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Intervista con Simona Vignola

9 min read
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Dopol’acclamato tour con i Level 42 il bassista campano presenta il suo nuovolavoro: loop, funk, fusion e melodia in un eccitante disco pubblicato anche inGiappone dalla King Records
Going To The Next Level: il nuovo album diSimone Vignola
 
SimoneVignola
&
Black Cavia Records
sonolieti di presentare:
 
GOING TO THE NEXT LEVEL
 
BlackCavia Records 2011
(King Records 2011 – Japanese edition)
13brani, 54 minuti
 
7settembre 2011:Black Cavia Records presenta Going To The Next Level, ilnuovo album di Simone Vignola. È un momento eccezionale per il giovane eprodigioso bassista campano: dopo i concerti di supporto ai Level 42,la fondazione dell’etichetta Black Cavia e il lancio di nuovi progetticome the BASStards, Vignola pubblica il suo primo lavoro solista,uscito contestualmente anche in Giappone con la blasonata KingRecords.
Classe1987, il bassista e compositore campano ha un curriculum unico perqualità e collaborazioni. Attivo in diverse formazioni rock, funk emetal, dopo l’esperienza con gli Inseedia inaugura una folgorantecarriera solista: nel 2008 vince l’Euro Bass Day come “MigliorBassista d’Europa under 35”; condivide il palco con MatthewGarrison, Scott Henderson, Scott Kinsey, Richard Bona, AdamNitti, Billy Sheehan e Bobby Vega; si specializza nella tecnica del Live-Loopinginsegnandola in svariati masterclass europei.
 
Going To The Next Level vede Simone inpostazione di comando come autore e produttore: canta, suona tutti gli strumentie mette al centro il basso elettrico, valorizzato da un uso del loopingcreativo e fantasioso. 13 canzoni che si muovono tra funky e housemusic, jazz-fusion e rock, con un piacevole taglio melodicoe un irresistibile groove.
Ilnuovo videoclip del terzo singolo City Life, disponibilein download digitale e diretto personalmente dall’autore con il fidovideomaker Antonello Carbone, illustra perfettamente la progettualità dalooper, la forza espressiva e il respiro internazionale diVignola. Assai presente dal vivo e pieno di inventiva, Simone Vignola èuno dei giovani bassisti europei più eclettici e accattivanti. È possibileacquistare Going To The Next Level anche dal sito Black Cavia(10 euro + sped.).
 
Video di “City Life”
 
Simone Vignola: 4 & 5 stringbasses, vocals, acoustic guitars, drums, percussions, programming;
Mirko Nastri: electric guitar (Iam broken);
Camy Reza: final mad guitarsolo (I am broken).
Info:
 
UfficioStampa Synpress44:
http://www.synpress44.com
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Davide
CiaoSimone. Un disco d’esordio in cui la presenza e la tecnica del basso, tanta edavvero notevole, è ben amalgamata alla canzone, alla composizione, senza farsimai fine a se stessa o senza eccedere dall’insieme. Quando hai cominciato astudiare il basso e quali sono stati i tuoi maestri più importanti?

Simone
CiaoDavide, e grazie mille per l’invito. Il mio primo approccio alla musica avvieneda bambino di 6 anni, sono figlio d’arte e fu mio padre il mio primo maestro,di chitarra. Il basso è un amore nato a 12 anni, entrai nel mio primo gruppocome bassista e suonare i Red Hot era affascinante. Sicuramente il mio primomaestro è stato il più importante,  il grande Enzo di Somma, di Avellino. Enzoha uno slapping bellissimo e me ne fece innamorare. Studiare al conservatorio èstata anche una bella sfida per me che non sono propriamente accademico; dicerto il mio maestro di contrabbasso Nicola Buonomo era un saggio ed è stataun’esperienza formativa. Per il resto è l’ambiente che ti insegna molto. Tiringrazio per l’osservazione, credo che “impara l’arte e mettila da parte” siaun modo per dire “studia la tecnica e la teoria e dimenticala mentre fai musica”:si finirebbe col considerare solo la scala cromatica.
 
Davide
Enella composizione? Cosa vuol dire per te comporre musica e qual è il tuometodo di composizione di un brano? In che modo lavori con il live looping?

