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Il secondo diario minimo – Umberto Eco

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L’Eco del Diario
 
Dal 1959 al 1961 Umberto Eco, famoso letterato italiano, curò una rubrica sulle pagine del trimestrale Verri, denominata Diario Minimo. Nel 1962 gli fu proposto di raccogliere i testi di tale rubrica in un libro, testo che fu pubblicato l’anno successivo sotto lo stesso nome: “Diario Minimo” appunto. Umberto Eco continuò a pubblicare testi e rubriche su diverse riviste dell’allora panorama italiano, e negli anni le varie edizioni dei Diario sono state ripulite e rivisitate dallo stesso autore, fino alla stesura di un nuovo testo intitolato “Secondo Diario Minimo”, agli inizi degli anni 90. Nell’edizione del 1975 del “primo” Diario, Umberto Eco stesso definisce i suoi testi come un’annotazione delle sue osservazioni di costume e parodie ispirate dall’attualità, che lo conducono fino alla creazione di veri e proprio esercizi di falsificazione letteraria che prendono spunto e riferimento a polemiche dell’epoca.
Diario Minimo è la lettura adatta per coloro che amano brevi testi non passivi; testi, insomma, capaci di risvegliare la voglia di riflettere sulle cose, e non di lasciarle scorrere su di noi come raggi di sole. Lo stile poi non può che essere il sempre piacevole tratto della penna di Umberto Eco, forse il più bravo tra gli scrittori italiani di attualità., capace di rendere criticamente chiaro ogni oggetto, e stimolare anche la più pigra delle menti.
Non c’è un tema portante del libro, se non lo stile “diaristico”; le storie, tra le più varie, racchiudono alcuni tra gli stereotipi del momento. Molti dei brani inseriti nella raccolta sono diventati così famosi da essere ancora oggi citati e presi quali spunti da insegnanti e letterati che, a volte analizzando, a volte travisando le sue parole, tentanto di rivisitare la realtà, eliminando gli stereotipi e insegnandoci la sua relatività, soprattutto nel nostro modo di leggerla. Insomma, perché lasciare atrofizzare il nostro cervello quando ci sono letture ancora in grado di tenerlo allenato alla riflessione? Si sa nel mondo tutto è relativo, immaginare che il punto di vista di Eco sia diverso in positivo o negativo non ha il minimo senso; come ogni scrittore egli esprime una opinione opinabile e, nel caso del Diario Minimo, lo fa volontariamente in controtendenza; ma è sicuramente positivo che qualcuno ci ricordi che la capacità di pensiero razionale che ci ha portato a questi stadi dell’evoluzione non dovrebbe lasciarsi trarre in inganno dagli stereotipi e dagli accomunamenti che la società ci offre quali spunti di omologazione, anzi dovrebbe sempre cercare l’osservazione a 360 gradi e il punto di vista alternativo, almeno per dovere di cronaca.
Non pensate nemmeno per un momento che per raggiungere uno stato mentale riflessivo si ci debba rassegnare all’idea di saggistica pietosamente filosofica; Eco, come suo solito, racconta in maniera più che scorrevole e piacevole ogni tipo di soggetto spennellando ironia e satira un po’ ovunque tra le righe, dandoci quindi modo di godere realmente della compagnia di un buon testo, che racconti storie “interessanti” senza per questo provocare sonnolenza. L’ideale da leggere un po’ ovunque vi faccia più piacere, purché siate pronti a farlo con gusto.
 

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