Perché parlare di psicofonia come di una insolita musica? Forse perché si tratta di un “altro mondo” sonoro che, fatte le debite ricerche e precisazioni, può introdurre a un capitolo interessante, quello del radioascolto, passione diffusa e talvolta praticata con finalità musicali (esemplare l’uso della radio, specialmente nella gamma delle onde corte, in dischi come “Plight and Premonition” di Holger Czukay e David Sylvian). La psicofonia è una attività di ricerca di comunicazione con le anime dei defunti attraverso l’uso della radio, dei microfoni e dei registratori a nastro magnetico o di altri media tecnologici (televisione per la psicovisione e più recentemente la posta elettronica). Con il metodo di ascolto della radio, sono privilegiate le onde corte, tra i 3 e i 30 Mhz, e tuttavia vengono utilizzate anche altre gamme di frequenza. Ma si preferiscono le onde corte… e non a caso, dal momento che si tratta di una gamma che consente di ascoltare un enorme numero di stazioni da tutto il mondo e molte stranezze di rimbalzo dalla ionosfera come i satelliti artificiali, le statiche nella ionosfera dovute a eventi meteorologici come i fulmini, messaggi in codice tra ambasciate e servizi segreti, telegrafia e telescriventi, radioamatori o CB (Citizen Band), immagini in formato fax, segnali di tempo campione, assistenza alla navigazione e avanti. Chi sperimenta la psicofonia ruota lentamente la sintonia fino a fermarsi non appena gli sembri di riconoscere una sonorità, una voce o una trasmissione che si ritenga appartenere a un altro mondo. Durante le sedute i partecipanti ascoltano, ma possono anche porre domande ad alta voce fatte agli spiriti dei defunti o altre entità disincarnate o non terrene. Con il registratore si fanno domande alle entità mentre si registra, oppure si lascia il registratore acceso in qualche luogo e solo in seguito si ascolterà se qualcosa sia stato impresso misteriosamente sul nastro. La psicofonia è nata tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta. Pioniere è considerato Konstantin Raudive (Voci dall’Aldilà, 1968).
Jurgenson in vita e sotto come sarebbe apparso in televisione dopo la morte in un esperimento di psicovisione.
La nascita della psicofonia e degli psicofonisti è tuttavia unanimemente attribuita a Friedrich Jurgenson (1903 – 1987), noto anche come pittore, restauratore, regista e documentarista. La sua scoperta fu casuale. Nel 1959, volendo registrare il canto degli uccelli nei pressi di un casolare abbandonato, Jurgenson lasciò un registratore in funzione nella soffitta. Al successivo ascolto sentì la registrazione di un assolo di tromba che annunciava una voce maschile che si esprimeva in norvegese parlando delle voci notturne degli uccelli. Nonostante il primo pensiero che si trattasse della interferenza di una radio, Jurgenson arrivò a chiedersi se non si trattasse di un contatto con delle intelligenze invisibili. Provò altre volte e fu nuovamente protagonista di altre occasioni in cui il suo registratore fissava voci e suoni che sembravano del tutto estranei alle circostanze e quindi inspiegabili.
Sono stati scritti numerosi libri sulla psicofonia e sono state create le teorie più bizzarre, come quella dei coniugi lussemburghesi Harsch-Fischbach che dissero di aver scoperto la provenienza delle voci dal pianeta Marduk, dove vivrebbero le anime dei trapassati in una sorta di paradiso terrestre ivi localizzato. In verità si tratta quasi sempre di voci confuse, di parole difficilmente decifrabili e spesso senza senso anche una volta che si creda di averle decifrate o, meglio, interpetate. La pareidolia è l’illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale. È la tendenza istintiva e automatica (favorita dall’evoluzione, poiché consentirebbe di riconoscere prede e predatori mimetizzati) a trovare forme familiari in immagini disordinate. Classico esempio sono la visione di animali o volti umani nelle nuvole. La pareidolia consente spesso di dare una spiegazione razionale a fenomeni paranormali, quali le apparizioni di immagini su muri o la comparsa di “fantasmi” in fotografie. Un fenomeno analogo è la pareidolia acustica che si verifica anche per le percezioni uditive, quando si crede di sentire suoni, parole o frasi significative in ascolti molto disturbati come quelli psicofonici, o come nel caso delle registrazioni eseguite al contrario. Marco Morocutti del Cicap nel suo libro “Voci dell’aldilà, indagine sulla psicofonia” (Avverbi edizioni) smonta una per una le testimonianze sonore prese in esame, in particolare quelle di due noti sperimentatori della psicofonia, Gabriella Alvisi e Marcello Bacci. In un caso è bastato applicare correttamente il circuito SSB (Banda Laterale Unica) di una conversazione tra due radioamatori CB per sentire e rendere chiara una comunicazione tutt’altro che proveniente dall’altro mondo, in un altro è stato sufficiente effettuare una registrazione con le pile quasi scariche di un registratore per spiegare una voce misteriosa dovuta al semplice irregolare trascinamento del nastro. Sono molti gli esempi, che si possono ascoltare alla pagina http://www.marcomorocutti.it/ (psicofonia). Qui è disponibile una interessante audio-inchiesta di Morocutti in formato .mp3
Una delle tecniche più curiose adottate dalla psicofonia è quella che fa uso del nastro montato al contrario. Si chiede a una persona di registrare una frase su una audiocassetta, parlando con voce normale. Bastano poche parole per ogni frase, poi si capovolge il nastro per riascoltare quella frase al contrario. Nel suono delle parole riprodotte al contrario lo psicofonista cercherà e interpreterà i messaggi misteriosi dall’Aldilà. Alcuni psicofonisti, come la giornalista torinese Laura Bergagna, sostiene che si possano anche decifrare i versi degli animali e tradurli in parole umane, registrando le voci e riascoltandole a velocità ridotta. Secondo lei, insomma, gli animali parlerebbero l nostra stessa lingua, ma solo in modo troppo veloce.
