Edizioni Einaudi
Narrativa romanzo
Collana Frontiere
Pagg. 120
ISBN 9788806204655
Prezzo € 17,00
La vita
“Ma l’inverno èanche stagione prodiga di insegnamenti, se solo lo si vuole ascoltare: èsufficiente pensare che tutto ciò che appare come una morte è in realtà unriposo, un modo diverso di operare, carico di attesa. E capace di sorprese: glialberi, per esempio, così spogli da apparire secchi, o i prati ingialliti dalgelo, non appena sono baciati dalla galaverna si rivestono di brillanti escintillano tra le nebbie mattutine.”
Già dalle prime pagine, con ilprologo in cui Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose, ci parla della suacella, dell’importanza di quelle quattro mura che, senza imprigionare,racchiudono l’esistenza di un essere umano, si viene avvinti da un profondosenso di serenità, si avverte chiaramente che le parole non sono solo strumentoper comunicare, ma sono anche note di una sinfonia profonda, un lungo splendidoadagio sulla vita.
Ogni cosa alla suastagione e non Ogni cosa ha la sua stagione è quasi unimpercettibile, ma importante spostamento del senso, perché in tal modo prendecorpo la nostra realtà, fatta di sentimenti, di umori, di passioni, di cose checi accompagnano, tangibili, immote, ma che riempiono il nostro quotidiano,insomma noi siamo fatti come siamo, così, umili soggetti nel percorso chedall’alba ci conduce al tramonto e che ci fa appartenere al tempo, quel tempoche cerchiamo invano di aggirare, di velocizzare, nell’illusione di essereprotagonisti e insieme creatori del disegno divino.
E quella cella è fatta di cose, chefiniscono con il ricordarne altre, analoghe, ma non uguali, come tavoleantiche, robuste, realizzate per ospitare numerosi commensali, perché ilmangiare insieme è l’occasione per una reciproca conoscenza, per capire glialtri e quindi noi stessi.
E’ evidente che il tema del ricordoè il filo conduttore di questo libro, ma non si esaurisce in sempliciriproposizioni di eventi e persone del passato, anzi da questi trae spunto perriflessioni che non sono un mero esercizio stlistico e filosofico, mal’opportunità per una maggiore conoscenza interiore, per comprendere la nostraevoluzione, per seguire o interrompere un percorso intrapreso, per dare unsenso non banale alla nostra vita.
Sono pagine che faranno la gioia deicredenti, ma che di certo daranno risposte più che plausibili anche agli atei,perché è sempre presente il rapporto con un’entità superiore come ciascun animola può creare, un Dio per ogni uomo anche se infine queste immagini del Supremopoco a poco si fondono per rientrare in un’unica grande visione di chi presiedea tutto il perfetto caos dell’universo e anche, quindi, alla nostra vita.
Guardare dentro di noi, seguendo latraccia di questo bellissimo libro, è scoprirci poco alla volta, è quasiun’autoconfessione da cui usciremo, sempreché siamo stati sinceri nelgiudicarci, uomini nuovi, consapevoli del proprio destino, e allora riusciremoa dare valore a tante piccole cose che ci accompagnano, ritrarremo da loropiaceri e sensazioni prima mai provate, come quando, sorseggiando insieme adamici un bicchiere di vino buono, troveremo che ne beneficiano il nostro palatoe la nostra anima, grazie a quelle poche parole scambiate fra i silenzidell’assaggio,
magaridavanti a un focolare scoppiettante, tra le cui fiamme potremo cogliere lavisione del nostro passato.
Amo questo libro, così profondo epur così lieve nell’esposizione – la mano dell’autore è felice e indulge allapoesia – , perché, fermando quella corsa per il fatuo in cui tutti più o menosiamo coinvolti, consente di addentrarmi nel mio intimo, per sapere chi sono edove vado, domande che prima o poi tutti gli uomini dovrebbero porsi, e questapossibilità che mi è offerta dalla grande serenità di Enzo Bianchi è un’esperienza rara e di straordinaria importanza.
Leggere queste pagine è come tornarea nuova vita, una resurrezione che porta alla speranza che un mondo migliorenon sia solo un’utopia, ma che si possa realizzare, a cominciare con il sensoche ognuno di noi deve dare alla vita, troppo bella a saper cogliere i suoimolteplici aspetti per essere sprecata nella continua rincorsa di nuoviobiettivi che risultano sempre essere illusori.
Enzo Bianchi (1943),fondatore e priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testisulla spiritualità cristiana e sulla tradizione di dialogo della Chiesa con ilmondo contemporaneo. Scrive su «La Stampa», «la Repubblica» e «Avvenire». PerEinaudi ha curato Il libro delle preghiere (1997), Poesie diDio (1999), Regole monastiche d’occidente (2001), e ha pubblicato Ladifferenza cristiana (2006), Il pane di ieri (2008), Perun’etica condivisa (2009) e L’altro siamo noi (2010). Nel 2010 escesempre per Einaudi Ogni cosa alla sua stagione e Insieme, cheraccoglie La differenza cristiana , Per un’etica condivisa e L’altrosiamo noi.