(viaggio insolito, obliquo e sentimentale nelle terre verdiane)
Il Foglio (Piombino, 2008), pag. 115, euro 12.00.
Un viaggio sentimentale. Andrea Villani, autore di narrativa italiana di grande pregio, ha fatto questo Il cielo sotto servendosi di storie e paesaggi, dove le terre verdiane sono persone e luoghi, storie e immagini, tutte fisicità ovviamente. Ricordi. Memorie che sanno di oralità e passaggi di mani, curve e pianura. Nascere in certe terre ti permette di rinascere ogni volta che se ne parla. La prosa di Villani, aiutata dallo scorrere delle cose, aiuta il lettore a conoscere sentieri. Questa volta non si tratta di un noir, dunque. Eppure la bellezza arriva comunque. La provincia di Parma è percorsa dagli occhi di un suo scrittore. E il viaggiare con il vespone datato, la fidanzata aggrappata ai fianchi, ancora le memorie permette all’autore di fare un volume denso e scorrevole allo stesso tempo. Più volte si è fatto già riferimento al più noto Chiara, ma qui Andrea Villani ha anche la possibilità di vivere i giorni nostri senza ricorrere solamente alla nostalgia. Dunque niente tensioni nostalgiche, insomma. La parte più accattivante del libro, forse, è quella che fa sentire storie quasi inverosimili; per esempio, l’angolo di sacralità orientale piazzata in lande dove non te l’aspetti proprio. Ma così come pure la vicenda che racconta di una sosta da persone morte anni prima, legati poi al protagonista della storia stessa. Fino ai partigiani che si spostano per andare a mangiare il culatello. Eccetera. Il bravo scrittore emiliano utilizza tutte le sue doti, compreso quella dell’umorismo sanissimo. E Villani riesce con questo testo a dire moltissimo. Andrea Villani da un’esperienza riuscita in pasto a chi vorrebbe sapere: che questa è pure una possibilità delle letteratura. Il cielo sotto è una lettura che ovviamente mette voglia di viaggiare, ma che pure certamente permette di farlo stando fermi alla finestra o sul balcone. La lingua utilizzata è semplice, contornata comunque da momenti di lirismo e levigature. Il tocco gentile dell’autore permette di sentire l’opera con la voglia di sentirla persino più volte.