Quello del nastro capovolto è stato un effetto usato in molti dischi di rock, heavy metal e di elettronica fin dalla musica concreta e dalla tape music di Pierre Schaeffer. Nota è la leggenda, divenuta anche polemica, dei messaggi o sottotesti subliminali e satanici di alcuni gruppi rock, che utilizzerebbero voci al contrario per invocare il diavolo o incitare a un qualche comportamento considerato immorale, un fatto amplificato dai fan e in alcuni casi sfruttato (anche voluto) a scopi commerciali dall’industria discografica. I casi più famosi di frasi al contrario in sono “Revolution n. 9” dei Beatles (Turn me on dead man – ossia – Eccitami uomo morto), in “Another one bites the dust” dei Queen che al contrario suonerebbe “Start to smoke marijuana”, “O my sweet Satan, I’ve seen a sabbah” all’inizio di “One Vision” dei Queen, in “Still life” degli iron Maiden “What ho sed de t’ing wid de t’ree bonce? Don’t meddle wid t’ings you don’t understand” (“Che cosa ha detto il mostro dalle tre teste? Niente che tu possa capire”), nella sigla inglese della prima serie de Pokémon, dove nella frase “Gotta catch ‘em all!” ascoltata al contrario si può sentire “I love Satan” oppure “Oh Satan“, in “Hell awaits” degli Slayer (Join us, ossia unisciti a noi, ripetuto in modo ossessivo) e addirittura in “All about us”, ovvero Satan, delle Tatu. Ma il caso più famoso, e per taluni inquietante, è sicuramente quello contenuto nella celeberrima “Stairway to heaven” dei Led Zeppelin, forse il messaggio subliminale più lungo mai scritto nella storia della musica rock. Ascoltando al contrario le seguenti due strofe:
If there’s a bustle in your hedgerow
Don’t be alarmed now
It’s just a spring clean for the May Queen
Don’t be alarmed now
It’s just a spring clean for the May Queen
Yes there are two paths you can go by
but in the long run
There’s still time to change the road you’re on…
but in the long run
There’s still time to change the road you’re on…
Si può udire in modo abbastanza distinto (e lo confermo) quanto segue:
“Oh here’s to my sweet Satan.
The one who little path won’t make me sad,
whose power is Satan.
He’ll give those with him 666,
there was a little toolshed
where he made us suffer, sadly”
Per creare un sottotesto subliminale (spesso voluto) è sufficiente scrivere e registrare dapprima una frase che si vuole nascosta, poi capovolgerla e su quella cercare di sentirvi e riscrivervi le parole più sensate per il testo che dovrà nascondere il sottotesto subliminale. Oggi ci sono molti software musicali che consentono di ottenere lo stesso effetto di capovolgimento del nastro, con facilità e immediatezza, e la funzione si chiama normalmente “reverse”.
Per tornare alla psicofonia, se volete farvi una opinione personale più approfondita (e prudente… sicché passate comunque dal libro e dall’inchiesta audio di Morocutti), vi consiglio anche un altro sito: Ricerca Psichica. Qui potrete ascoltare diverse registrazioni di voci, musiche e canti (spesso, bisogna dirlo, mistilingue e un po’ nonsense oltre che inascoltabili per qualità…) che vengon dette provenire dall’Aldilà… Se poi volete anche cimentarvi, liberi di farlo… Potrebbe essere molto deludente. E purtuttavia, detto dal mio intimo di comune uomo mortale, niente di meglio se fosse tutto vero.