Simone
Perme comporre è solo un modo alternativo di esprimersi. È una necessità: come ilbambino che scopre la parola, il modo per farsi comprendere con rapidità. Lamusica è un mezzo ancora più rapido perché non va neanche codificato, èemozione pura. Di solito realizzo un brano in poco tempo, già completo intesta, è un solo impeto d’ispirazione che va solo registrato. La prima cosa chemi viene è il ritornello, parole incluse. Credo che comporre significhi soloassecondare le proprie intuizioni. Poi ci costruisco la song, in modo molto visivamentearchitettonico, ho degli schemi visivi immaginari. Lavoro tanto con i loop,frasi rubate durante improvvisazioni sul brano e looppate, groove selezionatiin libreria, molto delay. Di solito il concetto, che deriva anche molto appuntodal fare Live-Looping dal vivo, è che il basso guida i loop armonici muovendosisugli accordi riuscendo quindi a dare diversi colori agli stessi loop.

Davide
Nel2008 hai vinto l’Euro Bass Day come “Miglior Bassista d’Europa under35“. Se tu fossi in una giuria di questo tipo, cosa ti farebbe decidere chequesto o quello siano il “miglior bassista” del momento, d’Europa o del mondo?

Simone
Laprerogativa di un grande talento è la comunicazione, indifferentemente dallostile. Tecnicamente oggi c’è un abbondare di cloni Pastorius, ma credo che ilbasso stia andando in un’altra direzione adesso, più basata di nuovo sul groovee meno sul virtuosismo. Sono scuole di pensiero ovviamente, ma io premierei ilgroove, il tiro di un musicista, quanto mi fa muovere dalla sedia.
 
Davide
Quale strumentazione adotti, amplificazione ed effettistica incluse? Cosa decide letue preferenze?

Simone
Èda un bel po’ che mi sto suonando un Fender Roscoe Beck V, s’è creato un belfeeling e io amo Fender. Negli anni mi sono appassionato ad un tipo di suonopiù vintage per i bassi mentre sugli ampli preferisco molta potenza e pulizia.Sto utilizzando da circa due anni TC Electronic che va una bomba, dopo esserepassato per miriadi di ampli. Utilizzo la TC anche col contrabbasso quando sonocon gli Spaghetti Style. È un tipo di suono che comunque ha un taglio moltospinto, ma grosso. Come effetti al basso ho solo un delay TC; poi c’è ilcervello del set-up: la RC-50, con la quale dal vivo controllo tutti i loop,varie uscite ed ingessi. I suoni di batteria, che sto utilizzando anche suinuovi brani in produzione, provengono da una Yamaha RY30 e una Boss DR670; dalvivo li equalizzo ed effetto da un mixerino Yamaha. Mi piacciono i suoni un po’80s, hanno un fascino futuristico unico.

Davide
Aparte le chitarre di Mirko Nastri e Camy Reza in “I am broken“,nel disco hai cantato e hai suonato tutto da solo, anche le chitarre, labatteria, le percussioni… E tutto in modo eccellente. Perché hai scelto di faretutto da solo?

Simone
Beh,il disco l’ho registrato nel 2009-2010 e sicuramente avevo molta più voglia dimettermi alla prova, di fare un esperienza da solista vero, produttore, autore,arrangiatore, etichetta, artista… il concetto era che la mia musica deve esserefatta da me. Non ho mai amato questa moda degli interpreti, che in Italia vamolto nell’era dei format. Mirko Nastri è un grande chitarrista, ha uno stilefunk inconfondibile; il solo finale di Camy è molto azzeccato… e il fondotraccia fa molto chic. Voglio dire che c’è stato un grande lavoro anche dimissaggio dietro, supervisionato da me ma condotto dall’ottimo FrancescoScauzillo.

Davide
Avraiperò una band che ti accompagni o ti accompagnerà dal vivo? Sonopreviste delle date per “Going to the next level“?

Simone
Attualmentesto portando in giro questo spettacolo dal titolo “Bass & Live-Looping”,sempre in one-man-band. Looping, campionatura dei suoni dalle drum machines intempo reale, beat-boxing, percussioni, costruzione dei loop di basso, bassoguida suonato sulla song e voce effettata. Attualmente sto trattando condiverse agenzie interessate al progetto con riscontri molto positivi, nelfrattempo ho già qualcosa in programma per dicembre. Sto anche costituendo unlive in band; per il 2012 uscirà un secondo lavoro e con il gruppo vorreiiniziare a suonare degli inediti.

