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L’albero delle conchiglie – Donato Altomare

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Presentazione di Marco I. de Santis
Edizioni Tabula Fati
Narrativa – romanzo
Pagg. 143
ISBN: 9788874751341
Prezzo: € 8,50

Le leggende, frutto di secoli di trasmissioni per lo più orali, mi hanno sempre interessato, perché, anche se spesso non hanno nemmeno un fondo di verità, però rappresentano la cultura letteraria popolare di zone ben determinate.
Donato Altomare, prendendo spunto da una leggenda marinara fiorita a Molfetta sulla Scogliera delle Monacelle, ha costruito, con la consueta abilità che gli è propria, un avvincente romanzo fantastico.
Eppure è rimasto fedele a certi aspetti che danno una credibilità alla vicenda, sia ambientandola in un’epoca di scorrerie saracene, sia mantenendo fede agli elementi tipici di quel tempo, e quindi senza incorrere in errori, sovente grossolani, che finiscono con il disorientare il lettore.
Di questo suo minuzioso lavoro di ricerca storica Altomare ci parla, a romanzo terminato, nelle ultime pagine, una sorta di resoconto di ciò che è stato necessario per la stesura dell’opera.
Quindi, pur nello sviluppo fantastico, restano fermi dei punti ben consolidati e che con la loro realtà costituiscono le fondamenta dell’intera struttura.
Non sto a raccontarvi la storia, ben articolata, con dei personaggi che destano una naturale simpatia, per non togliervi il piacere di leggerla.
Alle prime pagine ho avuto l’impressione di trovarmi fra le mani una fiaba, ma poi le caratteristiche favolistiche sono progressivamente venute meno, per dar spazio a una fantasia che non può lasciare indifferenti tutti i lettori, dai ragazzini a quelli meno giovani come me.
Infatti l’abilità nel descrivere certe scene, soprattutto quelle di battaglia, fa sì che l’intero percorso narrativo si snodi figurativamente come in una pellicola cinematografica, con una tensione e un mistero legati non solo al mostro (la Malombra d’Acqua), ma anche ai protagonisti.
La fine, come si conviene, è quel che ci si aspetta, ma una volta tanto fa piacere pensare che due giovani possano vivere felici e contenti, nonostante le miserie e gli orrori del mondo che li circonda.
E’ un messaggio di speranza, per loro, ma anche, soprattutto, per noi.
Concludo raccomandandone la lettura.

Donato Altomare nasce a Molfetta nel 1951 e vi risiede. È laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Bari ed esercita la libera professione.
Ha vinto due Premi Italia a San Marino e Courmayeur, il Premio Urania 2000 col romanzo inedito Mater Maxima e nel 2005 il Premio Le Ali della Fantasia per l’inedito col romanzo Surgeforas.
Tra le varie pubblicazioni da ricordare i volumi Cuore di ghiaccio (La Vallisa, Bari 1989), La risata di Dio (Solfanelli, Chieti 1993), L’albero delle conchiglie (Milella, Bari 1994), Prodigia (Tabula fati, Chieti 2001), Mater Maxima (Mondadori, Milano 2001), Uno spettro, probabilmente (Mondo Ignoto, Roma 2004), E la padella disse… (Delos Books, Milano 2004), Il fuoco e il silenzio (Perseo Libri, Bologna 2005), Il tesoro della Grancia (BESA, Nardò 2005), Surgeforas (Tabula fati, Chieti 2006). Sono stati pubblicati all’estero: Cas je spiràla (tit. orig. Dolcissima Roberta, romanzo breve, Svet Fantastiky n. 1, Praga 1990); Il popolo del cielo (testo in cirillico, Gradina, Belgrado 1993); La casa degli scheletri (testo in cirillico, Gradina, Belgrado 1996).

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