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Intervista a Riccardo Falcinelli

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Intervista a Riccardo Falcinelli

Ciao Riccardo. Noi ci siamo incontrati durante la presentazione del tuo libro il 23 febbraio e quindi molte delle domande che ti sto per fare saranno un riprendere quello che tu (o il tuo editore) avete detto allora. Spero che comunque non ti dispiaccia presentarti in modo che i nostri lettori possano sapere qualcosa di te e di quello che ti fai.
Ma partiamo con ordine: come descriveresti Riccardo Falcinelli?

Uno che ha studiato pittura e scultura ed è stato poi folgorato dalla stampa e dalla tipografia. Uno che ha un forte senso della forma visiva come luogo che assorbe valori di senso e di cultura. Uno che crede il libro un oggetto ancora insuperato di accadimenti importanti.

Come hai incontrato Marta Poggi (coautrice del vostro libro "Cardiaferrania")?
Ci siamo incontrati ad un corso di recitazione dieci anni fa. L’interesse che ancora abbiamo in comune passa per il "mettere in scena"

Chi di voi due ha avuto l’idea di una collaborazione di questo tipo?
Avevamo già fatto cose insieme. Teatro, performance, cortometraggi. L’idea del libro è venuta a me. Era una cosa che volevo fare da tanto tempo. Poi un giorno ho capito che potevo farla con Marta.
Marta ha sensibilità per i valori formali. Questo l’avvicina alla pittura. Il senso non risiede solo nei contenuti o nella raffigurazione ma nella disposizione dei pezzi.

Come è nato "Cardiaferrania" dal tuo punto di vista di grafico? A cosa ti sei ispirato per l’idea in sè e a cosa per il particolare tratto nelle immagini?
Nasce dal desiderio di costruire un linguaggio fatto di pittura e letteratura. I precedenti sono Il polifilo di Aldo Manuzio, i libri verbosivi futuristi e delle avanguardie, ma sopratttutto il lavoro di Robert Massin il grafico francese della Gallimard che realizzò una versione della Cantatrice Calva di Ionesco usando la tipografia e le foto di scena dello spettacolo. Lo definì una "messa in pagina" della "messa in scena". Come vedi all’origine c’è ancora il teatro.

"Cardiaferrania" è un esperienza piuttosto particolare per un lettore. Come hai sottolineato durante la conferenza NON è un fumetto, e come si può facilmente notare non è neppure un libro, almeno nel senso tradizionale del termine. Pensi che potreste usare questo originale nuovo modo di proporre una storia anche per future pubblicazioni?
Il termine che mi piace usare e "romanzo visivo" perché romanzesco è il modo con cui il libro si fa leggere. Stiamo già lavorando a un secondo libro tentando non semplicemente di riusare il modo di raccontare di Cardiaferrania ma di spingere avanti le potenzialità del linguaggio verbovisisvo.

Quando è durata la realizzazione del vostro libro?
Circa due anni tra sperimentazioni, prime stesure, riscritture e editing. Più, e questo è affar mio, quattro mesi per prepararlo per la tipografia. Giacché essendo relizzato in digitale non ci sono diegni originali e non vedi che cosa hai creato finché non lo stampi. Anche la densità dell’inchiostro in macchina fa parte della contestualità stilistica del libro e ho passato del tempo alle rotative con dei pazientissimi, nonché bravi, tipografi.

Com’è avvenuto l’incontro con Minimum Fax? E, come ho chiesto anche a Nicola, come mai Minimum Fax?
Grazie a Amedeo Bruccoleri ufficio stampa dei minimum nonché mio amico. Tra i primi a entusiasmarsi e a credere in Cardia. Non c’è un come mai. E’ successo per caso, tra i primi che l’hanno letto che hanno voluto farlo.

Cambiando discorso: come si vive da "dentro" il vedere promuovere un proprio libro? Come hai vissuto nello specifico l’esperienza modenese?
E’ gratificante ma molto stressante. L’esperienza modenese mi ha destato grande ammirazione. Era una cosa difficile e nuova. Realizzata con grande serietà e mi sembra l’inizio di un modo importante di parlare di libri.

Cosa ne pensi dell’editoria elettronica, nello specifico quella che avviene on-line?
E’ tutto ancora molto rozzo. Lo schermo non permette i tempi di fruizione lenta necessari ai linguaggi narrativi. Le potenzialità della rete mi sembrano risiedere non nelle potenzialità artistiche ma in quelle enciclopediche. Ha senso la Treccani on line non Carlo Emilio Gadda. Non ancora perlomeno.

Un progetto come "Cardiaferrania" sarebbe forse stato realizzato in modo diverso se il target fosse stato quello della resa a video. Diverso, ma non per questo necessariamente meno interessante. Avevate valutato qualcosa del genere o avevate subito pensato alla resa su carta?
Ci abbiamo pensucchiato… ma non ci interessa. Il senso di Cardia e la potenzialità del cartaceo e le mille vite che il cartaceo può avere fagocitando il digitale. Per un grafico editoriale (è il mio mestiere) il computer ha aperto nuove strade alla carta e alla stampa, ha potenziato manuzio senza sostituirvisi. E’ come un modo di dipingere direttamente con le macchine tipografiche. La pittura della riproducibiltà. E la riproducibilità oggi più che mai riguarda la libertà e la democrazia.

Che strumenti usi per il tuo lavoro di grafico? Che programmi/tipo di computer utilizzi?
Macintosh. Quark xpress. Photoshop. Illustrator. Poi anche matite, carta e pennelli.

Ok. Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per la tua carriera.

Marco Giorgini

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