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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Con ‘sta pioggia e con ‘sto vento, ecco di nuovo SUSSURRI che bussa alle vostre porte.
Un numero, questo, in tono leggermente minore per quanto riguarda la prosa (grande assente Christian Del Monte, che tornerà quanto prima con il suo romanzo), ma ricchissimo sul fronte della lirica, con voci nuove e affascinanti come Nicola Vassallo e di Luca Cascetti, oltre ai "soliti noti"; per gli amanti della poesia si annuncia poi un ottobre "ghiotto" con inediti di Marco Saya ed estratti di Enrico Pietrangeli.
Ma, come si dice, signori e signore, lo spettacolo ha inizio.

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Come nella tradizione della rubrica, il primo posto spetta a Le avventure di Banedon, saga di atmosfere medievali di Alessandro Zanardi. Come ricorderete, avevamo lasciato il giovane mago in una caverna, accompagnato da personaggi ambigui e da un’intrigante ladra, alla ricerca di un favoloso tesoro. Che sembra arrivato: un bellissimo rubino, che sarà custodito dallo stesso Banedon…

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Un altro vecchio amico di Kult: Roberto Boni, già noto come Myskin, torna con una delle sue liriche lievi e sorridenti, frammenti luccicanti che oscillano tra il minimale e l’eterno: in Coincidenze, si pensi al verso "brilla/ il tuo orecchino/ per l’eternità".

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Con Classe quinta, sezione B Giancarlo Gandini dà vita a uno dei più divertenti e coinvolgenti "quadri" della sua fantasmagorica galleria, a volte fin troppo imbevuta di assurdo.
Dall’atmosfera irreale di una nebbia che inghiotte la gente, emerge nitido il ricordo di una scolaresca d’altri tempi, con le retoriche "commemorazioni" e il rispetto timoroso per il maestro.

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Una voce nuova e stimolante è quella di Luca Cascetti, che ci terrà compagnia con liriche ritmate come antiche filastrocche: De Profundis è una ballata sincopata ricca di mistero e di felici intuizioni poetiche nei versi brevissimi e martellanti.

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Maggiore complessità sintattica, e raffinatezza sapiente di immagini, si trova nella lirica di Nicola Vassallo, sempre tratta dalla raccolta Inquietudine. Non basta una lettura superficiale per penetrare il sistema di rimandi e metafore, che parte dalla luce di una finestra per passare ai chiaroscuri dell’anima, in cui nulla si compone.

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Vi avevo avvisato: settembre dev’essere stato nominato il mese della poesia. Ma non ci lamentiamo: di tanto in tanto fa bene un’overdose di versi, di ritmi, di immagini che sfuggono alla logica e alla ragione, legate come sono da connessioni più profonde e misteriose (le famose "assonanze" di cui parlano Baudelaire e Rimbaud).
Come in quest’ultima lirica di Marco Saya, dall’emblematico titolo Solitudine, in cui affronta un tema quanto mai attuale e crudo: la guerra, le famiglie spezzate, la morte.

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Ultimo, ma solo in ordine di apparizione, il brevissimo estratto da "D’amore, di morte" di Enrico Pietrangeli, sempre da Variazioni su Giovanni. Un’illuminazione che ricorda certe poesie ermetiche, anche nella struttura perfettamente armonica e controllata, senza sbavature.

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In chiusura, vorrei complimentarmi con i nuovi autori, che scrivono sempre più numerosi; non preoccupatevi, vedrete il vostro materiale pubblicato, almeno in parte! Mi raccomando, scrivete, scrivete, scrivete…(anche per il concorso di 8k0meno)
Arrivederci ad ottobre

Lorenza Ceriati

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