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Nemmeno Dio – Claudio Gianini

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“Nemmeno Dio” è un thriller a sfondo fantascientifico, nato dalla penna del milanese Claudio Gianini.

Scritto con stile piano e coerente, questo libro si caratterizza fin dalle prime pagine per la sintesi tra narrazione e riflessione. Un flusso di pensiero che a tratti cristallizza l’azione, spostando l’attenzione sull’esistenza e sul senso che questa può assumere agli occhi della razza umana. Un nichilismo costante permea la storia, narrata in prima persona dal protagonista, il colonnello Trevis, capo del CS.

C’è una catena di omicidi da interrompere, un movente da trovare per delitti efferati che coinvolgono tutta la dirigenza italiana e Trevis deve appunto adoperarsi nelle indagini, cercando il nesso a collegare teste mozzate e trivellate col trapano. Una strada impervia di tentativi frustrati, rincorrendo un assassino umbratile più che mai e indefinibile, mentre Milano è sferzata da una pioggia quasi incessante.

Questa la trama che impegnerà i lettori tra mille congetture, fino a giungere al colpo di scena finale, forse neanche troppo imprevedibile e probabilmente architettato ad arte, in modo che chi legge possa a sua volta raccogliere indizi e giungere alle debite conclusioni.

La scrittura d’altra parte procede senza fretta, non esattamente incalzante e frenetica, ma come accennato prima, tendente all’elegia ed all’introspezione, concedendosi ampio indugio nelle fosche elucubrazioni di Trevis, figura classica del genere poliziesco: capo di polizia disincantato, amaro e cinico. Nulla da perdere, tutto da affrontare con coraggio.

Ed anche il modo adottato nel raccontare l’indagine – riprodotta passo-passo in modo pragmatico, iper-realistico, quasi scientifico – in effetti potrebbe ricordare da vicino un certo tipo di fiction tv poliziesca d’oltreoceano, piuttosto in voga negli ultimi tempi.

Sono i risvolti fantascientifici a dare invece spunti interessanti al romanzo di Gianini. Questi, che si rivelano nell’ultima parte della narrazione, nell’ipotizzare una razza umana innestata di silicio a creare menti inorganiche e perfette, possono richiamare per certi aspetti quella new wave che dagli anni ‘60 in avanti cambiò il panorama della science fiction, portandosi dallo spazio alla realtà corrente. Dando voce all’inquietudine moderna, alla ricerca degli alieni tra noi ed arrivando così fino alla letteratura cyberpunk ed alla sua commistione di carne e tecnologia.

Allo stesso tempo, i limiti della scienza nella ricerca di nuove frontiere, oltre le quali estendere le umane possibilità, sono però oggetto di una riflessione che, coi suoi toni cupi e disillusi, potrebbe collegare con un filo nero “Nemmeno Dio” alla narrativa di Philip K. Dick ed alla sua visione negativa ed allucinata di una società prossima, in cui la tecnologia sia in grado di manipolare e dominare gli esseri umani.

Quello di Claudio Gianini è dunque un libro che può essere visto da molteplici punti di vista, tenendo conto semplicemente dell’amenità di un romanzo di facile lettura, oppure abbandonandosi al flusso di pensiero del colonnello Trevis, ascoltandone le emozioni e le considerazioni. Soffermandosi dunque su quella che è una trasposizione, una declinazione ulteriore dell’ansia mefistofelica dell’uomo, che è insieme voglia di conoscere tutto lo scibile e paura di varcare un limite che sembra però spostarsi sempre più in là.

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