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Tom Clancy’s Splinter Cell: Pandora Tomorrow

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All’inizio di quest’anno Ubisoft ha rilasciato le versioni per Xbox e PC del seguito del suo blockbuster dell’anno scorso (5 milioni di copie vendute).
Ora è uscita la versione per PS2 – stiamo parlando di

Tom Clancy’s Splinter Cell: Pandora Tomorrow (PS2)

Torna Sam Fisher, l’impavido eroe che ha già salvato il mondo nel precedente episodio, questa volta impegnato a sventare un pericoloso attacco biologico, piano di distruzione congegnato da un leader della guerriglia, tale Suhadi Sadono, che minaccia doppiato per l’occasione niente meno che da Morgan, il celeberrimo cantante dei Bluvertigo (mentre il nostro Sam ancora una volta è stato doppiato in italiano da Luca Ward – ricordiamo ancora che nella versione inglese il nostro eroe ha la voce del famoso attore Michael Ironside, attore di film famosi come Atto di Forza e protagonista tra gli altri di telefilm di culto come Visitors).

Il gioco questa volta incorpora oltre al classico gioco per il giocatore singolo anche una modalità multiplayer di notevole rilievo.
Nel gioco singolo il nostro eroe, tirato a lucido da un motore grafico alleggerito da alcuni problemi di frame rate e, se vogliamo, anche da un qualche effetto grafico troppo oneroso per la nostra beneamata PS2, dovrà affrontare otto livelli che lo vedranno impegnato da un treno in corsa attraverso Parigi fino a un campo militare in Indonesia.
Questa volta però i livelli non saranno ambientati esclusivamente all’interno di palazzi, ma si svolgeranno anche all’aperto (in Indonesia sarete immersi nella giungla e dovrete fare veramente poco rumore mentre sguscerete tra il fogliame per recuperare i corpi delle guardie sui quale avrete avuto la meglio, per poterli nascondere ed evitare così di venire scoperto).

Durante il gioco, potrete salvare i vostri progressi in determinati checkpoint, in modo tale da non dover ripetere tutto il livello dall’inizio. Sebbene questo sia comodo e funzionale, alle volte da l’impressione di facilitare un po’ i compiti del nostro eroe. Qui esistono e penso esisteranno sempre due scuole di pensiero: chi predilige i checkpoint all’interno di queste tipo di avventure, chi preferisce invece poter salvare quando lo desidera (era il caso di Rainbow Six, già recensito nel periodo natalizio su queste stesse pagine – anche se il numero di salvataggi per livello era limitato a tre) chi invece preferirebbe salvare da un livello all’altro. Sinceramente preferisco i checkpoint (i salvataggi alla Rainbow Six pure perché limitati). Sono invece contrario ai salvataggi illimitati o alla fine di un livello perché i primi rendono il gioco troppo facile mentre gli ultimi troppo frustrante se il boss di fine livello è particolarmente ostico. Ma continuiamo la disanima di questo gioco.

In questo seguito di Splinter Cell, dovrete mettere in pratica tutto quello che avrete imparato nel primo e nel corso del tutorial. Passare inosservati nel buio creato dagli anfratti dei corridoi e degli edifici, evitare o rendere inoffensivi le guardie o i cattivi di turno per fare in modo che la vostra missione possa continuare indisturbata. Sarete come sempre armati di tutto punto e indosserete anche questa volta i famosi gadget che non potrebbero mancare a un esperto dell’occultamento e dell’agire di sorpresa come voi. Quindi dovrete fare molto silenzio mentre vi avventurerete nel suolo nemico e soprattutto dovrete rimanere molto nascosti (anche in questo caso dovrete prendere opportune contromisure in caso il luogo che dovreste penetrare fosse molto luminoso). Novità si celano in alcuni strumenti (gli occhiali in dotazione questa volta al nostro eroe sono stati forniti di zoom in modo da poter spiare meglio da lontano) e in alcune nuove mosse che aumenteranno il grado di spettacolarità delle azioni che saremo chiamati a compiere indossando la nostra tuta nera attillata… ehm… non è pancetta quella? Ah è una nuova doppia tasca segreta? Capito, capito…

