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Intervista con Margaret Lee

8 min read
http://nmlrecords.files.wordpress.com/2012/03/belzebu.jpg?w=300&h=300
Margaret Lee
“Margaret Lee presenta: La ballata di Belzebù”  
il nuovo album con la collaborazione alla produzione di Giorgio Canali
disponibile in cd e download digitale da La cantina appena sotto la vita / New Model Label
dal 24 Aprile 2012
Link a video, “Il Burattinaio”: http://www.youtube.com/watch?v=xJRZ8wv96_I
 
Da Ferrara, la creatura artistica di Giacomo Marighelli, voce e chitarra, che, dopo l’esordio con il cd autoprodotto “E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce”  ha iniziato una collaborazione con uno dei migliori batteristi presenti sulla  scena italiana, Luca Martelli (Gli Atroci / Giorgio Canali e Rossofuoco). Il risultato è “Margaret Lee presenta: la ballata di Belzebù”, un viaggio tra sonorità noise rock e testi in Italiano, taglienti e corrosivi. Un concept album sul diavolo. Non il solito diavolo, forse un diavolo buono…
 
Tracklist: 1. La ballata di Belzebù / 2. L’illusionista / 3. Il burattinaio / 4. Il nano / 5. Il pensatore / 6. Il rimorso / 7. Le streghe / 8. Giuda o la notte della Luna vergine
Formazione: Giacomo Marighelli: voce, chitarre / Luca Martelli: batteria
 
Credit: Prodotto da Giacomo Marighelli, Luca Martelli e Francesco Felicini, con la collaborazione di Giorgio Canali per la produzione e la registrazione delle parti vocali. Mixato e masterizzato da Francesco Felcini. Con la partecipazione dello scrittore Roberto Pazzi (autore del romanzo “Vangelo di Giuda”), il musicista Eugenio “Esma” Squarcia, il visual artist e performer Andrea Amaducci, il poeta Sergio Fortini ed il soprano Benedetta Kim. Illustrazioni del libretto di Fabio Del Colle e ritratti di Ludovica Abdinur. Grafica di Francesco Galeazzi.
Tutti i brani scritti da Giacomo Marighelli e Luca Martelli
L’illusionista è liberamente tratto da “L’ora del diavolo” di Fernando Pessoa, Il pensatore è liberamente tratto dal “Faust” di Fernando Pessoa.
 
Sito:
 
http://nmlrecords.files.wordpress.com/2012/03/m-lee_smll1.jpg?w=600&h=397
 
Intervista
Davide
Ciao Giacomo. Perché hai scelto il nome d’arte di Margaret Gwendolyn Box?
 
Giacomo
Ciao Davide. Margaret Lee non è un nome che ho scelto io, ma è uno spirito che si è instaurato nel mio corpo. A parte gli scherzi, non è un nome che ho ricercato. Un giorno mi sono svegliato e mi è venuto in mente. Questo tanti anni fa, e ancora non lo utilizzavo come nome del progetto musicale. In pratica è una maschera che utilizzo; solo in una giornata se ne usano svariate. Semplicemente ad una di queste ho deciso di dare nome. Non credo sia corretto considerarlo come nome femminile nel mio caso, infatti ritornando sul discorso “spirito instaurato” non credo che gli spiriti abbiano una sessualità.
 
Davide
Ba'al zĕbūb era una divinità filistea. In senso figurativo il termine filisteo, confuso poi con "fariseo", una volta indicava una persona la cui religiosità era ipocrita e puramente esteriore; o anche un conformista borghese, alquanto gretto e meschino. Chi sono per te oggi i “filistei”?
 
Giacomo
“Il signore delle mosche” è un bellissimo libro, lo consiglio per chi non l’avesse ancora letto. Tornando a noi, i filistei di oggi. Non credo di essere in grado di generalizzarli in una risposta, ma posso dire che ne siamo circondati. Non a caso la canzone “Le streghe” ne cita un po’… Possiamo prendere in considerazione quelle piccole (che io definisco) “sétte”, che tanto si spacciano come aiutanti del prossimo, ma come la maggior parte degli uomini pensano solo ai propri interessi. La Chiesa è filistea! Ci sono anche “sétte” piccoline, magari di giovani lottatori di cultura; capita anche di seguire eventi organizzati da loro dove parlano di mafia (cito un argomento a caso). Il problema è che spesso e volentieri questi gruppi e o associazioni sono loro stesse mafie. Questo per dire che tanta gente che si dà da fare e che si spaccia come il salvatore poi risulta ipocrita e borghese.
 
Davide
Faust è ancora nell'immaginario collettivo un simbolo dell'anima moderna? E nel tuo disco cosa rappresenta?
 
Giacomo
L’uomo tende verso l’infinito. Vuole sempre di più. Tutti, anche io probabilmente. Ma si può cercare di controllare questo “volere di più” e di gestirlo. Parlando in versi specifici e non più di un singolo uomo si passa alla scienza e al progresso. Spesso obbligatorie per poter migliorare la vita dell’uomo. Questa è una cosa utilissima. Però questa voglia di migliorarsi spesso arriva a studiare e ricercare cose totalmente inutili. E si rischia di arrivare a creare anche cose nocive anziché benefiche per l’uomo. Quello che fatico a comprendere è perché si effettuino ricerche e studi su argomentazioni inutili per il quieto vivere, quando di problemi reali ce ne sono ben altri a portata di mano. Poi mi rispondo subito che è semplicemente per riuscire a scrivere la storia e vedere il proprio nome o azienda ben impresso nella mente di tutti, e ai soldi che questo porterebbe.
Nel mio disco Faust rappresenta un po’ tutte queste cose, come detto prima in altri modi, c’è un Faust in ognuno di noi. Chi più, chi meno.
 
