L’edizione italiana dei Versos Sencillos di José Martí era una di quelle operazioni culturali di cui sentivo la mancanza, dopo aver apprezzato in lingua originale l’opera omnia del grande poeta indipendentista cubano. Non mi proverò neppure a recensire José Martí che per grandezza morale e letteraria risulta davvero irraggiungibile. Mi limiterò a dire che Versi Semplici è il suo libro più importante perché sgorga dall’animo del poeta in un momento di amara riflessione di fronte alla piega che stanno prendendo gli eventi della storia. Martí teme che la sua amata Cuba possa finire nelle mani degli statunitensi, per via di un procedimento di annessione, e lui che ha lottato contro la Spagna non può accettare la perdita dell’identità nazionale. Versi Semplici fa da spartiacque tra la vita da uomo comune e il totale impegno politico e rivoluzionario, perchè dopo quel libro niente sarà più come prima. Martí comprende che la sua strada è quella della lotta fino alla morte per liberare una terra che durante la sua breve vita lo ha visto quasi sempre in esilio. Il poeta muore a soli 42 anni mentre combatte per l’indipendenza di Cuba e non riesce a vedere il risultato dei suoi sforzi indipendentisti. Il destino lo libera dall’impegno di costruire un futuro secondo le reali aspettative di chi ha lottato per la rivoluzione e, come una sorta di Che Guevara ante litteram, muore prima di assistere allo sfacelo dei suoi principi rivoluzionari. Un libro utile, pubblicato da un piccolo editore, che merita di essere conosciuto per fare un passo avanti rispetto ai pochi versi della canzone Guantanamera di Joseito Fernandez (desunti da stralci del libro) che sono ormai patrimonio dell’umanità. Tra l’altro il testo spagnolo è accompagnato da una traduzione impeccabile e da un apparato critico molto curato, pure se la lettura in lingua originale fa guadagnare musicalità e ritmo alle liriche. Luca Zoccolan mette magistralmente in musica alcune poesie di José Martí che interpreta come un novello cantore della Nueva Trova. Il CD viene venduto allegato al libro e tutto questo alla modica cifra di soli nove euro. Mi pare davvero una cosa da non perdere.
DA VERSOS SENCILLOS DI JOSÉ MARTÍ
(Traduzione di Giampietro Schibotto)
XXXIX-CULTIVO UNA ROSA BLANCA…
Cultivo una rosa blanca,
En julio como en enero,
Para el amigo sincero,
Que me da su mano franca.
Y para el cruel que me arranca,
El corazón con que vivo,
Cardo ni ortiga cultivo,
Cultivo una rosa blanca.
XXXIX – COLTIVO UNA ROSA BIANCA
Coltivo una rosa bianca
A luglio come a gennaio
Per l’amico sincero
Che mi tende la sua mano franca.
E per il crudele che mi strappa
Il cuore che mi dà la vita
Non coltivo spina né bruco,
Coltivo la rosa bianca.
XXV-YO PIENSO, CUANDO ME ALEGRO…
Yo pienso, cuando me alegro
Como un escolar sencillo,
En el canario amarillo,–
¡Que tiene el ojo tan negro!
Yo quiero, cuando me muera,
Sin patria, pero sin amo,
Tener en mi losa un ramo
De flores,–y una bandera!
XXV IO PENSO, QUANDO DIVENTO ALLEGRO
Io penso, quando divento allegro
Come un semplice scolaro,
Al canarino giallo, –
Che ha l’occhio così nero!
Io voglio, quando morirò,
Senza patria, però senza padrone,
Avere sulla mia lapide un ramo
Di fiori, – e una bandiera!