KULT Underground

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Escape the Dark Castle

5 min read
gioco per 1-4 persone
Autori: Alex Crispin, Thomas Pike, James Shelton
Editore: Themeborne (www.themeborne.com)
 
Chi non conosce Lupo Solitario e i libri-game? Negli anni ’80 se la giocavano alla pari con le avventure testuali su PC (o meglio, sugli Home Computer), e anche se oggi non possono più competere con i prodotti analoghi, all’epoca erano un passatempo molto diffuso ed estremamente apprezzato, anche per la facilità di utilizzo (bastava avere il libro, una matita e opzionalmente una gomma). Questo “Escape from the Dark Castle” è un tributo a quel tipo di gioco, e nello specifico ne viene ripresa la tipologia delle illustrazioni, che ogni tanto rompevano la monotonia del testo dei libri-game, illustrazioni rigorosamente in bianco e nero, e dal tratto caratteristico (in alcuni casi la qualità era proprio terrificante, e non in senso stretto). Questo gioco è stato pubblicato con una campagna su Kickstarter conclusa a luglio 2017, che ha raccolto quasi 90.000 Sterline, nella quale si poteva anche acquistare la prima espansione, ovvero “Cult of the Dark Knight”; il gioco consiste sostanzialmente in una serie di carte, ognuna delle quali propone una sfida che i personaggi gestiti dai giocatori devono riuscire a superare (si tratta di un collaborativo), utilizzando un meccanismo che si basa sul lancio di dadi, fino ad arrivare allo scontro con il mostro finale che, una volta sconfitto, permetterà ai personaggi di uscire dal Castello Oscuro. Ma vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta…
La scatola è di formato medio (molto robusta, e rigorosamente nera), e contiene:
– due mazzi di carte (oggetti, avventure e personaggi),
– dadi a sei facce non standard,
– un blocchetto di fogli,
– quattro matite,
– il regolamento.
Come tante produzioni realizzate su Kickstarter, il finanziamento anticipato ha permesso di puntare ad una elevata qualità dei materiali, e infatti abbiamo dadi grandi (e incisi, anche se potevano essere rifiniti meglio), e carte molto robuste e telate, in più le carte avventura (e personaggi) sono in un formato molto grande (fortunatamente la loro robustezza non rende necessario imbustarle, dato che è molto difficile trovare un formato adatto), per la qualità delle immagini, lo stile è voluto, e quindi va valutato in quell’ottica e non in senso assoluto (tra parentesi, a me ricordano anche le prime avventure per D&D, sempre dagli anni ’80). Dato che si tratta di un collaborativo e non ci sono informazioni nascoste, è sufficiente che un giocatore conosca l’inglese per tradurre per tutti, anche perché le carte quando pescate vanno lette ad alta voce.
La preparazione è molto semplice (come promesso nella descrizione del gioco): si prepara il mazzo di gioco con 15 carte incontro e mettendo sotto una carta boss (delle tre presenti nel gioco base) e sopra la carta Start, si mischia il mazzo degli oggetti, ogni giocatore sceglie un personaggio (tra i sei a disposizione) e prende carta e dado relativi, assieme a un foglio e una matita dove verranno annotati i punti vita iniziali (che dipendono dal numero dei giocatori), tra parentesi, la presenza di carta e matita può far storcere un po’ il naso, ma si può vedere anche questo come un omaggio al gioco ispiratore.
Il turno di gioco è anch’esso molto semplice, si decide chi sarà il giocatore che “va avanti” e costui girerà la prima carta del mazzo, leggendone la descrizione (indicare un giocatore è importante dato che spesso sarà lui a subirne gli effetti), ogni carta riporta il modo per superarla, e lo scopo della partita è riuscire a superarle tutte fino ad arrivare a sconfiggere il boss, se vi si riesce senza che nessun personaggio venga eliminato la partita è vinta.
Spesso i personaggi dovranno affrontare un combattimento, che si svolge in modo anch’esso molto semplice: sulla carta sono indicati una fila di simboli, corrispondenti ai tre presenti sui dadi dei giocatori (equivalenti a Forza, Astuzia, e Saggezza), i giocatori che combattono dovranno, con i loro dadi, ottenere gli stessi simboli per sconfiggere l’avversario (per tenere traccia dei simboli si usano i dadi neri). Se dopo che i giocatori hanno lanciato i loro dadi e rimossi quelli che combaciano vi sono ancora dadi neri presenti, tutti i giocatori che non hanno ottenuto un simbolo scudo (e quindi non hanno parato l’attacco) subiscono un certo numero di ferite, dopodiché si continua con un nuovo round di combattimento, fino a quando l’avversario non viene sconfitto (o un personaggio viene eliminato, nel qual caso la partita termina). Alcuni avversari riportano il simbolo di un omino: significa che vanno aggiunti tanti simboli (ottenuti lanciando i dadi) quanti sono i giocatori. Se un personaggio ha subito molte ferite è possibile farlo riposare e farli riguadagnare un punto vita, ma non potrà partecipare con il suo dado in quel round di combattimento. Se l’avversario viene sconfitto si potrà pescare un oggetto dal mazzo relativo, che potrà essere liberamente attribuito ad un personaggio (notare che non si possono portare più di due oggetti e una volta affrontata una carta gli oggetti non possono essere scambiati fino alla sua risoluzione).
Come potete vedere abbiamo un gioco molto semplice che si spiega in un paio di minuti e dalla durata contenuta (mezz’ora o poco più), da costo ragionevole (anche considerata la qualità dei materiali) che può essere veramente giocato da chiunque (naturalmente sarà apprezzato di più dai fan dei libri-game e delle avventure fantasy in generale), anche se i giocatori più assidui potrebbero trovarlo fin troppo semplicistico; come quasi tutti i collaborativi può essere giocato anche in solitario, con l’unica regola particolare che si devono gestire due personaggi (tenendo quindi separati gli oggetti e stabilendo sempre chi “entra per primo”), ma dà il meglio di sé in più persone, per i dibattiti che si generano sulle decisioni da prendere durante la partita. La rigiocabilità, anche senza dover ricorrere all’espansione, è garantita dalla difficoltà di arrivare ad una vittoria e dal fatto che si usano solo una parte delle carte avventura ad ogni partita (oltre alla possibilità di provare diversi personaggi). Se volete per una sera lasciare spento il PC e assaporare nuovamente il gusto dell’avventura su carta (e matita) è sicuramente un titolo che non potete lasciarvi sfuggire.

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