Tornando seri. La nostra missione non sarà comunque una passeggiata: mine visibili solamente con gli appositi occhialini termici, raggi a infrarossi, detector di movimento saranno disseminati lungo il percorso che dovremo affrontare e tutto sarà lasciato alla nostra abilità di infiltratori per riuscire a evitarli, prendendo alle volte anche grossi rischi. Come sempre, alle volte sarete costretti a ricorrere alle armi in vostro possesso: una sparatoria silenziosa serve per scaricare i nervi dicono, ma non dimenticatevi di nascondere i corpi. Oltre alla pistola, avremo in dotazione il nostro fucile sperimentale SC20K che permetterà di sparare diversi proiettili e granate fumogene.
A differenza dell’episodio precedente, potrete permettervi un conto di tre errori (ovvero raggiungere un massimo di tre allarmi suonati) prima che la vostra missione sia dichiarata fallita e il gioco termini. È anche vero però che in determinati punti della missione il contatore degli allarmi suonati sarà azzerato, permettendovi di tirare un respiro di sollievo (e perché no, mettere il gioco in pausa per andare in cucina a prendervi una bibita fresca, visto il caldo di questi giorni) e di concentrarvi maggiormante sugli obiettivi della missione in corso.

L’intelligenza artificiale dei nemici è rimasta più o meno inalterata da quella dell’episodio precedente: il che non è un male se ci pensate. Essendo Pandora Tomorrow un gioco che si può affrontare con un certo grado di libertà, i programmatori hanno ben pensato di rimanere fedeli al modello originale: troppo alto era il rischio di rovinare un meccanismo come quello dell’intelligenza artificiale dei nemici che, sebbene non perfetto, ha comunque i suoi punti di forza nella razionalità e funzionalità degli script. Potrà capitare alle volte di arrivare a una situazione non prevista dove magari il gioco mostrerà i fianchi scoperti, ma queste situazioni sono così limitate da non inficiare sul giudizio complessivamente buono che darei all’intero aspetto dell’IA.

Nonostante il gioco sia un po’ lontano dalla versione Xbox per quello che riguarda la pulizia della grafica, anche su PS2 Pandora Tomorrow saprà regalarci i suoi momenti di alta spettacolarità. La grafica è stata forse un po’ alleggerita, ma nella concitazione del gioco non ci farete molto caso: con uno canovaccio firmato da Tom Clancy difficilmente farete caso a lievi alleggerimenti grafici.

Il lato multiplayer di questo gioco è però quello che a mio dire sorprende di più. Giocabile online da un massimo di quattro persone divise in squadre di due persone o molto meno prevedibile di uno contro tre…
In pratica, un gruppo, quello deglil Shadownet, un gurppo di spie più o meno come Sam Fisher, sarà incaricato di infiltrarsi in un aree chiave per neutralizzare un arma biologica situata nelle vicinanze. Una forza nemica e mercenaria, la corporazione Argus, dovrà fare in modo che il gruppo Shadownet riesca a neutralizzare questa arma. Ma chi impersonerà la corporazione mercenaria degli Argus giocherà il gioco in una visuale in prima persona e i controlli saranno quelli tipici di uno sparatutto in prima persona. Gli Argus sono equipaggiati con tutta una strumentazione per rilevare le spie e i loro gadget elettronici: mine anti-spia, granate, trappole che potrebbero rendere le spie visibili. D’altro canto anche le spie avranno proiettili elettromagnetici che non sono letali ma possono disabilitare le telecamere di sicurezza, i sensori di movimento e i raggi laser o stordire i mercenari degli Argus. Le spie inoltre possiedono nel loro arsenale delle granate accecanti e dei proiettili spia che possono marcare i nemici rivelando le loro posizioni sul radar delle spie e intercettare le comunicazioni vocali dei mercenari.
Ed è proprio la possibilità di parlare tra i membri della stessa squadra utilzzando le cuffie con microfono, ormai standard in questo genere di giochi, che aumenta notevolmente l’esperienza multiplayer.
Diverse sono le modalità multiplayer nel quale i giocatori si potranno affrontare in un totale di 8 mappe, tra cui un ospedale, un cinema, un museo, un laboratorio tra gli altri. La complessità delle mappe fa aumentare la complessità delle strategie che i giocatori dovranno attuare per riuscire a portare a compimento l’obiettivo della missione.

Concludendo, Pandora Tomorrow si segnala come un ottimo seguito del titolo precedente con un buon canovaccio e giocabilità. E aumenta di valore per tutti quelli che possono giocarlo online, grazie a un’esperienza multiplayer decisamente ben fatta e strutturata. Che fate ancora lì? Non avete voglia di intrufolarvi dentro questo gioco, come farebbe Sam?

Giovanni Strammiello

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