Ciao Cinzia1 e complimenti per il tuo podio in questa seconda edizione del concorso per letteratura minimale In Xanadu, indetto dalla nostra rivista. I nostri lettori ti avevano già “incontrato” nell’e-book della prima edizione ma allora non c’era stato modo di darti l’occasione di dirci chi sei e cosa fai nella vita (e cosa hai fatto di nuovo in questi ultimi due anni :-)…
Intanto grazie per la bella occasione che mi offrite di chiacchierare. Vorrei cominciare col dire che sono una violinista e un’insegnante (di violino), ma non sarebbe, per quanto oggettivo, la verità. Sono queste cose ma, da quando scrivo con una certa regolarità, mi sento anche una scrittrice; sebbene, solo a osare dirlo, ho paura di essere fulminata…In questi ultimi due anni, che poi sono anche i primi della mia esperienza, ho pubblicato una raccolta di racconti, Dall’ultimo leggio, con la casa editrice Traccediverse; diversi racconti in antologie di premi e in antologie di case editrici (Noir-Quindici passi nel buio, Traccediverse; Libera Uscita, Delosbooks; Il mio mare, La Mandragora); il mio primo romanzo, appena uscito, Eraclito e il muro, ed. GBM e sono in attesa dell’uscita di altri scritti: Il Professor Scelestus, romanzo per ragazzi, con Traccediverse; la poesia “Quando Jasmine sciolse la sua treccia” in un’antologia di Aletti editore, “La signora Rosa” in un’antologia erotica di Delosbooks e per la rivista Writersmagazine il racconto “Non c’è musica”. Poi ovviamente ho continuato il mio percorso nell’ambito della musica e questa estate, per esempio, ho avuto l’onore di accompagnare solisti di fama (come Agostini, Redaelli e Rogliano) al festival Mozartiano di Ortigia; e ho scritto il mio secondo romanzo, La jatta, che è in cerca di editore da Giugno.
Dopo il piazzamento con “La Casa” (un racconto interessante e particolare) cosa ti ha spinto a partecipare – con un testo di registro completamente differente?
Io scrivo solo dal 2004 e ho cominciato senza pensare affatto ai concorsi o alle pubblicazioni e, tutto sommato, neanche alla scrittura in sé, Scrivo, tuttora, perché ne sento un’esigenza prepotente, un bisogno vitale, direi, che ho aspettato a soddisfare sino ai 40 anni (una specie di regalo, dedicarsi a un sogno da sempre accarezzato, che mi son voluta fare entrando negli anta…sic). Non ci fu progetto per il racconto La casa né per L’ammiraglio, così come non c’è per i racconti più lunghi e addirittura per i romanzi. L’idea di partecipare al vostro concorso è stata dunque estemporanea, un modo di mettermi alla prova, di farmi giudicare. In realtà la casa e L’ammiraglio hanno rappresentato entrambi una ricerca della mia voce, del mio stile; l’ho davvero trovato con il racconto Il viaggio di don Bartolo da Pietrapersia (pubblicato nell’antologia del premio Una piazza un racconto e poi nell’antologia Libera Uscita) e da allora non mi ha ancora tradito… Questa vocina, come la chiamo (perché mi pare mi detti le cose che scrivo) è più vicina al racconto La casa, ne è un’evoluzione, direi, di quanto non lo sia allo stile de L’ammiraglio.
Come è nato L’ammiraglio? Quanto tempo ti ha portato via la stesura? Quanto – anche in questa edizione – ti ha dato problemi (o stimoli) il limite di lunghezza per il testo?
Vivo in una casa che si affaccia sullo Stretto di Messina, il mare fa parte della mia quotidianità, mio nonno era ammiraglio e mio padre comandante… credo che il racconto sia frutto d’una nostalgia, d’un fantasma… forse neanche mio. La stesura mi ha portato via circa mezz’ora. La lunghezza dei testi non è mai stata un problema né in un senso né nell’altro, d’altronde, di tanto in tanto, mi lascio sedurre anche da composizioni poetiche, sebbene non sia il mio campo.
Cosa hai pensato del tema proposto? come l’anno prima il bando era volutamente vago – nel senso che si poteva spaziare in molti modi partendo dalle indicazioni descritte… quale dei due temi ti aveva colpito di più?
All’inizio di questa esperienza (la scrittura, dico) coglievo ogni tanto dai bandi gli stimoli per scrivere dei racconti, la maggior parte delle volte veniva fuori un lavoro che col bando in questione non aveva niente a che fare (per es. il primo racconto della mia raccolta, Dall’ultimo leggio, scritto per il concorso Lama e trama); capita l’antifona ho preferito puntare a quei concorsi (ma ora praticamente non ne faccio quasi più) per cui avevo già un racconto pronto, casualmente. Così è successo per La casa. L’ammiraglio invece l’ho scritto apposta, dunque direi che il secondo concorso mi ha maggiormente stimolata.
Conosci qualcuno degli altri partecipanti o hai già letto qualcosa di qualcuno di loro – al di là delle presenze comuni tra le due edizioni del concorso?
Conosco Giovanni Buzi, di cui ho letto Sesso orrore e fantasia e il dolcissimo Agnese, che mi è molto piaciuto.
Hai dato una scorsa alle altre opere di In Xanadu II (proposte nell’ebook o sul sito) e se sì quali ti hanno colpito in qualche modo?
Premetto di avere appena un residuo di memoria a disposizione, purtroppo questo è davvero un mio problema, dunque spero di non sbagliare edizione citando Buzi, Di Finizio, Brasili.
