Editori, scrittori e librai di fronte a chiare responsabilità.
La situazione del mondo del libro silenziosamente si sta trasformando da grave in tragica. Il paziente sistema editoriale ormai è afflitto da un male incurabile e chi si siede al capezzale o si trasforma in luminare della medicina, nasconde secondi fini chiari ed evidenti.
Sull’ultimo numero del mensile Bookshop sono stati pubblicati gli atti del convegno Ali sui libri in edicola e l’incontro sulle librerie indipendenti svoltisi all’ultima Fiera del libro di Torino.
Tutti i relatori hanno posto l’accento sul mercato che non cresce e sulle mille difficoltà ma si è parlato poco (e in maniera assai dimessa) dei due veri mali: gli sconti che possono essere applicati ai libri e la possibilità di giungere a vendere novità librarie nelle edicole.
Pochi relatori hanno messo il dito nella piaga e pochissimi hanno ricostruito il possibile scenario futuro. Ormai pochi grandi gruppi editoriali sono in possesso di case editrici, distributori, catene di librerie e di organi di informazione. E se a questi viene permesso di applicare forti sconti sui libri che vendono nelle proprie librerie (e che appartengono al gruppo) e se questi stessi arriveranno a vendere le novità librarie nelle edicole, ebbene il primo risultato sarebbe quello di veder chiudere tutte le librerie indipendenti italiane e di seguito i distributori (che navigano fuori dai grandi gruppi) e così a scendere far serrare le porte alle piccole e medie case editrici.
E scomparirebbero definitivamente le già limitate possibilità di trovare sugli scaffali libri di autori emergenti.
E’ opportuno dunque oggi più che mai tutelare e proteggere le librerie indipendenti per non rischiare di avere solo una scelta limitata di titoli o di incontrare commessi svogliati (controfigure assai sbiadite dei veri librai del passato).
Questo perchè se dovessero chiudere il sistema editoriale italiano sarà destinato a proporre solo libri degli scrittori che vendono (e tra questi calciatori, velice e cantanti) e non ci sarà più ricerca o scommessa.
La prospettiva futura dunque vede la fine delle librerie indipendenti e di fatto la fine anche degli editori piccoli e medi indipendenti. Il mercato si stringe e chi non possiede le chiavi di tutta la filiera rischia di rimanere escluso dal meccanismo.
Dobbiamo tutti insieme sostenere le librerie indipendenti iniziando con l’acquistare libri solo in questi punti.
Ma non solo.
Chiediamo a gran voce una politica seria e concreta (sia culturale che economica) destinata alla LETTURA e che veda coinvolti da una parte gli enti (Comuni, Province, Regioni) e dall’altra i librai e gli editori.
Chiediamo di creare nelle scuole l’assegno letterario (regalare ad ogni studente italiano un buono da spendere nelle librerie indipendenti italiane).
La nostra è una piccola idea (destinata anche a guastarsi e variare col tempo), ma è un’idea e in questo momento è l’unica che c’è.
Ma possiamo e dobbiamo anche sostenere il Disegno di legge Ripamonti. Leggi il testo completo.
Al lavoro.
Info al sito