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Risolvere i conflitti in classe – Rita Fabiani e Claudio Passant

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Secondo Goleman “la chiave per ottenere un elevato QI di gruppo è l’armonia sociale all’interno di esso. E’ questa capacità di funzionare armonicamente che, a parità di tutte le altre, renderà un gruppo particolarmente dotato, produttivo e coronato di successo”.
Spesso per molti insegnanti parlare di “armonia di gruppo” sembra equivalente a parlare di una chimera. Basti pensare alle difficoltà che si incontrano a impostare una relazione educativa che sappia catturare l’attenzione e suscitare interesse in classi molto disomogenee, con situazioni di conflittualità verso il mondo degli adulti in generale e al proprio interno.
Il libro “Risolvere i conflitti in classe” di Rita Fabiani, esperta di percorsi di apprendimento cooperativo, e di Claudio Passantino, counselor e pedagogista clinico, ha l’obiettivo di presentare, a livello teorico e a livello pratico, quelle strategie che rendono più semplici la gestione di classi difficili.
Il testo è diviso in due parti: la prima è più di impostazione teorica, mentre la seconda ha una maggiore attenzione esperienziale.
La prospettiva è, innanzitutto, di presentare due approcci, tradizionalmente importanti dal punto di vista educativo, cioè quello dell’apprendimento cooperativo e del counseling educativo, come complementari, presentando percorsi di interazione delle due strategie.
Per gli autori, infatti, il counseling e il cooperative learning sono due strade che si incontrano: mentre il counseling si basa sul rapporto personale che l’insegnante deve avere con ogni alunno, fatto di ascolto, attenzione, collaborazione, le strategie di apprendimento cooperativo si focalizzano sul rapporto dell’insegnante con il gruppo-classe, impostando la didattica sulla partecipazione attiva di tutti gli alunni. Entrambi gli aspetti vanno, perciò, tenuti insieme per creare un clima positivo, capace di essere attenti allo sviluppo positivo delle potenzialità di tutti, a partire dall’ascolto e dalla relazione con ciascuno.
La seconda parte, dopo avere illustrato quindi le possibilità di incontro a livello teorico fra queste due strategie, ha lo scopo di “accompagnare il lettore in aula”, presentando esperienze con classi difficili, sviluppate dalla Fabiani a partire dai suoi percorsi di formazione con gli insegnanti.
Sono molto interessanti, in questa parte, i capitoli dedicati alle tematiche della gestione della aggressività e dell’ascolto attivo, come due argomenti importanti da affrontare con classi particolarmente difficili.
Il libro è sicuramente un interessante strumento di riflessione su metodologie ritenute sempre più fondamentali per il curriculum di ogni insegnante.
E’ rivolto fondamentalmente agli insegnanti di scuola primaria, anche se una parte del materiale proposto è fruibile anche per i primi anni della scuola secondaria di primo grado.
Può essere anche un valido aiuto per riflettere sul ruolo dell’insegnante di sostegno all’interno della classe e delle sue funzioni per migliorare il clima di gruppo, attraverso l’ascolto e l’integrazione, passando da una logica competitiva a una collaborativi.
Il materiale esperienziale proposto nella seconda parte del libro è, senza dubbio, l’aspetto più interessante per calare i principi del counseling e dell’apprendimento cooperativo nella realtà, a volte difficile, del rapporto insegnante-gruppo classe.

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