Per questa seconda edizione abbiamo avuto meno partecipanti di quelli dello scorso anno – anche se dal nostro punto di vista si può comunque parlare di una ottima riconferma. Hai qualche consiglio su come potremmo migliorare l’organizzazione di una eventuale prossima edizione del nostro concorso (stiamo valutando – a questo riguardo – la primavera del 2007)? O hai proposte per un tema diverso da affrontare sempre nel limite delle 1800 battute? Che tema vorresti fosse trattato in una prossima edizione del concorso – per convincerti a partecipare ancora? ah – commenti o critiche sulla gestione anche più generale di In Xanadu II sono ovviamente ben accette.
Non ho critiche da fare e, se possibile, parteciperò ancora al concorso. Tra l’altro io amo i concorsi in cui non si è obbligati a stampare-fotocopiare-spedire… Per ciò che riguarda il tema non saprei, mi pare che le persone abbiano bisogno di parlare di sé, o di gente che sentano simile. Magari qualcosa attinente a temi immortali e generali che coinvolga maggiormente la vita di gente comune che lavora, ama, soffre, ride, o in alternativa qualcosa di divertente, di ironico.
Se partecipi ad altro, tu normalmente come scegli a che concorsi partecipare? quali sono i criteri più importanti per la scelta?
Non rabbrividite ma io partecipo quasi esclusivamente ai concorsi on-line, sono pigrissima e inseguita dagli impegni (violino, allievi, casa, cane, famiglia, romanzi etc.). Poi è importante l’idea che mi faccio dei concorsi, uno che mi piace è Una piazza un racconto, per es. dove si dimostrano piuttosto lungimiranti e non pubblicano solo storielle strappalacrime e dove il livello, almeno in termini tecnici di scrittura, è piuttosto alto
Quali sono le tue letture preferite – e che autori ti sentiresti di consigliare ad altri – per il loro valore, anche didattico, per lo scrivere?
Amo Sciascia, Verga, Pirandello, Hesse, Kundera, Marai, il primo Camilleri, Irving, Nabokov, Gogol, Pennac, Baricco, Silvana Grasso, Allende… e ho letto tantissimo altro che non ricordo più (solito problema della memoria). Non saprei cosa consigliare, non sono convinta che esista niente che si possa definire didattico tranne leggere il più possibile, ma non per affinare gli strumenti… piuttosto per affinare ed espandere il pensiero e l’anima. Sono di quelli che pensano che scrivere (o dipingere, o suonare) siano doni… come la fede. Credo poco nei corsi di scrittura (però magari è un preconcetto, ché non ne ho mai seguiti) e soprattutto penso che se si ha qualcosa da dire e si sono frequentate le scuole statali non ci sia bisogno d’altro, tranne l’estro… e quello non te lo dà nessuno.
Cosa ne pensi dell’editoria elettronica e delle produzioni come quella di KULT Underground/KULT Virtual Press?
Penso che siano un utile strumento per comunicare, dialogare col lettore, insegnare a leggere ai giovani che son più propensi ad avvicinare internet piuttosto che un tomo polveroso. Io però sono della vecchia generazione, quella che infilava i libri e i giornali nell’eskimo e li leggeva sotto il banco a scuola. Insomma continuo a sentirmi “affatata” dai libri in carta e inchiostro; ma, come dimostro spesso, mi adeguo, divertendomi, alle nuove tecnologie.
Hai un sito web o collabori con altre realtà in rete (o fuori rete) che si muovano in ambito letterario o culturale (la domanda è “tendenziosa” perché sappiamo di sì…)? Hai qualche consiglio di navigazione da dare a chi ci sta seguendo? E – soprattutto – qualche consiglio da dare a chi, come te, ha la passione dello scrivere – e magari sta cercando uno sbocco o una chance per farsi conoscere?
Ho un blog, www.cochina63.splinder.com, in cui mi diverto molto a giocare, scrivere, chiacchierare col mondo e che mi ha permesso di conoscere nuove persone (alcune, assurdo!, della mia città). Partecipo attivamente al forum di Writersmagazine della Delosbooks (di Franco Forte) e qui ho imparato tante regolette (rientri-spazietti-puntini etc.), ho letto critiche e consigli ai miei lavori, ho stretto amicizie che da virtuali son diventate vere e ho trovato un’inaspettata gratificazione a livello di pubblicazioni su carta tramite le loro selezioni per antologie e i premi; inoltre faccio puntatine (tempo permettendo) da voi, su Opifice, Poetica, Parole di Sicilia, Operanarrativa, Nuoviautori.org, Arteinsieme (magari ne dimentico qualcuno…) e su blog di amici scrittori. Consigli? Essere curiosi, umili, generosi sul web, non lasciarsi tentare dalle facili pubblicazioni a scapito dei propri ideali, insistere senza paura (se davvero si crede in ciò che si scrive) ma tenere in primo conto le critiche al proprio lavoro, evitare le polemiche sterili in generale (si rischia di essere cacciati, come è successo a me, nei primi approcci col web, da Ozoz, fortunatamente non prima di aver conosciuto Fabrizio Bianchini e Remo Bassini che mi hanno convinta a scrivere sul serio)
Grazie per il tempo che ci hai dedicato – e scusaci ancora per l’enorme ritardo prima di questo incontro virtuale.
1 Cinzia Pierangelini, autrice del racconto L’Ammiraglio, classificatosi TERZO nella sezione PROSA della seconda edizione di In Xanadu II