KULT Underground

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Intervista a Scott Nydegger

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http://www.radoncollective.org/SPIP/

Radon è il nome di un collettivo americano, di stanza a Portland, Oregon, sebbene i suoi membri si definiscano apolidi. Ovunque è la loro casa, girano continuamente per il mondo facendo concerti di grande impatto e coinvolgimento per il pubblico, tessendo continuamente una fitta rete di collaborazioni e progetti con altri artisti internazionali, tutti di grande interesse sperimentale. E’ quindi un’etichetta che ha prodotto o distribuito ad oggi dischi di notevole (e tremenda) bellezza (e purezza). Tra questi, vi sono lavori degli Smegma di Pasadena, insieme fin dal 1973, uno dei gruppi più anomali e sfuggenti di tutte le avanguardie americane, di Steve MacKay, ex sassofonista degli Stooges di Iggy Pop e dei Violent Femmes, di Koonda Holaa and The Beetches (ovvero Kamilsky, di origine ceca, già strumentista dal vivo con i Residents, tecnico del suono dei NON e dei Death in June) etc.

Fondata nel 1998-99 da Scott Nydegger (Sikhara), la Radon ha in questi anni manifestato anche molta attenzione verso le avanguardie musicali europee e italiane, producendo e promuovendo validi artisti nostrani.

Davide

Hello Scott, how are you? Radon is a chemical element, the last one of the periodic system, a noble and rare gas. Is there some relation between this and your way of making music? Reasons of the name apart, would you like to tell us when Radon has born, who has founded Radon with you? What were the reasons for starting this Collective?

Ciao Scott. Il radon è un elemento chimico, l’ultimo della tavola periodica, un gas nobile e raro. C’è una qualche relazione tra ciò e il tuo/vostro modo di fare musica? Ragioni del nome a parte, ci racconti quando è nata la Radon, chi l’ha fondata insieme a te? Quali sono state le ragioni che hanno portato a iniziare questo Collettivo?

Scott

The name originates in a kind of joke. For a time, many American buildings were being “haunted” by asbestos, radon, strange gases, etc.. Just these kind of this things you hear about on the news, where people are being poisoned in their homes and work places. I guess I find humor in it because it’s so typically American. To exist in fear of something intangible. You can’t see it or smell it, but it’s coming for you… It’s not hard to convince Americans to fall into hysterical frenzie. Fear is our national product. Our original recording studio, began in January l998 in North Carolina, was in a basement shared by my first partner in the studio, Ed Cooper. He used to call the basement the radon trap and the name just kind of stuck.

The studio, which shortly thereafter moved into the place of Paul Beauchamp, was the point of origin for the collective. It became the gathering point for my collaborators of the 90’s and a destination for the people we began to meet in our travels and invite to join us for musical collaboration. It is where the collective was essentially born.

There is no connection between the name Radon and the music or activity we produce, but if I had point out a connection in the name and my life mission, it would be fear. To instal within the audience that same fear by way of live performance.

Il nome è nato quasi per scherzo. Per qualche tempo molti edifici americani sono stati “infestati” da asbesto, radon, strani gas etc. Proprio quel genere di cose che si leggono sui giornali, e a causa delle quali le persone potrebbero essere avvelenate in casa propria o sul posto di lavoro. Penso vi sia dell’umorismo in questo, perché è così tipicamente americano. Esistere con la paura di qualcosa di intangibile. Non puoi vederlo o fiutarlo, ma sta venendo da te… Non è affatto difficile convincere gli americani a cadere nel delirio isterico. La paura è il nostro prodotto nazionale. Il nostro studio di registrazione originale, nato nel gennaio del 1998 nella Carolina del Nord, era situato in un seminterrato condiviso con il mio primo collaboratore, Ed Cooper. Egli era solito chiamare quel seminterrato la “trappola di radon”, così che finimmo per appiccicarvi quel nome.

