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Intervista a Fabrizio Fangareggi

14 min read
(autore de Ekhelon – Frammenti di guerre dimenticate)

 
Ciao Fabrizio, e complimenti per questo tuo romanzo, a breve disponibile in libreria e da alcune settimane già acquistabile in formato elettronico sulla maggior parte degli store on-line. Come faccio di solito, prima di parlare di Ekhelon – Frammenti di guerre dimenticate, ti chiedo di presentarti ai nostri lettori spiegando chi è Fabrizio Fangareggi (come persona, prima che come autore) e di raccontarci qualcosa del percorso letterario che hai compiuto in questi anni (letture e scritture), prima di approdare ad Edizioni GDS.
 
Innanzitutto grazie, è un onore e un piacere essere ospite della rivista e scambiare due chiacchiere con te.
Le mie letture iniziano da bambino, ma dopo le fiabe sono stato rapito dai romanzi d’avventura, da “Capitani Coraggiosi” ai “Tre Moschettieri”, poi “Zanna Bianca” e “L’ultimo dei Mohicani” solo per dire i primi che mi vengono in mente. In generale posso citare alcuni autori che hanno formato la mia fantasia giovanile: Robert Louis Stevenson, Jules Verne, Emilio Salgari, Charles Dickens e Mark Twain. Crescendo ho affinato una passione per il fantastico, la fantascienza e l’horror e sono diventato un fan di Stephen King e Philip K. Dick, e sono letteralmente impazzito per “Dune” di Frank Herbert. Difficile comunque fare un elenco completo delle mie letture. Tralasciando i molti classici e soffermandomi sugli ultimi anni posso dire di essere rimasto particolarmente affascinato da Arturo Perez Reverte, William Somerset Maugham e Cormac MacCarthy, autori diversissimi nel loro genio letterario.
Riguardo al Fantasy il primo libro che ho letto è stato “La Spada di Shannara” di Terry Brooks. Me ne sono innamorato. Poi ho letto l’anno dopo “Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien e ho deciso che non avrei mai più letto un libro di Terry Brooks. Di Fantasy ho letto tantissimo: dai primi autori del genere come Poul Anderson, Micheal Moorcock e Robert Howard sino ai più recenti Gorge R.R. Martin, Andrei Sapkowski, Joe Abercrombie e Richard K. Morgan.
Non posso poi non citare Margaret Weis & Tracy Hichman, David Gemmel, Ursula K. Le Guin e Steven Eriksson, anche se quest’ultimo mi sta un po’ deludendo. Ve ne sono altri, ma l’elenco sarebbe troppo lungo.
Ultima, ma doverosa nota, citerei alcuni autori italiani di Fantasy che mi hanno colpito per stile e originalità in questi anni: Silvana De Mari, Andrea D’Angelo, Marco Davide, Laura Iuorio e Francesco Barbi.
Il mio percorso letterario invece parte alcuni anni fa: nonostante scriva da sempre, decisi di provare a inviare alcuni racconti in giro per concorsi. Alcuni ottennero consensi, altri hanno vinto premi. Un mio racconto “Il momento esatto” è stato pubblicato per Delos Book nell’antologia “365 racconti sulla fine del mondo”. Al momento sto pubblicando alcuni racconti sulla rivista “Storie Bizzarre”.
Il mio istinto letterario è sempre stato però più improntato al romanzo. I racconti sono stati (e sono tuttora) una sfida a me stesso. Ekhelon nonostante sia il mio primo romanzo pubblicato non è il primo romanzo che ho scritto. L’ho scelto perché lo ritenevo più adatto di altri a una prima pubblicazione e ho dovuto lavorarci parecchio per renderlo valido.
 
E ora è il momento invece di parlare di Ekhelon – come è nato questo romanzo e perché?ci puoi dire qualcosa sulla trama e puoi dare qualche informazione sulla tipologia specifica di romanzo – in modo che sia più chiaro che tipo di Fantasy avrà di fronte il tuo lettore?
 
