini. Una figura insolita, inquieta e piacevolmente inquietante che mi ha spinto a intraprendere la misteriosa caccia di cui racconto nel libro e nel disco.
 
Davide
Il Burning Man è un festival di otto giorni a Black Rock City, città che vive solo nei giorni del raduno, sulla distesa salata del deserto Black Rock. Un esperimento di comunità che prende il nome da un fantoccio rituale di legno che viene arso, ma non so in quale preciso momento e perché. Tu vi hai attivamente partecipato. Ci puoi raccontare questa tua esperienza, confluita anche in Scintilla, e qual è il suo fine?
 
Lory
L’incendio dell’Uomo (Burning Man appunto) avviene nel momento culminante del raduno, il sabato notte, sul finire della settimana del “Labour Day” (l’ultima di Agosto), periodo durante il quale si svolge ogni anni l’evento. Quel momento che da molti viene scambiato per una sorta di rituale di matrice pagana in realtà si configura, nelle intenzioni degli organizzatori ed anche in quelle di chi vive il raduno, come una manifestazione di libertà in assoluto, un momento di forte aggregazione e condivisione spirituale; qualcosa che risulta davvero complesso da tradurre in poche righe e che è profondamente legato a ciò che l’uomo è in grado di fare, immaginare e realizzare quando è in comunicazione con sé stesso e in sincera relazione con chi gli sta accanto. Credo che questa spinta emotiva sia in fondo la radice di tutto il raduno e che “l’incendio dell’Uomo” ne sia la diretta conseguenza. Vivere a Black Rock City per una settimana è un’esperienza estraniante e surreale e al tempo stesso incredibilmente concreta poiché in grado di tracciare un solco profondo dentro le persone ridisegnando nuove coordinate spirituali e umane.
 
Davide
Nel tuo vagabondare americano e per deserti sei per caso stato anche ad Arcosanti, il bellissimo progetto di arcologia e comunità ecosostenibile di Paolo Soleri? Londra è ancora la tua seconda casa? Qual è il tuo ideale di città o nazione o comunità?
 
Lory
Il tuo riferimento e quindi la tua domanda sono quanto di più attinente al viaggio che ho intrapreso all’inseguimento di Scintilla, visto poi che le idee e il credo che muovevano Paolo Soleri, erano per molti versi vicini a ciò che – in modo più effimero e ovviamente meno stanziale – da forma oggi al raduno del Burning Man. Entrambe le esperienze – Arcosanti nel suo essere un esperimento stabile di collettività abitativa e Black Rock City come manifestazione rapida, fulgente e spesso auto combustibile – rappresentano un punto importante nel risveglio di una sedata coscienza su ciò che dovrebbe significare collettività, e propongono una via possibile, bioetica, realizzabile e sostenibile. Purtroppo però nel mio lungo viaggio non sono riuscito a spingermi fino in Arizona e raggiungere quindi anche la città di Arcosanti.
Londra è invece da sempre la mia seconda casa da un punto di vista artistico, musicale e letterario ed è il mio “buon rifugio in mezzo al caos”. Vivere sulle sponde di un lago, staccare e ritrovarmi implica per me un procedimento inverso a quello che sarebbe normale aspettarsi: invece di fuggire dalla città, io fuggo nel cuore delle città per raccogliere nuove intuizioni e capire dove sono arrivato nel mio viaggio interiore. Londra rappresenta quel tipo di meta.
Se dovessi dirti infine quale sia dentro di me l’immagine di una comunità ideale (termine che preferisco di gran lunga a “nazione”) ti risponderei con delle righe estratte proprio dal mio romanzo “Scintilla” che recitano:
“Ricordo mia madre parlare di una comunità dell’amore, dove Dio è conosciuto con vari nomi. Un Dio che è parte di qualcosa che noi tutti dovremmo essere: persone che cercano di rendere migliore il mondo celebrando un’immagine divina e tendendo a essa liberamente, senza aderire ad alcun credo imposto da altri…”
 
Davide
Ci presenti i “Testimoni” che hanno suonato in “Scintilla” e che ti accompagneranno in concerto?
 