Lo studio, che in breve trasferimmo poi in un posto che apparteneva a Paul Beauchamp, fu il punto d’origine del collettivo. Negli anni ’90 divenne il punto di raccolta dei miei collaboratori e una destinazione per la gente che cominciammo a incontrare lungo i nostri viaggi, che invitavamo a unirsi a noi per delle collaborazioni musicali. Fu dove, in sostanza, il collettivo nacque. Non c’è nessun collegamento tra il nome Radon e la musica o l’attività che produciamo, ma se dovessi trovare una connessione tra il nome e la mia missione di vita, questa sarebbe la paura. E trasferire nel pubblico quella stessa paura attraverso i concerti.

Davide

Sikhara is your group or a project in perpetual state of motion with ever-rotating members, led by you, Sam Lohman and Paul Beauchamp since 1999. You play machinery and acoustic instruments together, creating a ritual music made of primitive percussions and electronics.

If ritualism or the ritualization, in accordance with ethnology, is determined by the following of rules and definite schemes, having for object the _expression of some symbolical values and so developing, carrying out a communicative function, which rules or schemes do you follow, which symbolic values do you want to live and express in your making music, as Sikhara and as Radon Collective?

Sikhara è un gruppo o progetto in perpetuo stato di movimento con membri in continua rotazione, capitanato da te, Sam Lohman e Paul Beauchamp fin dal 1999. Suonate insieme sia macchine elettroniche, sia strumenti acustici, creando una musica rituale fatta di percussioni primitive e di elettronica.

Se il ritualismo o la ritualizzazione, secondo l’etnologia, si definisce seguendo regole o schemi definiti, che hanno per scopo l’espressione di certi valori simbolici, e dunque svolgono una funzione di carattere comunicativo, quali regole o schemi seguite, quali valori simbolici esprimete e volete vivere ed espirmere con il vostro modo di fare musica, come Sikhara e come Radon Collective?

Scott

To overly simplify a response, I think the key element would be moving from place to place and having genuine communication with the people in each location. The people who are inviting us for concerts or helping to spread our music are logically of a similar mindset. Beginning to see these people throughout the world as a global community is an essential point to the whole process. I think slowly the totality of the experimental/fringe genre scene is coming to the exact same conclusion, especially now in the US. As everybody’s energies begin to move in a common direction, it opens the possibilities for everyone involved. Though I would like to think we are doing something unique and special, I think you could easily relate our ritualistic approach to music and life to many things that are currently happening with other bands and projects.

Per semplificare una risposta, penso che l’elemento chiave potrebbe essere il muoversi da un posto a un altro e avere una genuina comunicazione con le persone in ogni luogo. Le persone che ci invitano ai concerti o ci aiutano a diffondere la nostra musica costituiscono logicamente un terreno mentale consimile. Cominciare a vedere queste persone ovunque nel mondo come una comunità globale è un punto nodale per l’intero processo. Penso che lentamente la totalità della scena e delle frange di genere sperimentale stia arrivando alla stessa esatta conclusione, specialmente negli Stati Uniti di questo momento. Come se le energie di tutti cominciassero a muoversi verso una comune direzione, il che apre a ciascuno possibilità di evolvere. Mi piacerebbe pensare che stiamo tutti facendo qualcosa di unico e speciale e penso che tu possa facilmente mettere in relazione il nostro approccio ritualistico alla musica e alla vita con le molte cose che ci stanno comunemente capitando nell’incontrare altri gruppi e progetti.

Davide

Until now you have paid a particular attention to european underground experimental music (french artists as Ripit / Nyko Esterle and Jean-Louis Costes, for instance, or the portoguese Mécanosphere and many italian musicians too as Ovo, Daniele Brusaschetto, Mirco Rizzi aka Ashtool). How is born this interest towards european and italian experimental music? Are there other italian musicians that you appreciate?

Finora hai rivolto particolare attenzione all’underground europeo di musica sperimentale (artisti francesi quali Ripit / Nyko Esterle e Jean-Louis Costes, a esempio, o i portoghesi Mécanosphere e anche molti altri musicisti italiani come Ovo, Daniele Brusaschetto, Mirco Rizzi aka Ashtool). Com’è nato questo interesse verso la musica sperimentale europea e italiana? Ci sono altri musicisti italiani che apprezzi?

