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La Strategia dell’Ariete – Kai Zen

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Giusto sei giorni fa usciva nelle librerie La strategia dell’Ariete, ovvero il nuovo romanzo (di quasi cinquecento pagine) di Kai Zen – collettivo di scrittura piuttosto noto sul web (esempio per www.romanzototale.it) e diventato famoso anche off-line la sua partecipazione ad opere come Ti chiamerò Russell o La potenza di Eymerich.
In realtà – ancor prima di parlare del testo – di cose da dire ce ne sarebbero moltissime. L’idea di collettivo di scrittura è piuttosto affascinante ma non è certo nota a tutti, e probabilmente meriterebbe almeno qualche considerazione. Come del resto – nell’epoca del Faletti della SIAE usato come bersaglio per i terribili CD pirata – andrebbe fatto un lungo discorso sul fatto che quest’opera – pure a catalogo Strade Blu – Mondadori – esce con licenza Copyleft Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0.
Oppure – tenendo conto che questa recensione appare su KULT Underground – si potrebbe ricordare come Aldo Soliani (uno dei quattro Kai Zen) sia stato il vincitore in una edizione del nostro concorso per letteratura minimale 8KO- prima della nascita del collettivo – o, ancora, che Scritture Metropolitane (ciclo di conferenze che il servizio biblioteche di Modena gestisce con anche la nostra collaborazione) ha avuto il piacere di ospitare il gruppo giusto lo scorso anno – quando la Strategia dell’Ariete stava ancora procedendo verso la stesura definitiva.
Ma – lo ammetto – sono abbastanza sicuro che di tutte queste cose (o di una parte di queste cose) sia meglio, alla fine, parlare live, invece che scrivere. Sia meglio cioè trattare, eventualmente, durante una presentazione (e di queste – da programma – ce ne dovrebbero essere molte in giro per l’Italia) piuttosto che in apertura di recensione. Perché altrimenti si tenderebbe a deviare, mancando il punto. Si tenderebbe cioè a sottolineare quanto Kai Zen sia interessante come progetto, e quanto sia importante che iniziative di questo livello facciano anche promozione socio-politica, proponendo modelli (parzialmente) alternativi di distribuzione. Spostando il focus di tutto il discorso fuori dalle pagine del libro.
Quando invece è il caso di andare dentro queste stesse pagine.
Perché La strategia dell’Ariete non è (solo) un progetto interessante. Ma è un bel libro. Un bel romanzo. Una bella sequenza narrativa che vale a prescindere. Al di là di come è stata scritta – o perché.
L’idea di fondo è la stessa di tantissime altre opere – se vogliamo astrarre: un segreto pericoloso si muove da millenni nella storia dell’umanità e una società segreta in qualche modo lo difende – società quasi esterna dalla storia – almeno fino alle ultime battute del romanzo.
Ma se la trama può essere sintetizzata in queste poche parole – un riassunto di ciò che è narrato non potrebbe cavarsela con altrettanta rapidità. Perché il valore di questo romanzo è appunto nella struttura articolata e complessa che interseca, in generale, un passato remoto con un periodo quasi contemporaneo, e, nello specifico, un arco di tempo più breve di decine d’anni, ma particolarmente denso. Che vede fitte diramazioni di eventi muovere, come pedine, attori tra l’Asia, l’Europa e l’America. E che porta alla costruzione di un flusso narrativo sincopato, che si rifà a modelli rodati e vincenti già apprezzati nelle opere, ad esempio, di Evangelisti e di Wu Ming.
Qui la storia è un continuo incastro di avvenimenti che, come tasselli in un cubo di Rubik, ci sembrano distanti solo fino al momento in cui, all’improvviso, si sistemano tutti in fila, perfetti, rivelando una struttura congruente e omogenea. E questo incedere a rivelazioni successive, inutile negarlo, cattura. Portandoci da una spettacolare Shangai mafiosa e precomunista anni ’20 (e questa parte – l’inizio – è indubbiamente quella che ho più apprezzato) ad una vibrante Germania fascista, che fa da preludio per l’America Latina e per gli Stati Uniti. Il tutto con eco provenienti dall’Egitto – un paio di millenni prima della nascita di Cristo.
Ma se dal profondo passato arriva l’Ariete e il Respiro di Seth – con il suo potere (mai davvero espresso) e il suo potenziale pericolo – negli anni centrali del romanzo alcune figure risaltano più di altre. Perché la Storia con la esse maiuscola è sì la storia dei gruppi (comunisti o fascisti o confratelli che siano), ma è piegata però dalla storia dei singoli. In un passaggio di errori e incertezze. Di tentativi andati a vuoto. Di tensione verso un obiettivo che probabilmente non si raggiungerà. Non completamente. Ed è così che viviamo la vita del cinese Shanfeng o che seguiamo le vicende di un padre (Einrich Hofstadter) e di suo figlio – tedeschi – o quelle di un ricercatore giapponese. Immerse nella sequenza del caos – sopra al quale tenta di imporsi la società segreta che protegge (appunto) il Segreto. Riuscendoci – e non riuscendoci – nello stesso tempo.
Un libro ampio e complesso. Con una prosa sicura e un narrare senza quasi sbavature – che gioca con il caleidoscopio che propone – riuscendo ad essere un libro di avventura, una spy story, uno spaccato d’epoca e un buon testo cospirativo di fantascienza.
Un tipo d’opera difficile, che quando – come in questo caso – ha il peso architetturale ben sorretto dalle capacità di chi scrive, può davvero considerarsi memorabile.

Se siete curiosi – se ce l’ho fatta a stuzzicarvi almeno un po’ – vi consiglio il sito del libro http://www.lastrategiadellariete.org – lì potrete trovare l’incipit e altro materiale da scaricare gratuitamente – più informazioni varie sul libro e sugli autori. Nonché i link alle altre iniziative che Kai Zen sta portando avanti E le date delle presentazioni che man mano verranno organizzate.

E di seguito vi riporto lo “slogan” del libro e l’OTTIMA quarta di copertina. Non so se è stata scritta dagli autori o da qualcuno della casa editrice – ma il pezzo (che forse – involontariamente – fa un po’ il verso a Lucarelli) è veramente catching.

Chi incontra il demone muore,
chi non muore diventa schiavo,
chi non diventa schiavo diffonderà il demone.

Perché uno dei migliori sicari della società segreta della Triade, che controlla gli affari sporchi di una città sporca come Shanghai negli anni ’20, partecipa al primo congresso del partito comunista cinese?
C’entra forse il recupero effettuato nel mar della Cina di due antichissimi vasi su incarico del tormentato ed enigmatico prof. Einrich Hofstadter?
E quale ossessione, più di vent’anni dopo, attira nella foresta del Mato Grosso il figlio di Hofstadter, che ha scalato le gerarchie militari naziste con l’appoggio di alcune logge massoniche?
Si tratta dello stesso segreto che sconvolge la vita di Shelley Copeland, l’affascinante agente CIA che, durante una notte del 1957, viaggia attraverso il deserto texano, con un misterioso contenitore refrigerante nel bagagliaio, un milione di dollari ad attenderla in una cassetta di sicurezza e un morto sulla coscienza. Un segreto chiamato Al-Hàrith e custodito attraverso i secoli da una moltitudine silenziosa.
Mille volti, un’unica strategia: la strategia dell’Ariete.

Un romanzo di avventura, corale, storico. Il debutto dell’ensemble narrativo Kai Zen.

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