Prefazione di Gregorio Iacopini
Copertina di Dante Zamperini
Fara Editore
Poesia
Pagg. 56
ISBN 978-88-9293-013-1
Prezzo Euro 10,00
La solennità della natura
E quattro! Dopo Frammenti di sale, Si può suonare un notturno su un flauto di grondaie? e Nel fiato umido dell’autunno, tutte sillogi edite da Fara, rispettivamente nel 2013, nel 2016 e nel 2019, e che ho avuto il piacere di leggere e di recensire positivamente, nel corrente anno è uscita una nuova raccolta di Mariangela De Togni, Si fa soglia il mare nel silenzio.
L’innata spiritualità della poetessa, una caratteristica che accomuna tutta la sua produzione, trova ancora una volta conferma e non mi sento di definire i versi come prettamente religiosi, anche se le relative poesie lo sono, proprio per quella congenita capacità di vedere Dio in ogni cosa e soprattutto nella natura di cui noi siamo umili parti. Con il tempo lo stile si è affinato naturalmente, ma non è venuta meno la creatività che, anzi, mi sembra superiore al passato; ci sono versi che non ho timore di definire paradisiaci, descrizioni di atmosfere che tendono a sublimare il pensiero, quadri veri e propri dipinti con la penna ( Sotto il sole alto / si allargava una fragranza / densa di terra, di mare, di fiori selvatici, e una luce ambrata / entrava / attraverso la finestra / a bifora d’alabastro / della chiesa solitaria. ). Sono poche parole, ben congegnate, veramente ispirate, con le quali non solo ci è permesso di vedere una chiesa solitaria, ma se ne avverte l’atmosfera ieratica, quel senso di profonda quiete e serenità capace di creare perfino l’estasi. E questa capacità di cogliere il grande spirito della natura prosegue ( Come le stelle che seguono / il crescente lunare / sotto un cielo color perla / l’aria perse / quel fiato di gelo / che incrostava di ghiaccio / le parole. / L’azzurro filtrava / dalle sbarre dorate / del cancello / rivolto al mare / da sembrare di velluto. ). Ribadisco pertanto, come ho avuto già modo di scrivere nella recensione di Nel fiato umido dell’autunno che bearsi della natura è bearsi di Dio, è trasfigurarsi lasciandosi andare a un crescendo emozionale che può saziare ampiamente il nostro spirito. La poesia di Mariangela è una poesia religiosa che troviamo anche in San Francesco, capace di cantare agli uomini le lodi al Signore descrivendo le meraviglie del Suo creato, così che quando leggo piano piano mi sembra di volare, ascendo in un empireo di cielo e di stelle in cui ritrovo tutto il bello del mondo, dimentico le miserie di ogni giorno, pur con i piedi su questa terra salgo con la mente verso vette sconosciute.
Sono tutte belle le poesie di questa silloge, ma ce n’è una che mi ha stregato, e stregato è una parola grossa visto visto che l’autore è una suora; al riguardo mi scuso, ma non so esprimere meglio il senso di attrazione che ho provato. Mi riferisco a Perchè non parlare, in cui un’eterea anima riposa e vigila nell’incanto notturno (Perché non parlare dell’anima / al vento soffice della notte / piena di stelle mentre la luna / gioca con l’onda del mare. / Nel silenzio lungo che assorbe / i pensieri la veste è semplice, / le parole chiare. E i sogni / hanno il sapore delicato / di una carezza. ).
Da leggere, mi sembra ovvio.
Mariangela De Togni, savonese, è suora delle Orsoline di Maria Immacolata (Pia-cenza). Insegnante, musicista, studiosa di musica antica, ha pubblicato: Non seppellite le mie lacrime (1989), Nostalgia (1991), Una Voce è il mio silenzio (1995), Chiostro dei nostri sospiri (1998), Profumo di cedri (1998), Un saio lungo di sospiri (2000), Flauto di canna (2004), Nel sussurro del vento (in Quaderni di Letteratura e Arte, 2005), Nel silenzio della memoria (ne Le visioni del verso, 2008), Cristalli di mare (2010), Fiori di magnolia (2011), Frammenti di sale (2013), Si può suonare un notturno su un flauto di grondaie? (2016, I al Faraexcelsior), Nel fiato umido dell’autunno (2019, II al Narrapoetando). È presente in antologie, blog e riviste di poesia. Numerosi i premi e i riconoscimenti.