Scott

There is an undeniable focus in what we are doing towards the European underground. Of course this is largely due to the fact that I as the de facto leader of the collective have spent the majority of the past years traveling in Europe. Basically out of a preference to living there rather than the US.

I never had any specific intention in targeting Italy, but it has certainly evolved into a major part of our actions in Europe. The beginning point was really with Daniele Brusaschetto. All of my first encounters with European artists came from the world of late 80’s/early 90’s home-tapers. Like many of the people I am working with now, our first communications came from the pre-internet days of trading cassettes by postal mail. I was always aware of and loved the music of Daniele even before corresponding with him. Yet quickly after establishing communication with him, the Italians just kept coming and wonderful Italian artists like Bruno Dorella, Mirco Rizzi and Fabrizio Palumbo blessed me with their friendship and music. Beyond these friends who I’ve been active with for more than 5 years I could still list countless people who have assisted us with projects in Italy. I joined with Massimo from Zu to back Damo Suzuki for some line ups of his ever changing Network, which lead to Steve Mackay touring with Zu…More great bands than I could possibly mention including Mondo Cane, Ludmilla, Scum, Echran, Zurich against Zurich…Fabulous places such as the Boccaccio squat in Monza, Hybrida near Udine, the tragically defunct Library Accoustica, Torcheria in Milano…

I couldn’t even begin to articulate the influence and wonderful support we have received in Europe, but places like France, Portugal, all of the Balkans, Czech Republic and Slovakia stand out to me as some of the most important places in my life and the development of the collective.

C’è un innegabile interesse focalizzato su quello che stiamo facendo verso l’underground europeo. Naturalmente ciò è dovuto in larga misura al fatto che io sono stato di fatto il leader di un collettivo che, negli anni passati, ha trascorso la maggior parte del tempo a viaggiare per l’Europa. E ciò a prescindere da una preferenza di viver là piuttosto che negli Stati Uniti.

Non ho mai avuto una specifica intenzione nel prediligere l’Italia, ma è certamente la nazione che si è più coinvolta nella maggior parte delle nostre azioni in Europa. Il punto di partenza è stato Daniele Brusaschetto. Tutti i miei primi incontri con artisti europei sono scaturiti dal mondo degli home-tapers (musicisti che registrano in casa su cassette) dei tardi anni ’80 e primi ’90. Come gran parte delle persone con cui adesso sto lavorando, le nostre prime comunicazioni in tempi anteriori a Internet avvenivano attraverso lo scambio di cassette via posta. Ho sempre conosciuto e amato la musica di Daniele ancor prima di avere con lui una corrispondenza. Subito dopo aver stabilito con lui una comunicazione, altri italiani vennero e alcuni artisti magnifici come Bruno Dorella (Ovo – Ronin), Mirco Rizzi (Ashtool) e Fabrizio Palumbo (Larsen) mi hanno onorato della loro amicizia e con la loro musica. Oltre a questi amici, con cui sono stato attivo da cinque e più anni a questa parte, potrei elencare una lunga lista di persone che in Italia ci hanno assistito nel nostro progetto. Ho collaborato con Massimo degli Zu fino a Damo Suzuki in alcune formazioni del suo sempre mutevole Network, che ha guidato Steve MacKay in tournée con gli Zu… Tra i più bravi gruppi che io possa menzionare, includo Mondo Cane, Ludmila, Scum, Echran, Zurich against Zurich… O posti meravigliosi come lo squat Boccaccio di Monza, Hybrida vicino a Udine, la purtroppo defunta Libreria Acoustica Torcheria a Milano… Non potrei nemmeno articolare a parole l’influenza e lo splendido supporto che abbiamo ricevuto in Europa, ma posti come Francia, Portogallo e tutti i Balcani, Repubblica Ceca e Slovacchia significano per me alcuni dei luoghi più importanti nella mia vita e nello sviluppo del collettivo.