Davide
ConAlberto Rigoni, anch’egli bassista, sei anche co-titolare del progetto BASStards.Ce lo descrivi?

Simone
Unacollaborazione piacevole, affrontata con molta professionalità. Alberto è unamico, una persona di animo nobile oltre che gran lavoratore. Ama la musicacome me; appunto l’unione di due musicisti che vogliono semplicementesperimentare qualcosa. Dopo un primo singolo intitolato “Obsession” stiamomettendo su un mini-cd che speriamo di far girare quanto prima. Purtroppo ladistanza ed il tempo non ci sono d’aiuto, ma ci sono delle idee moltobassistiche e molto interessanti in pentola.

Davide
Quest’annohai aperto le tre date italiane dei Level 42 di Mark King… E poiancora in pochi anni hai condiviso il palco con Matthew Garrison, ScottHenderson, Scott Kinsey, Richard Bona, Adam Nitti, BillySheehan e Bobby Vega. Si impara sempre qualcosa da tutti i grandimusicisti, e molti di loro sono tra i miglior bassisti in circolazione…Insomma, quando ti incontri con altri grandi bassisti e musicisti in genere,che tipo di scambio e confronto artistico avviene, ti aspetti o ricerchi?

Simone
Èfondamentale per un musicista giovane ed emergente confrontarsi con lerealtà importanti della musica. Dalla mia ho sempre avuto un atteggiamento diriverenza, pronto a cogliere ogni dettaglio sia tecnico che artistico. Poiquando dici che sei Italiano ti sorridono tutti, è mezza bellezza, e lo dicocon orgoglio. Fatto sta che Mark King è un tipo che ti bussa al camerino primadella prima uscita e ti dice: “Ciao, sono Mark, in bocca al lupo”; Richard Bonami cantava “Love Song” nel backstage. Capisci qual è lo spirito della musica,quel famoso spirito di unione tra la gente più disparata. Certo è che tutti i nomisopracitati sono grandi artisti, grandi sperimentatori, gente che ha dato tuttopur di fare musica. Realtà sincere che ti trasmettono tanta verità, tantaconsapevolezza e tanta voglia di fare. Sono questi gli esempi che dovremmoavere in TV.
 
Davide
BlackCavia Records,etichetta da te fondata… L’idea è quella di curare, oltre alle tue produzionipersonali, un catalogo che, aprendosi ad altri artisti, abbia una qualcheprecisa direzione?

Simone
BlackCavia nasce come marchio per tutti i miei lavori, da solista e collaborazionivarie che produco e produrrò, un po’ come la Prown Song di Claypool o laBassBalls di Hattler. Non c’è una direzione come genere, ma la filosofia è diportare quella musica suonata, all’avanguardia, nell’underground e nel popolare.Se non c’è cultura generale è perché non la si crea, si crea solo tendenza,moda. Per un roster futuro sicuramente appena capiterà la giusta occasione.

Davide
Unadomanda che mi viene dal titolo del cd e dell’omonimo strumentale che chiude ildisco (e che mi ricorda certe cose della League of Gentlemen o dellacoppia  Andy Summers e Robert Fripp di Advanced masked e Bewitched).È perché lo consideri un disco di passaggio verso il prossimo livello… ocosa? Quale sarà allora il tuo prossimo obiettivo?

Simone
Seiun grande, un’osservazione attentissima. Summers/Fripp sono un viaggioincredibile, è proprio il sound di Summers a cui mi avvicino moltissimo in “Goingto the Next Level”. Ho sempre pensato di amare il lato Sting/Copeland deiPolice, da sempre mia band preferita, ma più li ascolto e più mi rendo conto diavere molte influenze legate alla chitarra di Andy Summers, forse perché eranole cose che studiavo da piccolo chitarrista.  Io, comunque, l’ho sempreparagonata a “The Other Way of Stopping” dei Police, non sai che felicitàsapere di averlo comunicato.
Ècome aver chiuso una parte di vita, vinto determinate ansie e paure. Ad oggicredo che quando ho registrato l’album, dopo aver raccolto 13 canzoni, ero allaricerca della libertà d’esprimersi; il prossimo livello adesso è appropriarsidella libertà di essere unici.
 
Davide
Graziee a presto.

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