OSC707 Crew
!((0rkza1 (popp0)
Purusha www.ogredung.org/
Guignol
Orchestra Vuota
Paolo Veneziani
Mark
Luca Confusione
Urkuma
Strinqulu
Daniele Cortese
Davide Riccio
Il collettivo Oscillator 707 è un gruppo di musicisti elettronici provenienti da diverse città italiane. Principale (non)luogo di raccolta è http://www.oscillator707.net Dalle pagine del loro sito si può accedere ai brani, caricati dagli autori man mano che vengono realizzati. Chi vuole, può partecipare a questo continuo processo creativo e collettivo inserendo facilmente i propri mp3 (consiglio però di astenersi dal farlo, se non si è in linea con una certa musica, quella che per intanto vi consiglio di ascoltare dal sito… Non succede nulla, salvo vedersi poi cancellati). Dalla home page si può accedere ai siti e alle ultime release dei diversi progetti singoli o condivisi.
Il collettivo ha un indirizzo sostanzialmente aperto e libero, in continua evoluzione, accoglie chi voglia manipolare, remixare, reinterpretare suoni e tracce. A me è capitato così di farne il primo incontro. Da un anno ho potuto condividere con loro molte cose interessanti, trovando in questo collettivo una bella reciprocità di stimoli. Altra particolarità del sito è un proprio forum, sul quale si parla non soltanto di musica, ma di tutto come tra vecchi affiatati amici, tra informazioni di vario genere e momenti quasi goliardici. Ed è stato attraverso questo forum che ho realizzato l’intervista che segue.
Davide
Chi ha fondato il collettivo Osc 707, cioè come è nato, e perché Oscillator 707? Cosa vuol dire?
poppO (Orkza1 alias Ruben Francioli)
Oscillator707 è nato nel 2003 dopo la chiusura virtuale del forum di Spectrum (e qui bisognerebbe parlare di Spectrum, ma magari lo farà qualcun’altro, sennò la risposta si allunga troppo): alcuni di quel forum si sono uniti a ixem, mentre altri (cioè noi) non condividevano molto l’impostazione troppo “professionalista” di ixem e hanno deciso di continuare a sentirsi tramite oscillator707. A parte qualche polemica iniziale, non si trattava di una divisione così netta e più o meno i contatti di Spectrum sono rimasti indipendentemente dalle scelte successive. Il nome se l’è inventato Guignol, non voleva dire niente di particolare ma c’è piaciuto e così è rimasto.
Purusha
2003? Pensavo prima.
poppO
Eh si, 2003. Spectrum aveva cominciato tra la fine del 2001 e l’inizio del 2002, era una webzine di musica elettronica creata da Adriano Zanni (“punck”, ma a quei tempi si chiamava ancora loop collective), che partendo dai vari contatti trovati su siti come Vitaminic e simili aveva riunito una buona quantità di persone che facevano elettronica in Italia. Fino a quel momento i vari generi dell’elettronica erano rimasti piuttosto separati tra loro (cose da ballare da una parte e elettronica sperimentale/contemporanea dall’altra) , mentre su Spectrum c’era molto eclettismo e per molti di noi è stato molto interessante scoprire e confrontarsi con realtà che prima nemmeno conoscevamo. Su Spectrum c’erano principalmente recensioni e un forum in cui chi suonava o era interessato alla musica elettronica si teneva in contatto. E in pratica ci siamo tutti conosciuti su quel forum. Sempre su Spectrum nel 2002 c’era stato uno scambio di cd proposto e organizzato da Paolo Veneziani, che in tempi in cui le connessioni a internet erano ancora lente era servito ad ascoltare più facilmente quello che facevano gli altri.
Paolo Veneziani
Sì, il nome è di Guignol, ovviamente si è ispirato all’hardware Roland anni 80 e alla moda di qualche anno fa di mettere questo nome a qualsiasi “scatola musicale plasticosa” senz’anima.
Mark (Maoro Sanna)
E finalmente so che significa…
Davide
Alla Osc707 crew manca allora un nome significativo, quello di Punck.
Dal vostro sito si può non solo scaricare, ma anche caricare liberamente i propri mp3; quindi, sovente capiterà qualcuno che si inserisca. Come gestite l’ingresso di nuovi collaboratori, riconoscendogli appartenenza al collettivo?