Davide

In the Radon catalogue there are musicians of heterogeneous vanguard music. I think about your last compilation, the desert opening song of Kamilsky (Koonda Holaa), the minimal noises of self-made (non)-instruments of Mr. Natural, the electro-acoustic totally-free music almost jazz since 1973 of Smegma, the tribalism-ritualism of 36, Tenth to the moon (almost ambient) and Sikhara, the chaos-core of Ovo, the industrial rock of Brusaschetto and Ashtool, the ethno-electronic noise of Ripit, the percussions of Nequaquam Vacuum, the free-jazz spirit of the saxophone of Steve MacKay. What do you share in common at last in this great variety of different music material? What does determine, according to you, the Radon style and project?

Nel catalogo della Radon ci sono musicisti di musica d’avanguardia eterogenea. Penso alla vostra ultima compilazione, la desert song d’apertura di Kamilsky (Koonda Holaa), ex dei residents, i rumori minimali dei (non)strumenti musicali fatti da sé di Mr. Natural, l’elettro-acustica totalmente improvvisata quasi free-jazz fin dal 1973 degli Smegma, il tribalismo-ritualismo di 36, di Tenth to the Moon (quasi ambient) e dei Sikhara, il chaos-core degli Ovo, l’industrial rock di Brusaschetto e Ashtool, il noise etno-elettronico di Ripit, le percussioni di Nequaquam Vacuum, il sax free-jazz di Steve MacKay (ex Stooges e Violent Femmes). Cosa avete in comune in ultimo in questa grande varietà di diverso materiale musicale? Cosa determina, secondo te, lo stile e il progetto Radon?

Scott

In my own mind I see a clear musical link in these projects which I think is obviously displayed in the continuity of the compilation. That cd is the most clear representation in the form of sound we could offer for the projects we are working with. But if there is any style or link between the different people it is very much in the way of thinking. Despite vastly different backgrounds and thought processes, all of these musicians, while being very friendly and open to communication/cooperation, are existing very much outside any traditional method for how things should be done. All of the artists are making some extreme decisions in how to live their lives and how they will present the music they are making to the public.

Dal canto mio vedo un legame musicale chiaro in questi progetti, il quale penso sia ben dispiegato nel corso della compilation. Quel cd è la più chiara rappresentazione della forma di suono che noi offriamo attraverso i progetti a cui lavoriamo. Ma se ci dovesse essere un qualunque stile o legame tra le diverse persone è sicuramente nel modo di pensare. A dispetto dei background assai diversi e dei processi di pensiero, tutti quei musicisti, che condividono grande amicizia e apertura alla comunicazione e cooperazione, esistono al di fuori di un qualsivoglia metodo tradizionale sul come le cose debbano essere fatte. Tutti quegli artisti hanno preso una qualche decisione estrema sul modo di vivere le proprie vite e su come presenteranno al pubblico la propria musica.


Steve MacKay

Davide

You have been recently on tour, also in Europe and Italy, with the Radon Ensemble, an open group led by you and Steve MacKay. Who else has taken part in this tour? For the audience you have been a group of great communicativeness with a great energy and cohesion in improvisation. A fine experience. Which prevalent impression have you brought home at last? Live-acts as yours are something involving to live, musicians and audience together. Notwithstanding this, there could be a sense in making a cd or a dvd about it? Are you thinking of doing it?

Sei stato recentemente in tournée, anche in Europa e Italia, con il Radon Esemble, un gruppo aperto capeggiato da te e da Steve MacKay. Chi altri ha preso parte? Per il pubblico siete stati un gruppo di grande comunicatività con grande energia e coesione nell’improvvisazione. Una bella esperienza. Quale impressione prevalente ne hai riportato a casa infine? Concerti come i vostri sono qualcosa che coinvolgono, da vivere musicisti e pubblico insieme. Ciò nondimeno, potrebbe avere un senso farne un cd o un dvd? Ci state pensando?

Scott

Without any specific intention, the tours of Radon Ensemble have taken on a sort of freak show/carnival-like atmosphere. As we arrive in various places, often including members from 3-4 countries, we seem to generate as much interest off the stage as on it. I think people all over are seeing the direction the world is taking and considering radical life changes. All of our freakish personalities and life styles, seem to intrigue people wherever we go.