Lory
I Testimoni sono un gruppo di validissimi musicisti e prima ancora di persone uniche. Ho sempre creduto che i viaggi importanti possano essere condivisi solo con chi denota la tua stessa natura, la tua identica attitudine alla vita e che le imprese importanti debbano essere costruite solo con chi ha dimostrato di essere davvero al tuo fianco. I Testimoni nella loro formazione definitiva sono stati e sono questo per me; persone informate sui fatti più importanti e complessi della mia vita e sul senso profondo di ciò che racconto nelle mie canzoni e nelle pieghe delle mie storie. Alcuni di loro come Cristian Bartoccetti (basso) o Andrea De Taddeo (batteria) mi camminano accanto da molti anni, altri si sono aggiunti strada facendo come Manuel Cazzola (chitarre) e Paolo Zangara (chitarre e vecchie tastiere). Altri infine hanno portato il loro contributo al disco per poi seguire la loro dimensione che è altro da ciò che stiamo vivendo sul fronte live. Fra questi ultimi “Testimoni di passaggio” è possibile scorgere nel disco anche il lavoro di Leo Abrahams, incredibile musicista e producer inglese che da anni lavora al fianco di Brian Eno e di artisti come Brett Anderson, Imogen Heap, Marianne Faithfull, Pulp…
  
Davide
La piemontese Mescal ha compiuto quest’anno vent’anni più che onorevoli per qualità e coerenza. Cosa pensi della presenza di una casa discografica come la Mescal in Italia?
 
Lory
Una realtà coraggiosa e longeva come Mescal è un’utopia che diventa realtà, sopratutto in un panorama come quello italiano dove far tornare i conti di un’azienda producendo musica indipendente è qualcosa che richiede capacità fuori dal comune e un equilibrio sul filo del tempo che è molto complicato mantenere anche solo per un paio di anni, figuriamoci per venti. Sono onorato e fiero di far parte di questa famiglia di persone in grado di lasciare una così significativa traccia del proprio passaggio in questo luogo e in questo tempo.
 
Davide
Cos’è un artista emozionale?
 
Lory
Mi piace pensare che, seppur di questi tempi un po’ abusato, l’aggettivo “emozionale” possa rappresentare in maniera congrua colui che sia in grado di emozionarsi ed emozionare o quantomeno colui che provi a fare ciò con tutte le proprie forze. Qualcuno per cui l’unico metro di giudizio nel “fare ciò che fa” siano le sensazioni più dirette e non mediate che questo gli procura. Qualcuno alla perenne ricerca di bellezza e di un cortocircuito tra sensazioni e sentimenti dal quale far scaturire la propria creazione. Un artista emozionale in definitiva è per me anche un “artista visionario”.
 
Davide
Uno dei problemi particolari nella filosofia della musica: in che senso, secondo te, la musica è mezzo formativo della spiritualità e del comportamento umano? E come vorresti che in questo il tuo lavoro musicale, ma nel tuo caso anche artistico e letterario, avesse influenza sulle persone, sulla società?
 
Lory
Credo la musica sia sempre stato il percorso ideale per fare esperienza del divino e di dimensioni sconosciute. Penso alla musica come a un tramite eletto, a un canale che aprendosi può mostrarci stralci di altri mondi e altre dimensioni, per altro tutti già racchiusi dentro di noi. In questo senso, per rispondere alla tua domanda più nello specifico, penso inoltre che sia parte imprescindibile della nostra formazione e che sia al tempo stesso la matrice e la manifestazione del nostro modo di intendere la vita.
Di conseguenza la possibilità che la mia musica possa “aprire mondi altri” o possa correlarsi a un momento importante nella vita di chi ascolterà, significherebbe per me chiudere un cerchio aperto a mia volta quando ho iniziato a sognare, immaginare, visualizzare ed elaborare sentimenti e mondi interiori, grazie alla musica di qualcun’altro. Sull’influenza poi che desidererei esercitare, riuscire a dare speranza a chi sente di averla perduta o a suggerire ad altri una possibile via per ridare forza a un sogno che si è spento o che è stato da cause esterne ucciso, sarebbe per me il risultato più desiderabile.
 
Davide
Altri progetti? Cosa seguirà?
 
Lory
Tutte le energie di questo momento sono rivolte al portare sui palchi “Scintilla”, ma continuo in parallelo a scrivere e sto raccogliendo le linee guida per la mia prossima storia musicale e letteraria. So già però che per realizzarla dovrò viaggiare nuovamente ai confini del mondo e questo al momento non mi è possibile. Custodisco pertanto quella storia con cura in attesa di farle prendere vita mettendomi sulle sue tracce e ricominciando da dove Scintilla si conclude.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Lory
Grazie di cuore a te Davide…

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