gioco per 1-8 persone
Autore: Klaus Zoch
Editore: Zoch Verlag (www.zoch-verlag.com)
La prima volta che questo gioco è stato presentato al pubblico, alla fiera di Essen del 1988, l’autore aveva dovuto specificare in un cartello che si trattava di un vero gioco da tavolo, e non un gioco di costruzioni di legno (d’altra parte se l’era un po’ cercata, la traduzione del titolo dal tedesco è proprio “sacchetto di costruzioni”). In effetti Bausack all’apparenza è un “semplice” sacchetto che contiene una serie di pezzi di legno, sagomati in vari modi; ma sotto questo aspetto innocuo si cela uno dei primi giochi di “destrezza”, ovvero giochi nei quali il principale requisito per i giocatori è quella di possedere una mano ferma e un occhio capace di valutare i precari equilibri di una pila di “legnetti” (per capirci, il gioco più conosciuto di questa famiglia è sicuramente “Jenga”).
Nell’ultima edizione, la scatola di questo gioco contiene:
– due sacchetti di tela, uno con i pezzi bianchi e uno con i pezzi rossi,
– un sacchetto di tela contenente delle gemme colorate di plastica,
– un regolamento in varie lingue (tra cui l’italiano).
Il gioco è venduto anche col nome di “Bandu”, mentre “Sac Noir” è una differente versione e contiene più pezzi, di colore nero e rosso (al posto di bianco e rosso) con forme più complesse. In pratica lo scopo del gioco è quello di riuscire a costruire una torre con il maggior numero di pezzi di legno, ma vi sono vari giochi (e varianti) che possono essere fatti con questo set di pezzi.
La base comune di tutti i regolamenti è che il primo pezzo che viene piazzato da ogni giocatore costituisce le “fondamenta” della propria torre, ed è l’unico che può toccare il tavolo: se un altro pezzo cade o scivola e tocca il tavolo, allora il giocatore viene eliminato ed esce dalla partita. Si può toccare con le mani unicamente il pezzo che si sta piazzando (anche se si possono spostare con questo i pezzi già piazzati).
Tutti i pezzi vengono attribuiti attraverso un’asta, utilizzando le gemme come moneta (all’inizio a ogni giocatore ne vengono distribuite dieci). Al proprio turno, ogni giocatore sceglie un pezzo e lo mette all’asta, le possibili modalità sono tre (cambiano a seconda della variante giocata):
– chi offre di più: si rilancia l’offerta precedente o si passa, il giocatore che offre di più paga il prezzo in gemme e posiziona il pezzo nella propria torre.
– si salvi chi può: si rilancia pagando subito il prezzo o si passa, il primo giocatore che passa dovrà piazzare il pezzo nella propria torre.
– provaci tu: come l’asta “chi offre di più”, ma chi ottiene il pezzo ha la possibilità di consegnarlo ad un altro giocatore, quest’ultimo può rinunciare ad inserirlo, e in questo caso dovrà essere chi glielo ha consegnato a doverlo inserire nella sua torre.
Quando una torre cade i suoi pezzi vengono rimessi in gioco, e normalmente la vittoria va all’ultimo giocatore rimasto con la torre in piedi. Nel caso in cui più vi siano rimasti più giocatori quando si esauriscono i pezzi, la vittoria può andare (a seconda del regolamento utilizzato) a chi ha realizzato la torre più alta o a cui ha utilizzato più pezzi rossi (quelli dalle forme più complesse e quindi più difficili da piazzare).
Si può giocare anche su un’unica costruzione (variante Torre di Babele), nella quale a turno ogni giocatore aggiunge un pezzo: l’ultimo ad che riesce a farlo prima che la torre cada guadagna una gemma; a questo punto si riparte da capo e chi arriva prima ad avere cinque gemme vince la partita.
Come ho anticipato, per vincere a questo gioco è indispensabile una mano ferma, ma anche un pizzico di sensibilità nel valutare le aree più stabili della propria torre e quindi quelle più adatte a ricevere nuovi pezzi. Solitamente conviene cercare di “ampliare” le fondamenta cercando di piazzarci sopra pezzi dalla base più ampia possibile, ma bisogna ricordarsi che si aggiunge sempre un pezzo alla volta, e quindi la struttura non può rimanere in equilibrio se ci si sposta troppo verso l’esterno.
I materiali sono molto buoni (come in tutti i giochi della Zoch): i pezzi sono ben realizzati, levigati al punto giusto (per lasciare un minimo di attrito e facilitare la sovrapposizione di pezzi inclinati), fantasiosi (c’è anche un portauovo) e accuratamente studiati (anche i pezzi più astrusi hanno buchi e parti piatte che ne facilitano il piazzamento), anche se un pezzo sembra assurdo, ce n’è sempre un altro che vi si incastra perfettamente.
La varietà dei regolamenti che si possono giocare con questi materiali aumenta la longevità di questo prodotto, e rende possibile giocare un buon numero di partite senza che diventi ripetitivo.
Bausack è sicuramente un gioco che attira i non giocatori, per la rapidità delle partite, la semplicità del regolamento e la soddisfazione nel costruire qualcosa. Si tratta di un gioco che appaga certamente il senso della vista e quello del tatto (un po’meno l’udito, durante i crolli): visivamente le torri sembrano uscite da un quadro di De Chirico, mentre la sensazione tattile che dà il legno non può essere superata da nessun altro materiale. In sintesi, un gioco come Bausack è sempre un piacere da giocare, naturalmente sarà apprezzato dai giocatori occasionali, e soprattutto dalle famiglie. I lati negativi sono rappresentati dal prezzo (un po’ alto per un gioco dalle caratteristiche di un filler) e dalla reperibilità (la Zoch è naturalmente tedesca, e quindi conviene acquistare sui negozi on-line di quel paese).
Ultima nota: nonostante i tentativi compiuti con la Wii, per un computer o una console è impossibile riuscire a ricreare realisticamente le dinamiche di giochi come questo; ironicamente, è più semplice scrivere un programma che giochi a scacchi, che realizzare un robot che giochi a Bausack, che rappresenta una sorta di test di Turing ludico…