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Eyes wide shut

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EYES WIDE SHUT di Stanley Kubrick

Se stai leggendo questo articolo, se stai leggendo questa rubrica, sono quasi sicuro che ami il cinema di Stanley Kubrick, e lo ritieni uno dei Grandi, forse Il Piu` Grande. Io pure, sottoscrivo e approvo.
Siamo in tantissimi, del resto, ed e` facile spiegarsi le code fenomenali, gli incidenti, i casini, le proiezioni all’una e trenta di notte alla prima Veneziana di quest’ultimo, quasi postumo film. Vari amici sono rimasti fuori, sopraffatti dalla stanchezza, dal pigia pigia, o dalla impossibilita`di trovare un biglietto, e non perche` fosse colpa degli organizzatori, che quest’anno hanno fatto veramente ottime cose (tre urra` per il nuovo direttore della Mostra!), ma perche`era davvero impossibile
accontentare tutti. Identica scena alla prima americana, 27 luglio 1999 (Berkeley1, zona protetta "colta" yankee), code
lunghissime, ordinate, serpeggianti, seconde solo a quelle per Star Wars I, ma non si puo`avere tutto.
Ma com’e` il film, caspiterina? vorresti dirmi. Aspetta, fammi finire, lasciami spiegarti che all’uscita c’era chi gridava
al capolavoro e chi si era annoiato, che fra tutti i miei amici non ce ne erano due con la stessa opinione, e che io e la mia fidanzata2 abbiamo discusso (litigato?) per una ora del film (alle cinque del mattino, e non siamo spiriti della notte), che alla fine abbiamo concordato su tutto, per poi concludere che a lei il film era piaciuto tanto e a me poco.
A questo punto, caro lettore, se hai sufficiente senno avrai capito che il film e` meglio se te lo vai a vedere da solo e ti fai la tua personale opinione, e questo a Kubrick glielo devi. Ma se ancora vuoi arrivare alla fine del pezzo, allora cerchero`
di essere obiettivo.
Credo sia il miglior servizio possibile che si possa fare a Kubrick, lui che in tutta la sua carriera e`stato il piu`lucido, il piu` spietato, il piu`antiretorico di tutti. E allora sputo subito fuori il rospo, e dico che questo film non mi e` piaciuto, nossignore, l’ho trovato deludente. Certo, se il regista fosse stato uno sconosciuto, parlerei di una rivelazione. Ma veniamo con ordine.
La storia e` tratta da "Doppio sogno" di Arthur Schnitzler. Chi l’ha letto lo definisce bello e impossibile. Impossibile da mettere in scena. Un viaggio nella mente, nei desideri e nelle paure piu` riposte. Un’avventura tutta interiore, coi contorni della favola onirica.
Tanto meglio, verrebbe da dire. Kubrick, ancora una volta, dopo la fantascienza, la parodia, il grottesco, il film di guerra, l’horror, il film storico, il gangster movie, spiazza tutti di nuovo, e tenta qualcosa di diverso, di mai fatto, addirittura un "Fuori Orario" interiore, il magma erotico-emotivo di un uomo (e una donna) raccontati in poche bollentissime e memorabili ore.
L’inizio e` bellissimo, la parte migliore del film: ritmo serrato, senza sbavature, che immediatamente ci fionda dentro
il rapporto, o per meglio dire, lo stallo psicologico di Tom Cruise e Nicole Kidman, una coppia troppo perfetta per essere felice, che ha tutto, bellezza, ricchezza, intelligenza, giovinezza. Ma l’inquietudine sessuale e affettiva dei due si manifesta subito, a un straordinario ballo di societa` la cui sostanza atemporale pulsa di sesso, di tradimento e di morte. Il montaggio e` perfetto, la situazione e` irresistibile, intrigante, la musica e la fotografia descrivono la sarabanda mentale, l’abbandono alle proprie pulsioni erotiche profonde che probabilmente volevano essere la cifra ultima di quella che e` un opera non riuscita.
La festa è il casus belli che porta a uno scontro lacerante tra i due, fra incomprensioni, geli emotivi e ambiguita`. Di qui ha inizio un viaggio erratico e notturno (di Tom Cruise) per New York, che ha i contorni del sogno, della discesa agli inferi e del Decamerone. Ma lentamente, ahime`, il ritmo si abbassa, la storia si trascina e si fa inconcludente, i dialoghi si appiattiscono, alcuni episodi diventano bozzetti. La gia` celeberrima scena dell’orgia, censurata negli USA3, fa parte di un episodio che, a mio modo di vedere, e` il punto piu`basso del film, macchinoso, sconclusionato e funestato da un simbolismo tritissimo. Della storia, non diro` niente piu`, come e` doveroso. Ma, per concludere lo sfogo, menziono l’inadeguatezza di Tom Cruise e Nicole Kidman: litigi familiari da burletta, faccette e dialoghi artificiosi.Come finisce? Meglio tacere. Non sembra nemmeno la mano del regista, e in fondo, poco centra pure con il film come lo si era visto fino a quel punto.
Poteva essere un capolavoro, con piu` lucidita` e misura. Molte cose si salvano, anzi sono decisamente belle,
e, assieme alla delusione, rimane pero` la conferma dell’impressionante originalita`e creativita` di Kubrick, e i segni di stile e talento insuperati.
Massimo Rontani

1
Il nostro caro collaboratore ha da poco terminato un anno di dottorato all’omonima università.

2
Molto più carina di lui.

3
I soliti bigotti: armi ai sedicenni e mutande finte agli attori! (n.d.c.)

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