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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Settembre. Come dire: di nuovo "in onda". Dopo un numero estivo di tutto rispetto (in cui svettavano due racconti lunghi di ottimo livello, uno dell’ormai di casa Claudio Caridi, e un altro di Enrico Miglino, autore che sempre più sta facendosi conoscere sulle pagine di KULT1) riprendiamo con entusiasmo il normale fluire mensile con tre poesie e ben cinque scritti in prosa.
Ma prima di iniziare voglio ricordarvi (quasi per l’ultima volta) che il concorso1 artistico1 "
Il ritorno di Holden
" sta per chiudere i battenti, e che se volete partecipare (con la speranza di vincere magari uno dei tanti premi in denaro) dovete iniziare ad affrettarvi… e per saperne di più non dovete far altro che collegandovi al nostro sito3, o a quello del comune di Modena e sbirciare regolamento e modalità varie.
Che dite? Non vi ho ancora detto di Racconti e Letteratura, il sito2 di Raffaele Gambigliani Zoccoli che si occupa di Racconti&Poesia&Letteratura e che ha links su riviste concorsi e altro? Sicuramente una svista… anche perché non posso sicuramente non dirvi che da un mesetto è attiva la loro mailing list e che quindi se volete potete essere sempre aggiornati con facilità su tutto quanto capita in quelle pagine (come, ad esempio, la presentazione a Bologna dell’ultimo libro di Giovanni Bergamini – che, come forse ricorderete, è apparso con due opere anche in SUSSURRI)… e in più sarete aggiornati su tutte le tantissime iniziative "collaterali" che stanno mettendo in piedi, volte a una sempre più grande visibilità dei testi pubblicati.

Ma adesso, bando ai convenevoli, e gettiamoci nella mischia.

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Apre la parte dedicata alle poesie una coppia di scritti, raccolti sotto il nome complessivo di Visione, proposti da un "vecchio" di KULT Underground, presente in modo sporadico, ma probabilmente ben vivo nel ricordo di tanti:
Matteo Ranzi
. I due testi, creati dopo un viaggio a Gerusalemme hanno una dignità propria anche presi separatamente: la poesia, carica di simbologie e di misticismo, ha un ritmo arso e stridente, e il suo susseguirsi di immagini via via più complesse ben rende l’idea del deserto, della lotta, dei millenari problemi di un popolo e di un luogo che lo tiene unito, mentre il racconto, anch’esso, è vero, intriso di odori forti e speziati, riesce a rendere in poche righe qualcosa di molto diverso. L’impatto con il reale, l’atterrare dopo un volo fatto di voci, di sentito dire, di narrazioni da chiesa, è brusco. La "leggenda" subito sembra in qualche modo infrangersi con ciò che adesso è veramente quel luogo, oggetto di culto da parte di mille religioni diverse. Ma alla fine, con un gesto semplice, con una figura sola, con una grotta che non può lasciare indifferenti, tutto sembra in qualche modo rinascere. Un buon ritorno di Matteo, che, come ho sempre pensato, sa dipingere grandi "visioni" anche in prosa.

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La signora del vuoto di
Fabrizio Cerfogli
, stupirà sicuramente tutti coloro che si ricordano degli splendidi testi che questo autore ha passato per SUSSURRI. Il ritmo studiato e attento, il lessico misurato e preciso, si scontra in questo inno all’esperienza del volo, in questa trasposizione del lancio con il paracadute con un procedere quasi a marcetta, con qualche rima che scandisce il tempo, e una sequenza di metafore – di immagini – dal gusto quasi sperimentale… ma già ad una seconda lettura si capisce cosa c’è che non va, cosa fa sembrare stridente tutto il costrutto: abituati ad altro stiamo sentendo questo canto con la musica sbagliata… sentiamo le sue parole e immaginiamo una base che non è quella giusta, perchè quella giusta è il suono del vento, è il rumore dell’aria intorno a noi, è, soprattutto il battito del cuore chiaro come un tamburo sulle nostre tempie, e le parole non sono che vento anch’esse, non sono che il ritmo giusto dell’esistere quando si vive con l’adrenalina al massimo. Ripeto, non sarà facile ad una prima lettura apprezzare questo testo, senza l’esperienza del volo in comune, ma non di meno consiglio di provare ad immergervi nel suo cielo, e gettarvi.
Una nota: Fabrizio è l’autore anche dell’immagine di sfondo.