Many of the Radon projects are striving to blur the line between audience and band and nobody imbodies this spirit more than Steve. The whole period surrounding the release of Steve’s cd “Michigan and Arcturus” has been the most intensive period of live performance we’ve had. I can’t express how tremendous the response has been. The shows were fantastic, but the personal relationships we’ve all established in the process are what really stands out. I’ve never been one to give so much thought to documentation, but many people along the way took it upon themselves to take care of things like photographs and live recordings.

At the end of the tour I had a tremendous wealth of live recordings, which I have edited down to an lp to be released on the Milano label QBICO. I think the record truly captures the live spirit of the concerts we made in the Arcturus tour.

Senza alcuna specifica intenzione, i tours della Radon si svolgono in un’atmosfera di tipo freak/show carnevalesco. Come arriviamo da qualche parte, aggiungendosi spesso a noi membri da altre tre o quattro nazioni, sembriamo generare altrettanto interesse fuori come sul palco. Penso che ovunque le persone stiano capendo quale direzione sta prendendo il mondo e cominciano a considerare dei radicali cambiamenti di vita. Tutte le nostre personalità un po’ “freak” e i nostri stili di vita, sembrano intrigare la gente ovunque noi andiamo. Molti dei progetti Radon tendono a confondere e annullare la linea tra il pubblico e la band e nessuno meglio di Steve riesce a impersonare tutto ciò.

L’intero periodo intorno all’uscita del cd di Steve “Michigan and Arcturus” è stato il più intenso mai avuto dal vivo. Non riesco a esprimere tutto l’enorme riscontro che ha avuto. Gli spettacoli erano fantastici, ma le relazioni personali che abbiamo stabilito nel frattempo sono ciò che veramente conta. Non sono uno che si sia mai dato pensiero di documentare alcunché, ma a ciò vi hanno pensato molte persone lungo la via, facendo fotografie e registrazioni.

Alla fine del tour ho avuto una grande abbondanza di registrazioni dal vivo, che ho editato per un lp che sarà rilasciato a Milano dall’etichetta QBICO. Penso che il disco catturi lo spirito dei concerti che abbiamo fatto nell’Arcturus tour.

Davide

Lastly, what is doing Radon Collective now and in the near future?

Per finire, cosa sta preparando ora e nel più vicino futuro il Radon Collective?

Scott

I’m in a bit of a reclusive periods for a couple of months while we prepare a huge wave of Radon activity for the rest of the year. I am currently holed-up in Nashville, Tennessee, the country music capital of the world. It makes sense with a twisted sort of logic.

We will devote a lot of energy this autumn to tours in the United States focusing on European artists. Ovo will be back for the 3rd tour I’ve organized for them, Jean Louis Costes has really inspired huge interest here and I think his tour will receive a lot of attention. The Sonitus compilation will be followed up with a 2007 version and we are also working on a sort of “Opera” collaboration project, including work with our entire studio network and many of Radon’s musicians.

Mi trovo un po’ in un periodo di reclusione, per un paio di mesi, mentre prepariamo una grande ondata di attività per il resto dell’anno. Sono attualmente rintanato a Nashville, Tennessee, la capitale mondiale della musica country. Ha il suo senso in una mia sorta di contorta logica.

Dedicheremo molte energie quest’autunno al tour negli Stati Uniti con al centro i nostri artisti europei. Gli Ovo torneranno per il terzo tour che ho organizzato per loro, Jean Louis Costes ha suscitato davvero grande interesse qui e penso che il suo tour riceverà molta attenzione. La compilation Sonitus sarà seguita da un’altra del 2007 e stiamo già anche lavorando e collaborando a una sorta di “Opera”, che includerà la nostra rete di collaboratori e molti musicisti della Radon.

Davide

Thank you Scott.

Scott

Thanks for taking the time and for your insightful interview.. Your questions seem to probe into music, the existance of the collective and general feelings in life. These things are all mixed together as one for me.

Grazie per aver dedicato del tempo e per la tua penetrante intervista… Le tue domande sembrano voler esplorare la musica e insieme l’esistenza di una comunità o di un generale modo di sentire nella vita. Queste cose sono tutt’uno per quanto mi riguarda.

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