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X-1999

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X-1999

“Si può fare qualcosa contro il FATO se questo è già stato deciso?
Si può tentare di cambiare il destino se la FINE è già stata decretata?
Il FUTURO è uno solo.
Ne esiste sempre e soltanto uno.
Ma non è necessariamente quello già stabilito.
Gli uomini continuano a vivere per il FUTURO.”
E’ questa l’introduzione di uno degli ultimi lavori firmati CLAMP e che, da qualche mese, sta riscuotendo un grande successo in America, grazie alla traduzione in inglese ad opera della Viz. Ho deciso di parlarvene perchè il manga, che ha avuto un’enorme fortuna anche in patria, è sicuramente l’opera più bella realizzata finora dal quartetto formato da Mokona Apapa (disegno), Nanase Ohkawa (storia e sceneggiatura), Mick Nekoi e Satsuki Igarashi (art direction), note da noi in Italia quasi esclusivamente per la loro parodia fantasy
RAYEARTH (a dir la verità, qualcuno di voi dovrebbe saperne già un po’ di più su di loro, visto che ho avuto modo di presentarvele in un passato articolo di questa rivista. Vi ricorda nulla il nome TOKYO
BABYLON?).
Chiunque prendesse in mano questo fumetto (intitolato in originale semplicemente “X”), rimarrebbe sicuramente sorpreso dalla raffinatezza del disegno e, soprattutto, dall’estrema tragicità e serietà dell’atmosfera, ben diversa da quella delle scanzonate vignette riguardanti le tre eroine vestite alla marinara di RAYEARTH
(mensilmente in edicola su YOUNG della Star Comics).
Il protagonista di X-1999 è uno studente delle superiori, Kamui
Shiroo, dotato di incredibili poteri psichici e di ben altre capacità arcane, ma non solo: secondo le profezie della veggente Hinoto, una principessa dalle misteriose origini, egli avrebbe addirittura nelle mani le chiavi del futuro del mondo. Il suo destino è, infatti, quello di scegliere se essere l’angelo che salverà la Terra oppure il demonio che la distruggerà con un solo fendente della propria spada.
La storia si apre con il ritorno di Kamui a Tokyo, nel 1999, dopo sei lunghi anni di assenza. Apparentemente, il ragazzo è tornato per ricominciare una vita normale nella città che lo ha visto nascere, ma in realtà i suoi scopi sono ben altri: egli è venuto per uccidere tutti coloro che ritiene responsabili delle sue sofferenze passate; da sempre, infatti, la vita di Kamui è stata costellata di strane ed atroci morti violente, ultima tra tutte quella della madre, bruciata viva nella propria casa, in un incendio troppo strano per essere accidentale. L’arrivo del ragazzo mette in subbuglio le forze arcane appartenenti alla luce ed alle tenebre che da anni si stanno raccogliendo e preparando a Tokyo, celate ai comuni cittadini sotto le spoglie di innocenti liceali. Il giorno profetizzato della salvezza o della distruzione del mondo si sta ormai avvicinando e Kamui è destinato ad essere l’elemento decisivo nella battaglia finale tra le due opposte fazioni che si contendono il destino della Terra. Entrambi gli schieramenti tentano perciò di avvicinare il ragazzo, ma egli sembra aver già fatto la propria scelta di campo e per tutti i difensori della pace e della civiltà è una ben amara sorpresa scoprire che l’angelo della salvezza che essi stavano aspettando è in realtà un mostro di egoismo e di ferocia, incurante di calpestare e distruggere qualsiasi cosa, animata o inanimata, si trovi sul suo cammino. Le tragiche esperienze passate hanno fatto di Kamui un ragazzo divorato dalla sete di vendetta e, nello stesso tempo, estremamente conscio della propria superiorità rispetto ai comuni mortali; sarebbe vano aspettarsi da lui un benchè minimo moto di pietà o di umanità: il suo unico scopo sembra essere quello di uccidere e di soddisfare nel sangue la rabbia che da anni lo consuma, senza preoccuparsi di coinvolgere persino degli innocenti.
La battaglia ha dunque inizio, spietata, senza esclusione di colpi, combattuta sul campo reale delle strade della città non meno che nella psiche o nel mondo virtuale dei sogni dei combattenti, ed è una lotta che, sia pure nascosta agli occhi dei comuni umani, bagna di sangue l’intera Tokyo, ma il destino del mondo sembra, purtroppo, essere già irrimediabilmente deciso in partenza. Le visioni o i sogni premonitori delle profetesse e dei sensitivi, infatti, si fanno di giorno in giorno più angoscianti e tutti offrono lo stesso responso finale:
Kamui, dopo aver giocato con la Terra come con una palla di vetro, la manderà in frantumi con un diabolico sogghigno.
Ma il Giorno del Giudizio è davvero già stato deciso? Ed il destino di
Kamui è veramente quello di essere il demonio dell’Apocalisse?