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Di tutt’altro stampo è invece Inesistente di
Enrico Miglino
. Ogni singola parola, in questo breve componimento, sembra flutturare appena, rallentando man mano il blando ritmo, fino alla ricerca di una stasi. Le immagini, i suoni evocati, il tema stesso della poesia, tutto si condensa in uno splendido finale in cui l’idea dell’ineluttabilità di certi destini si fonde con l’immensità di un mare unico a cui noi tutti apparteniamo, e che rende incerto e inutile insieme ogni movimento, ogni ragione per agire. Inutile sottolineare come lo stile di Enrico mi affascini per quel suo modo tutto particolare di costruire i ponteggi e le struttue di pur semplici frasi, lasciando spazio all’immaginazione, ma tracciando nello stesso tempo un sentiero certo da cui il lettore non può allontanarsi.

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Se il primo dei testi in versi era in realtà un ben orchestrato mix di poesia e prosa, il primo dei "racconti" che vado a presentarvi è più un passaggio introspettivo, più un volo mentale, che un vero e proprio episodio narrativo. Roberta di
Roberta Cavallo
è una forte riflessione su un momento buio della vita, su uno di quei momenti che irrompono nella realtà, frantumandola, e lasciando una pioggia di carte, al posto del castello della nostra sicurezza. Ma la vita sa e deve andare avanti, e dal dolore di un attimo indimenticabile di tragedia non può non nascere una spinta migliore a proseguire, una carica nuova, più forte, ad immergersi di nuovo nel fiume a cui tutti apparteniamo.
Lo stile diretto di questo breve componimento lo rende più verosimilmente autobiografico, e di conseguenza intenso e sfuggente. Nel complesso lo definirei una pagina di diario "universale", una di quelle, cioè, che tutti noi dobbiamo prima o poi, in qualche modo scrivere, e rileggere.

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Dedicato all’ospite5 d’onore della XII4 Convention4 dello Star Trek Italian Club Visita a sorpresa è un divertente racconto breve di
Claudio Caridi
, che si cimenta in una surreale previsione di ciò che potrebbe accadere se questo attore tentasse di giungere alla manifestazione PRIMA del giorno stabilito… il sottile umorismo che permea tutta quanta la narrazione è molto "per addetti ai lavori" e avrà ovviamente più effetto su chi, a meeting del genere, ha già avuto in passato modo di partecipare. Nonostante questo, il testo è scorrevole, e come di consueto ben scritto ed avvincente, e merita quindi un’attenta lettura. E chissà che non vi venga voglia poi di partecipare alla convention per verificare quanto profetiche possono essere state le parole di Claudio…

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Alla sua seconda apparizione sulle nostre pagine, l’autore di ,
Gabriele Di Marco
, si ripropone con un altro ottimo testo molto diverso sia per contenuti, sia per stile: da quello che l’ha fatto conoscere ai lettori di questa rubrica: Il Dottorando. Potremmo definire forse questo testo un gradevole affresco della fine di una età sociale: se di solito il taglio con la propria giovinezza, con il proprio passato è dato dalla fine della scuola superiore, o dalla successiva entrata nel mondo del lavoro, o ancora, dall’anno di leva, per alcuni, e sono un numero sempre crescente di persone, l’università diventa quel limbo che riesce a ritardare quel distacco, diventa cioè quell’incubatrice in cui si cresce ancora, legati però alla famiglia, a certi doveri, a certi altri valori. Nel racconto di Gabriele, l’attesa di un ragazzo prima di iniziare a discutere la sua tesi, diventa perciò un momento ancora più grave, ancora più carico di significati: una seconda nascita, più importante quasi della prima, perchè voluta, perchè sofferta in prima persona. Ma il testo è questo, e di più ancora. Una sorta di discussione sul significato di molte cose, sul senso di esse, e sulle ipotesi per il futuro.
Che dire? Un buon testo, che merita la lettura e che conferma l’abilità dell’autore di muoversi a tutto campo nelle ambientazioni che crea.