Davide
Possiamo dire che il tuo non sia esattamente un canto ma un recitarcantando? Perché hai scelto questa forma per esprimerti ne “La ballata di Belzebù
 
Giacomo
La forma è venuta in modo totalmente naturale. A me piace cantare in quel modo, appunto quasi recitare. Non sapendo cantare per lo meno mi salvo dicendo che recito. Recito la parte di Margaret Lee.
 
Davide
Molti autori di testi che intervisto non leggono o leggono poco i poeti. Non mi pare il tuo caso. Quali sono le letture poetiche che ti hanno educato al sentire e allo  scrivere?
 
Giacomo
Ce ne sono tante. Non saprei neanche da dove partire. Quando ho scritto questo disco stavo leggendo molti libri di Pessoa, di Pasolini, di Orwell, di Huxley, di Pirandello, un paio di Baudelaire, mi leggevo i testi di Gaber.  Uscivo da una fase “leopardiana”.
 
Davide
E musicalmente? C’è un disco o un artista in particolare – o più d’uno – che ti hanno  fatto sentire e crescere il desiderio d’essere anche tu un musicista e un autore?
 
Giacomo
Ho molti musicisti che ammiro, da Gaber a Nick Cave. Ma non credo ci sia stato qualcuno che mi abbia spronato a fare il musicista. Il musicista è stata un’ispirazione che è venuta nel tempo, da piccolo ho iniziato a suonare la chitarra e un po’ alla volta ho iniziato ad avere i primi gruppi e i primi concerti tra amici. Ma da subito l’ho presa come una cosa seria, come se fossi obbligato a prendere quella strada e non altre. Forse è colpa di Margaret Lee che mi ha incastrato in questo lavoraccio. Ovviamente scherzo.
 
Davide
Non sfugge una “mirata” citazione da L’odore di Giorgio Gaber… L’italiano medio adora i VIP, anche musicali, di un certo “calibro” che non stiamo qui a citare… Cosa significa per te fare la tua musica in Italia, una musica per culture che sono ancora e forse resteranno per sempre da noi minoritarie?
 
Giacomo
Significa suonare, divertirsi, e fare divertire gli altri. La cosa più importante per me è trasmettere delle emozioni, riuscire a fare emozionare e rendere felice un possibile ascoltatore. Come la musica anche l’arte, e tutto ciò che c’è di “artistico”. Dare positività fa girare il mondo, ed è molto energetico. Il cantato in italiano è importante, sennò è difficile riuscire a farsi comprendere da queste “minoranze”. Io sono rimasto molto soddisfatto a vedere che queste “minoranze” si stanno allargando, basti a vedere tutti gli ascoltatori sempre più numerosi di certa musica italiana. Soprattutto nel mio caso, persone vicine alla pensione ma giovani dentro che ascoltano la mia musica e vengono quando gli è possibile ai miei concerti. Mi rende molto felice.
 
Davide
Perché l’uso della traccia fantasma?
 
Giacomo
Non c’è una motivazione specifica. Già nel primo disco l’ho messa, ed era una canzone abbastanza diversa dalle altre. C’era la batteria di Luca Martelli, un paio di chitarre e un basso. Senza voce. In questo disco invece la traccia fantasma non è una vera e propria canzone, è quasi da immaginarsi di essere a teatro e di assistere ad una scena. Poi chiude con l’acustica, una specie di ballo. Sarà il ballo di Faust quando dice “Addio Margherita”, mentre in realtà ballava con Maria? (L’ora del diavolo di Pessoa)
 
Davide
Parafrasando Goethe, la musica ci fa credere che il sublime ci appartenga? O cosa per te?
 
Giacomo
La musica per certe persona è vita, per altre la pittura.
Perché, il sublime non ci appartiene?
 
Davide
Cosa farai prossimamente?
 
Giacomo
Oltre a presentare il disco con i live sto già lavorando ad un nuovo album. In realtà l’idea è già un bel po’ avanzata, ma ci vorrà del tempo. Poi ora sto realizzando la “colonna sonora” di un documentario di Rita Bertoncini, la quale sta costruendo un filmato splendido e io glielo rovinerò con le mie musiche. Poi presto gireremo il videoclip de “Le streghe”. Sarà un lavoro un po’ più complesso de “Il burattinaio”, infatti oltre al grande aiuto di Rita ci sarà ad affiancarci un regista (lo considero veramente bravissimo) che si chiama Massimo Alì Mohammed. Tra l’altro lui sta girando un docu-film particolare molto interessante che presto vedrà la luce. Non dico altro. Infine ci sarà anche l’aiuto della coreografa costumista artista Natasa Nikolajevic che preparerà le comparse che ci saranno.
Quasi dimenticavo, sto avviando una piccola etichetta discografica senza alcun tipo di pretese e senza alcun tipo di scopo di lucro: “La cantina appena sotto la vita”. Per ora oltre ai due dischi di Margaret Lee è uscito da pochissimo il disco nuovo di ESMA, il quale suona classica-elettronica contemporanea. Un disco bellissimo di un grande amico. Con la sua genialità potrebbe fare colonne sonore di film anche importanti, l’unico problema è che nessuno ancora lo conosce. All’estero il disco sta riscontrando un buon successo, se ne è parlato in varie recensioni e sono molto positive. Oltre all’uscita di ESMA ci saranno presto altre novità.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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