La prima domanda è complicata, quindi inizierò dal fondo… anche se non sono particolarmente propenso alle etichette, se proprio devo classificarlo direi che si tratta di un Fantasy Epico, con connotazioni del Fantasy Eroico e qualche sfumatura dark. Rimando chiunque fosse interessato a consultare la pagina promozionale facebook del libro, visibile a chiunque, anche a chi non è iscritto al social network  www.facebook.com/Ekhelon.Book  E’ possibile trovare la sinossi ufficiale e anche qualche estratto, oltre a poter leggere o scaricare l’anteprima.
Veniamo adesso al come è nato e perché: viene spesso detto, a mio avviso giustamente, che uno scrittore dovrebbe scrivere di ciò che conosce e quello che vorrebbe leggere. Bene è quello che ho fatto. Come appassionato da sempre del genere Fantasy mi ritengo un buon lettore e un buon conoscitore del genere, quindi ho scritto di una materia che sentivo mia nel profondo e ho cercato di farlo nel modo più originale e convincente possibile. Credo sia possa scrivere ancora del buon Fantasy di qualità e spero di poter contribuire nel mio piccolo.
 
Parliamo dei personaggi: due razze contrapposte, con numerose figure principali e secondarie. Come sono nate le caratteristiche di queste due  civiltà in lotta, e quanto è stato complesso caratterizzare così tanti  player all'interno della storia? Quali sono i personaggi che secondo te  emozioneranno maggiormente il lettore (nel bene e nel male)?
 
Il libro inizia in un momento di svolta della lotta, che i Tèlleroan hanno chiamato “Guerra Eterna” per il suo dilungarsi. I Gr’ravyen sono un popolo di conquistatori e non sono mai stati costretti così a lungo su un mondo. Sono rapaci, spietati e potenti. Solo la caparbietà e l’istinto innato di libertà dei Tèlleroan, unito alla morfologia del territorio (Ekhelon è un mondo dominato dal mare con nove arcipelaghi ricchi di piccole isole), oltre allo sviluppo dei giovani Tèlleroan, molto più rapido di quello umano, hanno permesso a quest’ultimi di spezzare nel tempo il giogo imposto dai Conquistatori di mondi. Ma dopo l’avvento delle Nove Regine Bambine a guida del popolo Tèlleroan, proprio quando quest’ultimi credono finalmente di averli sconfitti ecco accadere l’inaspettato… Inizierà una lotta senza quartiere non solo per salvare Ekhelon dai Gr’ravyen, ma anche evitare che il mondo venga distrutto dai Nagheloth, gli Angeli Neri, entità evocate dalle Tre Sorelle, sovrane dei Gr’ravyen, che pur di non accettare la sconfitta vogliono far cadere la loro preda nell’oblio.
Il libro segue a mio avviso una struttura abbastanza classica nella prima parte, seguendo le avventure di Etor, padre, marito e uomo, prima di essere un guerriero consacrato eroe dalla sua gente. E per quanto compaiano diversi personaggi, Etor è il vero protagonista del romanzo, è lui che vive principalmente il Tormento e incarna la sofferenza tipica del suo popolo, nato in pace e libertà, non per fare la guerra. Poi ovviamente conosceremo la sua famiglia: la risoluta e amorevole moglie Clelia, l’audace e spericolato fratello Paarde, oltre ai loro figli, ancora piccoli.
Nella seconda parte entrano in gioco altri personaggi, gli eroi di Isola Ghiaccio, credo che fra questi Eleanor, una donna con il dono della psichemanzia, sia di certo tra i personaggi secondari una delle più interessanti. Ovviamente a loro si contrappongono le Tre Sorelle, tra cui spicca Sorella Kyil, la mente più acuta e crudele, colei che a tutti i costi vuole distruggere Ekhelon, e poi anche il Generale Yberros, intenzionato a vincere la guerra sul campo, come un vero e proprio soldato. Ma non mancheranno altri antagonisti, come i sicari Kelotyl, il vecchio amico di infanzia di Etor, Aghammon e infine il Principe d’Argento Akeeithos, padrone dei Nagheloth. Credo e spero di aver dato a ognuno di loro una personalità vivida e sincera, nelle loro motivazioni che li spingono ad agire, nel bene e nel male. Non ho incontrato particolare difficoltà nel caratterizzarli, perché quando scrivo di qualcuno, dovessi avere anche solo poche righe a disposizione, tendo a farmi molte domande su di lui. E così, accade spesso che le risposte arrivino da sole, mentre scrivo, perché è come se i personaggi mi rispondessero tramite pensieri e azioni.
Comunque alla fine, nella terza parte del romanzo, tutti i personaggi convergeranno nella risoluzione finale in un crescendo che mi auguro tenga il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima parola.
 
