Cristiano Crescentini e Deny Menghini (a cura di)
Applicazione clinica della Meditazione Orientata alla Mindfulness – MOM
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che il nostro cervello attiva delle zone specifiche quando operiamo dei ricordi o facciamo previsioni sul futuro. Con immagini di TAC al cervello si è potuto dimostrare come sia nel ricordare gli eventi passati sia nel prevedere quello che ci potrà capitare nel futuro in realtà le zone del cervello coinvolte e le attività celebrali sono le stesse. Potremmo dire che sia la memoria che la preoccupazioni sono frutto di operazioni mentali che il cervello compie incessantemente e che influenzano la nostra attenzione, le nostre emozioni, i nostri comportamenti rispetto al presente. Spesso il continuo “rimuginare” il passato o “viaggiare” in più o meno probabili futuri sono al centro di continuo lavoro della “macchina celebrale” provocando ansia, stress e difficoltà a vivere serenamente il presente.
La mindfulness, cioè quella tecnica di meditazione che aiuta a concentrarsi sul presente, sviluppata negli ultimi decenni a partire dalla meditazione orientale (Yoga e Zen principalmente), sempre più si è affermata come un aiuto efficace, anche dal punto di vista clinico, per aiutare la persona a ridurre gli stati stressanti della mente e a migliorare diverse tipi di situazioni di malessere e neuropatologie.
La letteratura scientifica sugli apporti positivi della mindfullness è molto ampia ed è esponenzialmente aumentata nel corso degli ultimi anni, diffondendone la pratica ampiamente anche in Italia.
Il testo “La mindfulness per l’ADHD e i disturbi del neurosviluppo”, all’interno della collana della Erickson “Neuropsicologia in età evolutiva”, ha l’impostazione appunto di favorire la diffusione della letteratura scientifica nella ricerca dei benefici della mindfulness non solo in età adulta, ma anche in età evolutiva.
Mentre infatti, come dicevamo, la ricerca ha prodotto numerosi e ormai indiscussi saggi e articoli che testimoniano gli innegabili effetti benefici sulla popolazione adulta, anche con disturbi neuropsicologici, con evidenze scientifiche di miglioramenti della funzionalità celebrale, manca nel panorama attuale un lavoro di ricerca ampio basato su metodologie verificabili e prove scientifiche per quanto riguarda l’età evolutiva.
Il testo raccoglie sei articoli di breve lunghezza (circa una quindicina di pagine ciascuno) curati da Cristiano Crescentini, ricercatore in Psicobiologia e Psicologia Fisiologica e docente presso l’Università di Udine, e Deny Menghini, psicologa e psicoterapeuta presso la Neuro Psichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma. Proprio presso il dipartimento di Neuroscienze dell’Unità Operativa della Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale di Roma è stata realizzata una “ricerca pilota” su ragazzi con disturbo dell’attenzione ADHD, che viene descritta in modo dettagliato nell’ultimo saggio riportato nel libro.
La struttura del libro è concentrica partendo da articoli che inquadrano prima lo “stato della questione” rispetto alla letteratura scientifica relativa alla mindfulness in età adulta e alle sue applicazioni, poi soffermandosi più precisamente dal terzo capitolo su tutta una serie di lavori che riguardano le applicazioni in età evolutiva.
La tipologia di mindfulness presentata nel testo è una impostazione propriamente italiana, nata in Friuli, denominata MOM, meditazione orientata alla mindfulness, che prevede sessioni di meditazione di circa trenta minuti suddivise in meditazione sul respiro (10 minuti), meditazioni sul corpo (10 minuti) e meditazione sugli stati mentali (10 minuti).
Ecco il nome dei diversi capitoli-articoli:
Introduzione alla Meditazione Orientata alla Mindfulness
La MOM in età adulta
La MOM in età evolutiva
La MOM nei disturbi dell’età evolutiva
Il training MOM in bambini con ADHD
Guida pratica al training MOM nell’ADHD
In generale il libro, per la specificità del linguaggio (anche clinico) usato e per i suoi intenti di presentazione scientifica è rivolto maggiormente a un pubblico di “addetti ai lavori” sia in campo educativo, che psicologico neuroinfantile. In realtà è, altresì, da sottolineare come la brevità dei testi presentati, lo sforzo divulgativo e la descrizione del protocollo MOM, soprattutto nel capitolo finale del libro, si presentano come davvero interessanti anche per un pubblico più vasto di lettori interessati alla mindfulness che vogliano avere conferma della letteratura scientifica sull’argomento e vogliano accedere a una presentazione di un protocollo operativo per proporla anche in età evolutiva.