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Mannaggia Santa Pupa & Il tesoro di Sant’Ippazio

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Mannaggia Santa Pupa – Danilo Siciliano
pag. 142, euro 12.00
 
Il tesoro di Sant’Ippazio – Alberto Colangiulo
pag. 190, euro 14.00.
 
Lupo (Lecce, 2013)
 
Danilo Siciliano e Alberto Colangiulo sono due giovani salentini, dei quali parliamo ‘contemporaneamente’ perché entrambi sono al loro libro d’esordio, e per lo stesso editore; nonostante il primo svolga l’attività giornalistica, in maniera professionale, mentre il secondo sia impiegato “nel settore metalmeccanico”: ma Siciliano è laureto in Giurisprudenza e Colangiulo in Filosofia. E ne parliamo ‘insieme’ anche perché come potrete accorgervi dal titolo dei libri, i romanzi sembrano avere delle affinità. Il fatto, però, è che i punti di coincidenza e i segmenti che accomunano queste due prove letterarie sono, chiaramente, oltre il titolo. Ché, tanto per cominciare, Danilo Siciliano pur scegliendo di privilegiare una storia arrivata direttamente dal passato forse un po’ biografico, porta un rimpianto comunque coraggioso a lettrici e lettori disposti ad ascoltar senza piangere per forza. Dove, infatti, Alberto Colangiulo invece di soffermarsi sul nostalgismo si mette a scherzare con la trama. Tanto da inventarsi l’ennesimo commissario – il maresciallo Gerardi (giovane investigatore insomma) – che appunto deve cimentarsi nel frugare tra superstizioni, tradizioni e, giustamente, veri segreti del piccolo paese preso a soggetto d’ambientazione. Quindi abbandoniamo subito le trame, le vicende dei testi. Al fine di calarci nella scrittura. Colangiulo propone una semplicità, un’essenzialità somigliante al discorso di presa diretta ma che in alcuni punti s’impenna, e darci barlumi d’eleganza: “La casa della Maria baciava dal lato lungo la chiesa di Sant’Ippazio”. Disegnando al dunque le gambe giuste al briccone Fischio. La scorrevolezza e l’agibilità che troviamo in buona parte delle righe di Siciliano è veramente allungata da momenti paratattici spensierati, flussi di situazioni e pensieri sicuri d’accanire chi legge nella sua volontà. Buona la prima, dunque.

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