“Il Pilastro è il quartiere più staccato dal centro della grassa e dotta città delle due torri. Tutto il carico di civiltà, benessere, buona amministrazione lo sfiora a malapena e tra i suoi figli serpeggia l’insoddisfazione. Quei ragazzi non si accontentano di sopravvivere… Bianco, Alce, lo Sgonfio, Mara, Cricco, vogliono di più, cercano il piacere in tutte le sue forme, e pur di ottenerlo non esitano di fronte a nulla. Un gorgo che li inghiotte ogni giorno di più, dal quale si sentono irresistibilmente attratti…”
“Fine dei giochi” è un romanzo ambientato a Bologna negli anni ottanta, precisamente al Pilastro, un quartiere di Bologna considerato, allora, uno dei più difficili e dei più pericolosi in cui abitare.
I protagonisti sono nati in questo quartiere, vivono di espedienti e fanno parte della piccola criminalità, consapevoli del fatto che la vita non offrirà loro altre possibilità di riscatto.
Seguiamo le vicende di Bianco, ragazzo di periferia cresciuto in fretta, che si muove con abilità nel mondo dello spaccio e che sogna di farsi strada, di diventare uno dei capi dell’organizzazione criminale, per arricchirsi, ma anche per guadagnarsi la stima e il rispetto degli altri.
Seguendo il suo desiderio di “svoltare” e di strappare al destino una vita migliore, si butterà in situazioni illecite sempre più rischiose, che lo porteranno prima in carcere, poi alla morte per suicidio.
Un suicidio inspiegabile per chi lo conosceva, considerando la personalità di Bianco e la sua capacità di lottare, un suicidio a cui in realtà nessuno crede. Marco, un vecchio amico di Bianco, cercherà di indagare sulla sua morte, sulle vicende in cui era coinvolto prima del carcere e sulle persone a lui legate, per arrivare così a fare luce su una situazione intricata e piena di ombre.
Un romanzo ben strutturato, caratterizzato da un linguaggio a tratti descrittivo ed essenziale, a tratti colloquiale, da un ritmo incalzante che coinvolge e da frequenti flashback che sviluppano la narrazione su diversi piani e in diverse direzioni, arricchendola di sempre nuovi elementi.