Perchè allora, nei sogni di Hinoto, le due facce di Kamui, quella angelica e quella diabolica, continuano a combattersi spietatamente tra di loro? E perchè le forze oscure continuano a prendere a bersaglio sia il ragazzo, sia chi gli sta accanto?
E infine: chi saranno mai quelle sei figure, nascoste da mantelli bianchi, che, in tutte le visioni, appaiono accanto a Kamui, mentre osservano dall’alto della torre di Tokyo le macerie rimaste dopo la distruzione totale?
Come avrete potuto capire da questo scarno riassunto, tutto il manga è permeato da un’atmosfera cupa, quasi opprimente e, in molti punti, onirica. Niente a che vedere con l’allegro RAYEARTH, dunque, ma nemmeno con il quieto e posato TOKYO BABYLON, nel quale le eventuali presenze di spiriti o fantasmi non arrivano mai a turbare l’atmosfera quasi casalinga del manga. Nel mondo claustrofobico di X-1999, invece, sogno e realtà si intrecciano continuamente, influenzandosi a vicenda, in un perpetuo succedersi di azione e profezia, di tempo vissuto realmente e tempo vissuto “in anticipo” nelle premonizioni. Questo continuo alternarsi di presente e futuro serve magistralmente a dare l’impressione dell’inutilità della lotta dei personaggi, del vano agitarsi convulso degli uomini che nulla possono contro l’inevitabilità del destino. La profezia dell’Apocalisse, che ritorna a scadenze quasi regolari dopo ogni azione “reale” dei protagonisti, sembra quasi voler dimostrare che, nonostante tutti gli sforzi degli uomini, nel futuro nulla può cambiare, che la Terra resta comunque una fragile palla di vetro, destinata a frantumarsi; nello stesso tempo, però, anche la visione profetica cambia dopo ogni vicenda, a volte soltanto in minuscoli particolari, che tuttavia possono lasciar trasparire un barlume di speranza, una possibile interpretazione differente del futuro. La storia acquista così, secondo me, un’atmosfera di singolare mistero e tensione che raramente ho trovato in altri manga.
Il disegno merita poi un discorso a parte: le CLAMP sono migliorate incredibilmente nel corso degli anni e, credetemi, la loro arte (non mi viene in mente nessun’altra parola adatta a definire il loro disegno) si può notare in tutta la sua perfezione in questo manga. Non credo che i grandi maestri attuali del disegno e del retino, come Kia
Asamiya (DARK ANGEL, SILENT MOBIUS, COMPILER, ASSEMBLER OX, etc.) e
Kazushi Hagiwara (BASTARD!!, CAMPUS) avrebbero niente da ridire se paragonassi X-1999 alle loro opere migliori. Le vignette sono curate fino all’ultimo particolare, a volte con la precisione di una fotografia; si vede il lavoro fatto senza alcuna fretta, in cui nulla
è tirato via o concluso in maniera sommaria. Le tavole possono contenere spesso anche una sola vignetta o addirittura metà di una vignetta che si svolge su due pagine come un’illustrazione, e le figure sono quasi sempre di una morbidezza incredibile. I simboli si rincorrono per tutto il fumetto, sottolineando ancora di più l’elemento arcano ed esoterico della trama: quasi sempre è la ruota del destino a campeggiare dietro alle figure dei personaggi, specialmente nelle parti dedicate alle profezie. In questi punti l’immagine può essere così particolareggiata e ridondante da sfiorare quasi il barocco.
Le scene d’azione, infine, hanno un ottimo movimento e sono ricchissime di effetti spettacolari e di prospettive ardite: non a caso, tra i ringraziamenti speciali che le CLAMP dedicano ai loro migliori collaboratori troviamo il nome di quel Takeshi Okazaki che è già stato assistente di Asamiya e di Hagiwara, nonchè autore di un validissimo manga intitolato ELEMENTALORS, che si sta facendo recentemente conoscere ed apprezzare anche in Italia.
Un accenno meritano anche gli ultimi (in ordine di tempo, visto che il manga è tuttora in corso anche in Giappone) sviluppi della trama:
X-1999, infatti, è uno dei pochi esempi di cross-over che finora ho trovato nei fumetti giapponesi recenti, dal momento che, da pochi episodi a questa parte, sono entrati nella trama, come personaggi fondamentali, i due protagonisti di quel vecchio TOKYO BABYLON che, in fatto di atmosfera, non sembra poter avere nulla a che fare con il nuovo manga. E’ stata una vera sorpresa trovare nella Tokyo del 1999 sia Subaru Sumeragi sia l’ambiguo Seishiro Sakurazuka (andate a leggervi il mio primo articolo, se non li ricordate!), ma ancor più sorprendente è stato vedere come le CLAMP siano riuscite ad adattare perfettamente i due personaggi ad una storia completamente diversa, nei toni e nello stile, da quella in cui erano “nati”, senza produrre stonature o incongruenze (così frequenti nei cross-over!!).
Che mi resta da dire? La solita frase: correte a procurarvi questo manga, se non l’avete già fatto! E buona lettura!!

Randy

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