Mark
Siamo piuttosto informali riguardo l’adesione di nuovi membri. Ciò che conta è avere passione per la musica elettronica sperimentale ma senza troppi assilli formali. Ciascuno è libero di proporre il suo stile. Chi desidera farlo, carica i propri brani e poi dialoga con noi nel forum. Se nasce un interesse reciproco, un nuovo soggetto si aggiunge alla crew. Per richiamare una frase che un tempo appariva in home page, lo spirito del collettivo è una specie di mutevole liquidità.
poppO
Si, è vero, anche punck in sostanza potrebbe far parte del non-collettivo, infatti ogni tanto si fa sentire qui. All’inizio non era molto convinto, ma poi si è riavvicinato. Nel 2005 abbiamo anche suonato a Padova, organizzando la serata insieme. Uso il termine non-collettivo perché, nonostante dal sito possa sembrare che siamo un collettivo, in realtà non valgono le regole che di solito ci sono nei collettivi. Il sito è più un punto di ritrovo episodico per chi ha da proporre qualcosa o anche solo per parlare di quello che si vuole. Non ci sono programmi o scadenze da rispettare, se capita qualcosa che si può fare insieme lo si fa, ma ognuno rappresenta se stesso all’interno del non-collettivo. Comunque in questi anni è capitato spesso di trovarci a suonare o di fare uscire release e collaborazioni collettive: l’ultima è quella che abbiamo fatto con l’intervistatore J
Non è che mi sono stancato della mutevole liquidità, però visto che dopo un po’ di anni siamo rimasti più o meno sempre gli stessi mi sembrava un po’ ridicolo come termine. Poi in italia il problema principale in campo musicale è ancora quello di andare troppo a compartimenti stagni, ed inevitabilmente questa staticità ha coinvolto anche il nostro sito. Qualcosa si è mosso negli ultimi anni ma è ancora troppo poco. Ad esempio l’elettronica viene vista ancora come un genere a parte, mentre in realtà è solo un mezzo per suonare generi che si possono fare anche con altri strumenti o oggetti. Però è un mezzo molto comodo e immediato, che ormai può interagire direttamente con i suoni reali lasciando anche molto spazio all’improvvisazione.
Guignol Dangereux
2003! Ne è passato di tempo! Ma veramente il nome l’ho inventato io? Perdite di memoria a parte, c’è da dire che effettivamente senza Spectrum e Adriano non avremmo combinato niente… non che abbiamo combinato chissà che, però se non altro abbiamo avuto la possibilità di ascoltare i pezzi degli altri e di collaborare.
poppO
Però, considerando la grossa crisi dell’ambiente musicale e l’emarginazione che continuano a subire i generi considerati meno istituzionali, non ce la siamo cavata male. E poi abbiamo il vantaggio di non avere grosse aspettative o pressioni esterne o finanziarie. Usando internet, i costi praticamente non ci sono e possiamo fare le cose come e quando vogliamo.
Davide
Allora entriamo nel vivo e facciamo finta di poter davvero fare qualsiasi cosa che vogliamo… L’apparecchio per l’analisi dell’ultimo respiro di Villiers de l’Isle Adam era un piccolo apparecchio per imparare a rimpiangere i genitori senza soffrire nel giorno del loro trapasso. Bastava accostarlo alla bocca degli adulti o degli anziani, raccogliendo in un piccolo alambicco un buon numero di “penultimi” sospiri colti durante fasi di stanchezza della vita da riascoltare sovente. Un semplice divertimento che riusciva a familiarizzare i bambini con l’angoscia futura del giorno di lutto. Il calometro di Primo Levi era una macchina fotografica provvista di obbiettivo a prisma per riprese angolate, in modo da non insospettire la persona che si voleva immortalare. Era quindi un misuratore/comparatore di bellezza tarabile su un modello maschile o femminile. Serviva a misurare la bellezza degli altri sulla base della propria e soddisfare perciò una solipsistica richiesta di adulazione.
E avanti… La letteratura e l’arte sono piene di strambe invenzioni inutili o improbabili: l’erpice di Kafka, l’equilibratore di tartine e il bottone elettrico da gilet per conversazione di Gaston de Pawlowski, il fornicon, la macchina ammazzacattivi, la macchina scrostacervelli, l’organo odoroso, i turgo-petrattori e il tandem indedicibile di Bruno Touschek… Bel libro al riguardo è “Macchine fantastiche – manuale di stramberie e astuzie elettro-meccaniche” di Antonio Castronovo. Ora, mi piacerebbe sapere se avete mai fantasticato intorno a macchine improbabili o impossibili? Se no, pensateci e inventatene una per ciascuno! Ovvero, quella che vi piacerebbe…
poppO
Io, essendo noto culo di piombo, e considerando i viaggi come grossi disagi, ho sempre fantasticato sul teletrasporto o sulle porte interdimensionali.
