Il nuovo libro scritto da Cecilia Randall per la saga di Hyperversum, intitolato Il cavaliere del tempo, è probabilmente il migliore della trilogia. E non è un discorso semplicemente di trama, ma di struttura e di ritmo. L’autrice ha saputo individuare molti degli elementi d’effetto delle sue precedenti opere, riuscendo a rielaborarli con classe, a fonderli e ad arricchirli, in modo da usarli ottimamente per questo nuovo capitolo delle vicende del Falco d’Argento. E quindi troveremo ottimi combattimenti, complessi intrighi, fughe nei boschi, agguati e tanto altro, immersi in un dettagliato e vivido paesaggio medioevale, che si innesta con cura in un preciso periodo storico, reso epico da amicizia, amore, odi e avidità. L’incalzare dell’azione sarà poi incessante, una volta superata una sorta di fase di preparazione nelle prime duecento pagine, riuscendo a diventare page turning come già capitato nelle più belle pagine dei precedenti volumi.
Come nel primo libro torneremo a vedere quasi un unico cattivo-antagonista a tirare le fila di molti dei punti della narrazione, e vedremo come il gioco Hyperversum riuscirà di nuovo a proporci lo stupore del viaggio nel tempo. Ma come nel secondo, avremo un “party” di personaggi-viaggiatori più snello, supportato però da moltissimi personaggi storici. Rivedremo quindi molti degli amici che Ian aveva avuto modo di incontrare (ad esempio Etienne de Sancerre, Beau e Brianna, il Leone Geoffrey Martewall e altri ancora), e anche suo “fratello” Guillaume de Ponthieu saprà ritagliarsi un ruolo davvero importante. Oltre a questo, per tutte le 700 pagine de Il cavaliere del tempo, troveremo un altalenarsi ampio e credibile di sentimenti contrastanti, mentre l’etica del ventunesimo secolo cerca di resistere a quella, a volte molto differente, del passato, creando non solo contrasti tra Daniel e Ian, ma anche tra Ian e Jean stesso.
Ma se ho ritenuto importante sottolineare come un punto di forza sia dato da elementi delle narrazione, considerati in modo astratto, non voglio in nessun modo mettere in secondo piano la storia in sé – l’intreccio – perché anche questo, a mio parere, è il più avvincente di quelli proposti dalla Randall fino a ora, non fosse altro che per gli intrighi (politici e non) in atto.
Come inizia la vicenda è chiaro anche dalla nota di copertina. Daniel è nel presente, mentre, come ricorderemo, Ian è nel “suo” passato, cavaliere, con la moglie Isabeau e prole. E da come eravamo rimasti nessun ulteriore contatto tra di loro sarebbe dovuto accadere. Lasciando all’amico più giovane un senso di perdita, accentuato dalle rimostranze dei genitori, per l’improvviso allontanamento del figlio adottivo. Daniel, per tre anni, ha continuato a giocare ad Hyperversum, nella speranza di un varco, senza però avere successo, e anche lui sta per sposarsi con la sua Jodie, quando gli arriva un mail, firmato Falco d’Argento, con un invito per incontrarsi dentro a Hyperversum in un posto e un momento storico ben preciso.
E’ impossibile raccontare cosa succederà durante quell’incontro, senza fare spoiler, ma posso comunque ricordare che la data selezionata è all’interno del periodo della crociata contro gli eretici – periodo pieno di episodi tragici e cruenti. E che se da un lato, un personaggio come Ian dovrebbe essere “al sicuro” fisicamente nel “suo” medioevo (almeno secondo quello che pensa all’inizio Daniel), non è detto che questa fortuna sia condivisa da altri, e che comunque le scelte da compiere e la vicenda politica in atto non possano ferire profondamente anche il più nobile degli eroi.
Un libro da non perdere per chi ha apprezzato i precedenti due, e forse comunque un ottimo testo anche per chi, non necessariamente amante del genere, è almeno curioso di vedere quanto agile è lo stile narrativo di questa autrice italiana (nonostante il nome d’arte anglofono) mentre si destreggia con la storia.
Sito web di Cecilia Randall: http://www.hyperversum.com/