Guerra, battaglie e combattimenti sono una presenza importante all'interno del libro. Quanto sono dominanti rispetto all'avventura più  "pura" e quanto è stato complesso per te costruire le meccaniche e le  scene in questione, tenendo conto delle caratteristiche specifiche del  territorio e della tipologia di armi in gioco?
 
Sullo sfondo vi è una guerra che ha provocato molti morti e sofferenze, quindi è naturale che vi siano diversi combattimenti nello svolgersi della storia. Etor è il miglior guerriero dei Tèlleroan e sarà l’ultimo baluardo per la salvezza della sua stessa razza. Eppure mi piace sottolineare che il tema della guerra, seppure enfatizzato negli scontri, è visto principalmente dal suo punto di vista, di uomo che a causa della guerra ha già perso un figlio, il cui unico desiderio sarebbe ritrovare la pace e la serenità. Ekhelon ha due livelli di lettura: uno più semplice e di intrattenimento, dove lotte, duelli e combattimenti si snodano attraverso le vicende dei personaggi e un altro più introspettivo. Attraverso i pensieri e le azioni di Etor ci si interroga sulla guerra stessa e sulla natura umana, votata alla ricerca di uno stato di appagamento e di felicità apparentemente irraggiungibile, minata dal dolore e dalla sofferenza che la vita stessa ci procura con ripetuti ostacoli e miriade di difficoltà.
Ma torno alla tua ultima domanda. Le scene dei combattimenti credo possano soddisfare i palati più esigenti; il tono che mi piace usare è quello epico ed esaltante, come se ogni affondo potesse essere l’ultimo della sfida, cercando il colpo di scena, ma rimanendo su livelli credibili e coerenti. La complessità di alcuni combattimenti è nata soprattutto dal volere far vedere al lettore i molteplici punti di vista, in modo che possa sentire le emozioni che vivono i personaggi durante un duello, non solo dei protagonisti, ma anche degli antagonisti; ogni loro azione e decisione, da prendere in una frazione di secondo fa la differenza tra la vita e la morte.
 

 
Parliamo di stile e di scrittura: cosa secondo te è interessante sottolineare delle scelte che hai fatto per la costruzione della storia?
Punti di vista, struttura dei capitoli, dialoghi, descrizioni: quali elementi hanno reso più complessa la stesura e cosa, secondo te, è stato più funzionale per la resa della storia?
 
Di alcune scelte sui punti di vista te ne ho appena parlato, ma al di là dei combattimenti, ogni capitolo non ha un solo punto di vista, non sempre e non necessariamente. Mi piace intersecare, dove e quando è utile per la narrazione, un punto di vista differente, un controcanto che possa entrare in contrasto con ciò che si è appena letto o che ne esalti la validità. Sui capitoli ho dovuto faticare un poco per accorciarli, e non sempre ci sono riuscito. So che capitoli brevi facilitano la lettura, eppure a volte se ho molto da raccontare su un argomento o un’azione, non mi piace spezzarla. Il cliffhanger funziona, ma ultimamente credo se ne abusi. Anche il cliffhanger deve essere funzionale alla narrazione. Sono convinto che tutto deve essere funzionale alla narrazione. Ogni situazione, dialogo, personaggio superfluo, che non fa andare avanti la storia, o che non serve per l’ambientazione o la caratterizzazione dei protagonisti deve essere eliminato. Negli anni mi è capitato spesso di leggere tomi (non solo Fantasy) di ottocento o mille pagine che sarebbero potuti essere raccontati con la metà dei caratteri, togliendo tutto il superfluo. Anzi credo che sarebbero stati migliori. Ma qui si apre una parentesi legata alle trame commerciali, o come si dice  “allungamento del brodo”, per le saghe di non so quanti libri. Soprattutto nel Fantasy.
A questo proposito tengo a precisare che Ekhelon è un romanzo autoconclusivo, seppure inserito in un progetto di più ampio respiro.
 
Tempi e modi: quanto lavoro c'è – e suddiviso come – dietro ad un opera come Ekhelon? E hai qualche consiglio da dare a chi, partendo dalla figura del racconto, vuole seguire le tue orme ed approdare al romanzo?
 
