C’è un disco del 2003 di Brian Eno che è rimasto forse un po’ meno noto di altri: è “January 07003: Bell Studies for the Clock of the Long Now”. Qualcuno lo ha liquidato con troppa fretta e superficie come un ritorno alla ambient music, ma c’è dell’altro. Brian Eno è tra le tante altre cose membro della Long Now Foundation o Fondazione del Lungo Presente, nata a San Francisco nel 1996
La Long Now Foundation è una organizzazione che si è posta l’obiettivo di promuovere una nuova mentalità di un vivere e pensare più lento e migliore rispetto al più veloce e a buon mercato dell’odierna civiltà dei consumi. Entro questa ampia cornice ogni cosa può essere rivista e ripensata, a cominciare da un maggiore senso di responsabilità dal presente, qui e ora, verso il futuro da qui ad almeno diecimila anni a venire. I membri del Long Now quindi hanno riscritto gli anni impiegando cinque cifre, così che attualmente il mondo, per loro e per chiunque voglia fare propria la mentalità del lungo presente, si trova nell’anno 02009, il prossimo venturo sarà lo 02010 e così via. Tra i diversi progetti che la Fondazione ha realizzato c’è l’orologio del Lungo Presente, detto anche l’orologio dei 10.000 anni o “10.000 Years Clock”. Questo orologio, ideato da Danny Hills, uno scienziato informatico britannico, è un congegno che dovrà essere in grado di funzionare per diecimila anni senza bisogno mai (o il meno possibile) di manutenzione o di qualunque altro intervento umano. Costruito con materiali resistenti, comunque facili da riparare, e di basso costo (perché non venga la voglia a qualcuno di rubarlo), alimentato da fonti rinnovabili, il prototipo di questo orologio è stato attivato il 31 dicembre del 1999 ed è esposto al Science Museum di Londra. L’orologio è stato realizzato grazie a 600.000 dollari donati da Mitch Kapor, fondatore della Lotus, da Jay Walker (Priceline.com) e da Bill Joy (Sun Microsystems) ed è perfettamente funzionante dall’inizio del nuovo millennio. Il 31 dicembre 1999, allo scoccare del 2000, ha dunque suonato per la prima volta i rintocchi appositamente composti da Brian Eno (la prossima occasione sarà alla fine di questo millennio). Già, perché l’orologio dei diecimila anni è regolato in modo da segnare gli anni e non i secondi. Un tic della sua lancetta è un anno, un altro anno ed è un tac… Un minuto di questo orologio corrisponde a un secolo e un’ora è un millennio con precisione di un giorno su ventimila anni. Tutto ciò è reso possibile da un meccanismo digitale alimentato dalle variazioni della temperatura ambientale. L’orologio, inutile come tale, invita invece a rallentare il ritmo folle che contraddistingue la nostra società, anche in termini di consumi usa e getta, a pianificare le cose a lungo o lunghissimo termine e perché abbiano la più lunga durata possibile. Perché l’orologio del lungo presente possa durare il più a lungo nei millenni, sono stati utilizzati materiali a prova di usura, come una speciale lega di tungsteno carbonico, vetro metallico e zaffiro sintetico. Una seconda versione dell’orologio dei 10.000 anni è stata destinata a una grotta nelle montagne del Nevada, un luogo nascosto e molto riparato scelto per resistere alle intemperie, ai disastri nucleari e agli atti umani in generale. Una versione definitiva verrà invece costruita nei prossimi anni e avrà dimensioni monumentali (una ventina di metri di altezza) e verrà posto sulla sommità del Monte Washington nel Nevada a 3547 metri di altezza.
La Long Now Foundation ha anche avviato altri progetti, tra cui il Rosetta Project per conservare, impressi su dischi di lega di nichel, tutte le lingue che dal 2000 al 2100 avranno un’alta probabilità di scomparire dalla faccia della terra anche a causa dell’inglese, divenuto ormai lingua standard internazionale. A San Francisco la Fondazione promuove inoltre dei seminari mensili sul pensiero a lungo termine con l’intento di portare sempre più la civiltà a un pensiero a lungo termine comune e che hanno per argomento i temi più disparati, dall’ecologia alla prevenzione della caduta di asteroidi sulla Terra (1997 XF11 docet).
Tornando a Brian Eno… Eno è membro facente parte del comitato direttivo della Foundation Long Now. Come accennato più sopra Eno ha partecipato fattivamente a questo progetto coniando il termine stesso “Long Now” e collaborando con Hills alla creazione della campana dell’orologio e alla composizione della musica che solo ogni secolo e ogni millennio pochi fortunati potranno ascoltare (e mai più riascoltare). Le diverse elaborazioni alla ricerca del suono ideale per l’orologio dei 10.000 anni sono state quindi raccolte nel cd “07003: Bells studies for the clock of the Long Now”. I ricavati del disco, per altro, sono devoluti alla Long Now Foundation. Andando oltre, Bell studies concorderete con me che è ben più di un ritorno alla ambient music… O, concettualmente, tutta un’altra cosa.
Ma il pensiero va anche a una composizione di John Cage dal titolo Organ/ASLSP (As Slow As Possible). Si tratta di un pezzo musicale concepito per durare il più a lungo possibile. Scritto nel 1987 per organo sulla base di un precedente brano per pianoforte, Cage non dettagliò I tempi per la sua durata, ma indicò soltanto di suonarlo “esattamente tanto lento quanto lo si può suonare”. Questa istruzione di Cage è stata discussa da musicisti e filosofi nel corso di una conferenza tenutasi nel 1997. Virtualmente si può interpretare questa indicazione come senza limiti, sicché si è addivenuti a una decisione. La performance di “As Slow As Possible”, iniziata il 5 settembre del 2001, in pausa dal 2003 al 2005, è ancora in corso all’organo della chiesa sconsacrata di St. Burchardi a Halberstadt, Germania. L’accordo più recente, suonato dal peso di sacchetti di sabbia, è iniziato nel 2006 e terminerà nel 2012 (è un accordo di tre note composto da un La sopra il Do centrale, da un La e da un Fa diesis). E’ stato deciso che tutta la composizione durerà per 639 anni e terminerà nel 2640.