gioco per 2-4 persone
Autore: Bill Payne
Editore: Zoch Verlag (www.zoch-verlag.com)
Mi sono accorto che in questi anni non ho mai avuto l’occasione di parlarvi di una categoria di giochi particolari, i cosiddetti “dexterity games” (giochi di destrezza), nei quali una parte essenziale del meccanismo (quando non la totalità) si basa sull’abilità manuale nel gestire gli elementi del gioco (toglierli, spostarli o metterli in equilibrio). Il primo titolo che può venire in mente è “Jenga”, che ha l’innegabile pregio di avere un regolamento di poche righe (oltre che poter essere reperito anche nei supermercati); ma ve ne sono molti altri, e uno di questi, ovvero “Villa Paletti”, è salito alla ribalta per aver vinto il premio “Spiel des Jahres” in Germania nel 2002 (strappandolo a Puerto Rico).
Il titolo è in italiano anche nell’originale, ed deriva dai “paletti” ovvero dalle colonne di legno che vengono utilizzate per sostenere i piani dell’immaginaria villa del titolo; nella storia surreale presentata nel regolamento l’architetto, esauriti i fondi per la costruzione, ha ben pensato di riutilizzare le colonne posate nel primo piano per innalzare i piani successivi, con l’ovvio epilogo che potete immaginare.
La scatola, di grande formato, contiene:
– una plancia circolare di cartoncino,
– quattro set di colonne di legno colorate, cinque per ogni giocatore, in tre diversi spessori (quelle sottili valgono un punto, l’esagonale due punti mentre quella grossa tre),
– cinque piani di legno (di dimensioni decrescenti e varie forme),
– un dado speciale, quattro facce hanno i colori dei giocatori (il cosiddetto “sigillo del costruttore”),
– un gancio di metallo (per facilitare la “presa” di un paletto),
– le istruzioni in tedesco, italiano e francese (ma le lingue presenti possono cambiare a seconda dell’edizione).
Le regole sono abbastanza semplici, ma devo dire che sono scritte in modo un po’ lacunoso e certe situazioni possono lasciare qualche dubbio sulla loro interpretazione. Ma veniamo alla preparazione, inizialmente vanno sistemate tutte le colonne sulla plancia di cartoncino, sulla zona color marrone; e già qui verrebbe da chiedersi chi deve sistemarle: cercate di metterle il più uniformemente possibile, oppure se volete un metodo meno “decisionale” fate lanciare il dado a turno e sistemate un pezzo di colore corrispondente ogni volta, oppure affidate ad ogni giocatore un colore e piazzate una colonna a turno.
Una volta finita questa sistemazione, prendete il piano blu e piazzatelo sopra le colonne, in modo che non sporga oltre la plancia in cartoncino. Poi il primo giocatore (che secondo le regole sarà il più giovane) lancia il dado e gli viene attribuito il colore indicato; gli altri giocatori sceglieranno a turno uno dei colori restanti, dopodiché si può iniziare partendo sempre dal primo giocatore.
Ogni giocatore nel proprio turno deve effettuare una mossa che consiste nel prendere una colonna del proprio colore e piazzarla sul piano superiore; nel fare questo si devono seguire alcune regole:
– la colonna scelta non può provenire dall’ultimo piano,
– per prendere la colonna ci si può aiutare con il gancio di metallo,
– nel prendere la colonna si può sollevare leggermente il piano superiore,
– la colonna deve essere posata all’interno del piano.
Se il giocatore di turno inizia a spostare una colonna, e si accorge che la struttura rischia di crollare, può rinunciare a muoverla ma salterà la mossa e per il resto della partita non potrà più muoverla.
Ad un certo punto se il giocatore di turno pensa di non poter fare alcuna mossa, potrà proporre di posare un nuovo piano, se non ci sono obiezioni potrà procedere, facendo seguire al piazzamento del nuovo piano il normale spostamento di una colonna. Uno degli altri giocatori può però obbiettare e provare a spostare una colonna del giocatore di turno: se ci riuscirà potrà eliminarla dal gioco penalizzando quindi il giocatore che non aveva “visto” la mossa (in caso contrario, se l’obiezione era infondata sarà il giocatore che ha sollevato l’obiezione a vedersi eliminare una colonna dal gioco).
Per piazzare un nuovo piano si devono seguire due regole:
– il piano deve appoggiarsi su almeno tre colonne,
– il piano non può sporgere oltre la plancia in cartoncino.
C’è da precisare anche che dopo aver piazzato l’ultimo piano il palazzo potrà essere ulteriormente alzato posando le colonne le une sulle altre (e rendendo l’equilibrio della struttura ancora più precario).
Va da sé che se il palazzo crolla la partita è conclusa, ma chi vince? A partire dal piazzamento del secondo piano (quello verde) si conteggiano i punti in base alle colonne presenti nell’ultimo piano e viene dato il dado a chi, dopo un piazzamento, ha il totale maggiore (in caso di parità il dado non passa da un giocatore all’altro); oltre a questo va segnalato, mostrando la faccia del colore corrispondente, il precedente proprietario del dado. Nel momento in cui il palazzo crollerà il vincitore sarà il giocatore che possiede il dado, a meno che non sia stato lui a farlo crollare, in questo caso la vittoria andrà al giocatore indicato dal colore del dado (ovvero il penultimo giocatore a realizzare il punteggio più alto).
C’è da notare che il punteggio riparte sempre da zero nel momento in cui si piazza un nuovo piano, per cui la situazione è sempre abbastanza fluida. E se il palazzo crolla prima del secondo piano? Il regolamento non lo dice… beh, la partita è appena iniziata e non si perde molto tempo dichiarandola nulla (o “di prova”) e iniziandone una nuova; n ogni caso una partita a Villa Paletti difficilmente supera la mezz’ora.
Nel 2002 la vittoria dello Spiel des Jahres aveva provocato alcune critiche nelle comunità di giocatori (che avrebbero preferito vederlo assegnare a Puerto Rico): in realtà lo scopo del gioco è quello di premiare il miglior gioco per famiglie, e non riesco a immaginare un gioco migliore di questo per essere giocato per l’appunto tra le mura domestiche: semplice, di breve durata, divertente e appassionante (e nei negozi on-line si può trovare a 25 Euro); i materiali sono ottimi (la Zoch è specializzata nei giochi in legno) e per chi non si accontenta esiste anche la versione gigante (con tutti i pezzi di dimensioni maggiorate), ovvero “Palazzo Paletti”.
Probabilmente i giocatori più “tecnici” mal sopporteranno questo tipo di giochi, e c’è da rilevare che i pezzi non sono (e non potranno mai essere) tutti uguali, per cui ci può essere un colore avvantaggiato (o svantaggiato) in partenza; ma per il “target” di pubblico a cui questo gioco è dedicato, è un prodotto che centra in pieno il bersaglio. Ma non sottovalutate l’aspetto strategico: il fatto che le colonne siano poche rende necessaria comunque una pianificazione sull’ordine con cui spostarle, per cercare di non lasciare le colonne “bloccate” sui piani inferiori: se la vostra colonna è una delle tre rimaste sul piano terra, ben difficilmente potrete recuperarla.
Con il Natale che si avvicina, non vorrete ricorrere sempre alla tombola, vero? In conclusione, l’unico difetto che riesco a trovare in Villa Paletti è che si può giocare in un massimo di quattro persone, e quindi si rischia di dover fare i turni per poterci giocare.
Buon Natale!