Di lavoro ce n’è tanto. Chi scrive deve essere consapevole della fatica che questo comporta. Non basta avere una buona idea o la necessità di dover raccontare una storia. Serve studio, applicazione, autocritica. Ho dovuto lavorare parecchio non solo sul romanzo, ma anche su me stesso, per migliorare lo stile e la scrittura. E ancora dovrò lavorare e migliorare parecchio.
Per quanto riguarda Ekhelon ci ho lavorato almeno tre anni. Ammetto di non essere il tipo di scrittore che dedica tot ore al giorno tutti i giorni. Il lavoro non me lo consente e comunque preferisco scrivere quando sono ispirato. Devo avere un’immagine o un percorso chiaro della scena che mi sono prefissato di scrivere per farlo al meglio. E nonostante tutto quella stessa scena potrà essere cambiata o modificata più volte nelle stesure successive o durate le riletture.
La rilettura per me è la parte più struggente. Il vantaggio è che la si può fare senza essere ispirati, quindi anche nei tempi morti, perché è la fase in cui si dà più importanza allo stile e alla tecnica rispetto al contenuto.
Sul passaggio da racconto a romanzo bisognerebbe scriverci un libro! Posso dire brevemente che si tratta di due processi creativi molti differenti a mio avviso. Il racconto deve essere immediato, sorprendente e appagante in poche pagine, il romanzo concede tempi più dilatati. Ma non troppo!
Come dicevo prima, personalmente non apprezzo i romanzi che sono un inutile dilungarsi di avvenimenti senza finalità narrativa. Ovvio che non tutte le idee e le storie possono essere adatte a entrambi i sistemi. Alcune idee sono valide proprio perché fulminee e scioccanti, con un finale a sorpresa o comunque netto, tipico del racconto. In un racconto l’ambientazione e i personaggi possono essere appena accennati, mentre in un romanzo hanno bisogno di spazio, di affascinare.
Ultimamente avevo pensato di scrivere un romanzo da un racconto, pensando di lasciarlo intatto e usarlo come prologo. Non ci sono riuscito. Sto scrivendo quel romanzo, ma sono dovuto ripartire da zero, perché avevo bisogno di farmi molte domande sul mondo, sui personaggi, sulle loro motivazioni e sulle conseguenze che tali azioni avrebbero portato. Se nel racconto puoi limitarti alla scena e concentrarti solo su quella, per il romanzo devi invece scrivere l’intera opera e allora devi ampliare e sviscerare ogni dettaglio, ma con equilibrio, senza annoiare il lettore.
Tutto deve essere credibile e realistico, ancor di più in un romanzo Fantasy, dove ciò che viene creato, essendo avulso dalla realtà che conosciamo, necessita di una maggiore coerenza interna.
Parlando di racconti vorrei però citare tre autori che ho tralasciato all’inizio e che credo siano dei veri e proprio maestri nell’arte del racconto: James Ballard, Ray Bradbury e Richard Matheson.
 
Hai qualche aneddoto (divertente o curioso) riguardo la stesura del romanzo? Chi ha contribuito (tra le persone che frequenti abitualmente) alla stesura o al raffinamento di Ekhelon?
 
Ricordo che la prima stesura la buttai giù in sei mesi. Ero contento e orgoglioso del risultato ottenuto, feci una rilettura e pensai di aver concluso l’opera. Non ero mai stato così in torto.
Poco dopo lo mandai a un concorso letterario e non vinse (all’epoca il romanzo aveva un altro titolo), ma mi fecero una bellissima scheda di lettura. Fu il primo approccio semiprofessionale e capì quanto c’era di sbagliato nel mio scritto. Tanto! Dopo altre due stesure decisi di mandarlo alle varie case editrici e, dopo diversi rifiuti, ho ricevuto la telefonata di Alfonso Zarbo che mi proponeva la pubblicazione con Nocturna di Edizioni GDS.
Colei che invece da sempre mi aiuta e mi sostiene è mia moglie Elena. Lei è diventata la mia prima editor, il mio manager, la mia promoter e il mio ufficio stampa. Alla fine mi sono accorto che anche nella passione per la scrittura, come nella vita, sarei perso senza di lei.
 