Daniele Cortese
Bè, la macchina più improbabile e più divertente che mi viene in mente è una drum machine suonabile col pensiero, e volendo generalizzare una bella interfaccia diretta pensiero/macchina… mmmh sarebbe tanto bello. Vi è mai capitato di essere a letto nel dormiveglia e di cominciare a immaginarvi una traccia? A me capita di continuo e mi vengono nella mente delle cose incredibili… che ovviamente non riuscirò mai a riportare in musica la mattina dopo.. è già tanto se mi ricordo un suono, un ritmo o una melodia 🙁 Ah!
già che ci sono vi annuncio che i tsh (Talk Show Host) sono definitivamente morti ma sono rinati come Feral Children e presenteranno al mondo il loro e.p. di esordio entro la fine di aprile!
Davide
Anch’io, da ragazzo, avevo questa fantasia: il possesso di una macchina che captasse le onde cerebrali per registrare le musiche, specialmente sinfoniche (perché sarei stato sempre incapace di scriverle), che costruivo mentalmente prima di addormentarmi… soprattutto quelle vivide nel dormiveglia!
Daniele
Ah ecco mi pareva di non poter essere l’unico 🙂
Luca Confusione
Una volta ho sognato un tizio che con la scusa di una nuova esperienza corporea cominciava a praticarmi un foro nel cranio. Io ero seduto su una poltrona tipo dentita e il didietro della testa era scoperto. Là dove si appoggiava la punta, che era strana come un cono larghissimo e basso, produceva un rumore assordante che mi rimbombava veramente nel cervello, un ronzio bassissimo mano a mano che andava avanti e il foro si ingrossava. Il volume aumentava, il ronzio era un misto di, sapete, quel rumore
della pietra che fa attrito, rotola su altra pietra, però a frequenze diverse, e andava avanti sempre più coprente, di me, di quel che avevo intorno, di quel che riuscivo a pensare… c’era solo il ronzio … secondo me quel ronzio era Dio. Chi riesce a riprodurmi quella roba senza praticarmi un foro nel cervello gli pago una cena…
Davide
In mancanza di uno “psico-recorder”, dovresti provarci tu, a ricrearla, magari utilizzando una testa-microfono di quelle olofoniche. Ci sono dei progetti recenti e futuri come singoli o come collettivo variamente combinato?
Guignol Dangereux
invenzione immaginaria: ho una fantasia poco tecnologica, ho sempre sognato dei go-kart a vela o macchine del genere… Ho scoperto che esiste qualcosa del genere, inventato da un belga, ma assomiglia di più ad un windsurf da strada. c’è il kitebuggy (che ho provato) ma prepararsi per un corsa anche di pochi minuti è troppo macchinoso e mi passa la voglia. Progetti attuali: per quanto mi riguarda, al momento tutto ciò che riguarda la musica è congelato e aspetta tempi meno incasinati. Sto studiando, operazione che si svolge da seduti. Anche quando smetto di studiare sto seduto, e mi si inizia ad intorpidire la mascella e mi fanno male i nervi della faccia. Per cui, quando sono libero, preferisco muovermi o stare sdraiato, anche muovermi stando sdraiato non è male…. o eventualmente bere.
Davide
Guignol, nei tuoi progetti attuali c’è molta materia per l’invenzione di una nuova macchina. La macchina da studio di Guignol consentirà che si possa studiare stando seduti senza che ti si intorpidisca la mascella se leggi ad alta voce o se ti reggi il mento, che quindi abbia un rilassatore di muscoli facciali, che al contempo alterni alla seduta una sdraio con massaggio e una camminata (magari su tapis roulant) con gli odori di bosco e di montagna… e che ti offra sovente da bere una autentica Trappist. Quando al Go Kart a vela, non male… Il casino è il vento. Dovresti dotarlo di un’elica tipo Hovercraft… In tal caso, lo chiameremmo Go Overkart?
P.S. Mi preoccupa la precoce scomparsa di Purusha, l’assenza ancora di David, Stefano e Salvatore..
Guignol
Ha ha si, se trovo una macchina come quella la prendo di sicuro