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Cavie da laboratorio di
Marco Giorgini
è un breve racconto collocabile nel filone fantascientifico, carico di tensione e saturdo di una atmosfera cruda e disillusa. Un professore, grazie a innesti e ad alterazione genetica, riesce a creare una colonia di cavie fuori dal comune, ma non è sempre detto che i successi debbano essere premiati…

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Premesso che l’ordine in cui appaiono i testi in SUSSURRI è una mia scelta personale, dettata più dall’istinto che da una logica di fondo, non posso non ammettere che tenere una chicca come questa nelle ultime file è quasi una scelta di "marketing". L’ultima estate, ultima fatica dell’ottimo
Raffaele Gambigliani Zoccoli
, è -anche a scatola chiusa – uno degli appuntamenti più attesi di questo mese. Nessuno che segua SUSSURRI da almeno un anno può non avere in qualche cassetto della propria mente un qualche passaggio di questo autore, una qualche storia che per un motivo o per l’altro gli è rimasta dentro, e non se n’è più voluta andare. E questo nuovo scritto non deluderà le vostre aspettative. Gli elementi che abbiamo imparato ad apprezzare ci sono tutti: un’introspezione sotterranea – tra le righe -, delle più o meno grandi paranoie esistenziali, una evidente tensione per il sesso, e quella poesia che troviamo in pochi, soprattutto miscelata così bene, e immersa in un lessico giovane, diretto e schietto. L’opera, dedicata al nonno, ha risvolti profondi che nel motivo iniziale – anche questo piacevolmente familiare – dell’estate a casa da soli, con gli amici "alla diaspora", non sono visibili, e che giungono, salendo pian piano, ad un finale ottimo, forte e triste; triste, come la fine di una estate. Dell’ultima.
L’unica cosa che posso dire è che spero che la musa di Raffaele continui sempre in questo modo…

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Come quasi sempre accade chiudo questo appuntamento mensile con un nuovo episodio del nostro privatissimo serial televisivo: Star Trek – Parallel Edition. Estremi rimedi di
Claudio Caridi
è contemporaneamente un buon racconto di fantascienza, un ottimo dipinto fatto coi colori di uno dei telefilm più amati nel mondo, e uno splendido modo per passare un po’ di tempo. La trama come sempre sembra studiata per la resa cinematografica, con tagli ad arte, cambi di scena, interruzioni, riprese, battute, e un finale paradossalmente scontato (i buoni vincono sempre) e a sorpresa insieme. La serie classica (con McCoy, Kirk, Spock) non risulterà forse per Claudio più semplice o spontanea da gestire di quella Next Generation, ma fornisce ad un lettore come me più appigli e qualche sorriso in più, riconoscendo meglio nei sapienti dialoghi qualche sottigliezza, qualche comportamento che fanno di questo autore, lo "specialista" che più di una volta ha dimostrato di essere. Direi "un appuntamento imperdibile" se non sapessi che per molti la fantascienza sa odore di olio di ricino… ma, attenti, con racconti come questi potreste rischiare di farvelo piacere.

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Anche per questo settembre "passo e chiudo". Vi ricordo solo di farvi vedere alla festa di KULT Underground del 23 ottobre, e, se avete tempo di buttare giù qualcosa per questa nostra rubrica.
Buona lettura.


Marco Giorgini

1
E vi rimando a questo proposito agli altri due ottimi articoli che propone questo mese…

2
L’indirizzo è http://www.geocities.com/soho/cafè/2209/letteratura.htm, ed è uno di quei link da avere sempre in bookmark, se vi interessano i racconti e la letteratura in generale. In questo sito troverete non solo moltissimi testi di ottimi autori, ma anche numerose informazioni su bandi di concorso per aspiranti scrittori, e link ad altre riviste di rete che pubblicano scritti.

3
Per ulteriori informazioni su questa iniziativa (aperta ai giovani di medie e superiori e riguardante testi immagini e musica) vi invito a collegarvi al sito http://www.pianeta.it/webkult/holden2 o a quello ufficiale sotto le pagine del comune di Modena.

4
Che si terrà tra il 26 e il 29 Novembre di quest’anno a Bellaria (vicino a Riccione)

5
Gul Dukat

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