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La scomparsa di Antonio Bruschini

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Antonio Bruschini ci ha lasciati,con discrezione, come era sua abitudine, senza clamore, come uno dei suoi amatipistoleri del western all’italiana. Non esisteva critico cinematografico più preparatosulla nostra cinematografia di genere, o come lui amava dire – parafrasandoFulci – degenere. Credo di aver imparato molto da Antonio Bruschini, miha dato le basi per cominciare a scrivere e a occuparmi di cinema italiano.Possiedo molti suoi volumi di cinema, il mitico Operazione pauraIregisti del gotico italiano, edito da Granata Press – scritto insieme adAntonio Tentori – è stato la base per il mio primo volume della Storia delcinema horror italiano, dedicato al Gotico. Bruschini era nato nel 1956,aveva pubblicato Horror all’italiana (Glittering Images, 1996), ma tra isuoi libri che preferisco c’è l’indimenticabile Malizie perverse (1993),dedicato alla commedia sexy e scritto con Tentori, così come sono notevoli Profondetenebre (1992) e Mondi incredibili (1994). Il suo saggio dedicato alcinema di Lucio Fulci (Il poeta della crudeltà, scritto con Tentori) -regista che aveva conosciuto personalmente – è il fondamento bibliografico delmio piccolo lavoro Filmare la morte – il cinema horror e thriller diLucio Fulci, scritto in collaborazione con As Chianese. Da non dimenticare Cittàviolente, sempre scritto con Tentori (erano una coppia molto affiatata),sul cinema giallo e thrilling italiano. Antonio Bruschini era innamorato delwestern all’italiana, genere del quale aveva una competenza unica e unaconoscenza sterminata. Si è occupato di tutto quel che riguarda il cinemaitaliano, da Tinto Brass al mondo movies, impossibile citare tutti gliarticoli e le monografie pubblicate. Ha partecipato a riviste storiche come labellissima Amarcord di Igor Molino e i suoi saggi sul cinema italianorestano ancora tra le cose più utili per affrontare lo studio della materia.Troviamo suoi scritti in riviste come Nocturno Cinema, Cine 70 ein molte fanzines cartacee e telematiche. Perdiamo Antonio Bruschini.Perdiamo un grande critico di cinema, una persona spontanea, genuina, un veroappassionato, uno capace di farsi Firenze – Massa Marittima per assistere a unaretrospettiva dedicata a Umberto Lenzi, uno capace di venire a Massa Carraraper ascoltare un carneade come me che parlo di Lucio Fulci. Non sapevoniente della malattia. Sapevo solo che da un po’ di tempo a questa parte nonfaceva più niente, non scriveva, non partecipava ai festival. Mi aveva promessodi scrivere per Il Foglio un libro su Pupi Avati. Non ha fatto in tempo.Federico De Zigno, suo grande amico, ha scritto che le ultime parole diBruschini prima di morire sono state una citazione dal Valdemar diCorman. Grande fino alla fine. Addio Antonio. Ci restano i tuoi libri. Nefaremo buon uso.

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