Edizioni GDS: una casa editrice con un bel catalogo in tema. Come è avvenuto l'incontro con loro? Ci puoi dire qualcosa sul contributo che il loro staff ha dato a quanto è ora di Ekhelon – a livello di editing (o altro se c'è stato) e/o di cura per gli aspetti solo in apparenza di contorno come la copertina o la descrizione del romanzo?
 
Per un esordiente non è facile trovare, non solo la pubblicazione, ma qualcuno interessato a leggere i tuoi scritti senza preconcetti (il primo dei tanti, manco a dirlo, è quello di essere un italiano che scrive Fantasy). Io ho trovato quel qualcuno in Alfonso Zarbo, che due anni fa curava la sezione Fantasy del marchio editoriale Nocturna di Edizioni GDS. Da lì è nato il percorso, diverso ma non meno complesso, che mi ha portato a pubblicare il libro. E ci tengo a precisare che il libro esce per il marchio Nocturna di Edizioni GDS, per la cura che questa collana offre allo scrittore e di conseguenza ai lettori.
A editing finito Alfonso Zarbo ha cessato la collaborazione per la casa editrice, passando ad altri lidi (Mondatori, collana Chrysalide), così ha preso in mano tutto Iolanda Massa, ora curatrice della collana. E con lei che ho definito gli ultimi dettagli, cercando i refusi rimasti subdolamente nascosti (con ulteriore rilettura del testo) e affrontando l’impaginazione.
La descrizione del romanzo è opera mia, mentre per la copertina ci siamo avvalsi di un ottimo disegnatore, Fabio Porfidia. La sintonia con lui è stata subito immediata. Gli ho mandato il romanzo, che lui ha letto, poi è iniziato uno scambio di mail con proposte per la copertina.
Non è stato difficile trovare un punto d’incontro, perché avevamo idee molto simili. Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto. La cover a mio avviso è magnifica, proprio perché non è statica, ma in movimento. Cattura un momento del libro, descritto nel “Preludio Tèlleroan”. E anche questo aspetto mi è piaciuto, perché si da idea al lettore di cosa troverà senza svelare troppo, ottenendo coerenza e sintonia con la sinossi.
 
La presentazione ufficiale di Ekhelon avverrà più avanti in settembre  suppongo, quando sarà disponibile la copia cartacea del romanzo. Ci puoi anticipare qualcosa su quell'aspetto dandoci date per presentazioni (se ce ne sono già in programma) o suggerendoci in quali librerie sarà possibile comprare il libro al giorno zero?
 
Sulle presentazioni ci stiamo ancora lavorando, certamente non ve ne saranno prima di metà ottobre, dato che il romanzo in formato cartaceo uscirà il 30 settembre. Ma non mancherò di avvisarti.
Attualmente comunque il libro è già acquistabile su tutte le principali piattaforme di vendita on-line in formato e-book a € 2,99 http://www.bookstoregds.com/ekhelon-frammenti-di-guerre-dimenticate. Ed è comunque prenotabile in prevendita nel formato cartaceo sul sito della casa editrice al prezzo di € 13,52 invece di € 16,90 inviando una mail a ordinigds@live.it
 
Ci puoi parlare dei progetti futuri – non necessariamente letterari o non necessariamente legati ad Ekhelon?
 
Come ho accennato in una risposta precedente, Ekhelon fa parte di un progetto più ampio: “Frammenti di guerre dimenticate” che è appunto il sottotitolo dell’opera. La mia idea è di proporre altre storie e altri mondi, legati e connessi alla stessa cosmologia. Capiterà quindi di poter trovare nei libri successivi nomi o rimandi comparsi in altri romanzi, anche se le storie avanzeranno nel tempo, non saranno contemporanee. Attualmente sto scrivendo del mondo di Oklydios, di cui vi sono alcuni accenni nel romanzo. Per il resto chissà, ho mille idee e forse troppo poco tempo per realizzarle. In ogni caso… stay tuned!
 
Grazie per il tempo che ci hai concesso e in bocca al lupo per le  vendite. Se vuoi salutare o ringraziare qualcuno questo è il momento per farlo.
 
Grazie a te, è stato un piacere… e crepi il lupo!
Grazie anche a tutti coloro che sono arrivati in fondo a questa lunga intervista.
Grazie a chi ha creduto in me e a chi deciderà di vivere insieme l’avventura di Ekhelon leggendo il romanzo.

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