Hacca (Macerata, 2011)
pag. 268, euro 14.00
L’italianoApollinaire. Tanto per fare un bell’inizio, ricordiamo che è ben più importantee interessante, per certi versi, ovvero appunto per fare favore alla poesia,ricordare il nome preciso e per intero dell’autore nato in Italia ma vissuto inFrancia Apollinaire. Ben più, purtroppo, di riprendere che il nome esatto delpiù famoso dei briganti italiani fu Carmine Crocco detto Donatelli, e nonCarmine Donatelli, ingiustamente, detto Crocco. Errore imperdonabile, comunque.Insomma, tanto per fare un inizio a effetto, cominciamo da una delle note dicuriosità che vengono dalla biografia romanzata scritta dal poeta, narratore,critico Renzo Paris “La banda Apollinaire”; altro che, ancora, “la bande àPicasso”. E l’approccio a questa nuova superba quanto sublime opera di Parisnon poteva che essere introdotta dalle recenti, anche se poi non troppo,letture d’altri libri del Paris: tipo “La vita personale”, o “La casa in comune”.Dunque uno più recente e uno ben più datato. Ed entrambi d’una finezza, purnell’ovvia diversità, squisita. Perché in alcune occasioni acida al pari dipasti che t’accolgono pur col volto del sapore un poco da attendere meglio delsolito. Però di “La banda Apollinaire” ci siamo innamorati subitissimamente. Eper varie ragioni. Ma ripartiamo dalla struttura. Dalle forme. Più che dallaforma. Da quel pezzo paradossalmente sostanza. Allora, ecco il titolo. Chesmonta, punto per punto, la storicità d’una definizione già nota, si diceva.Per le patrie lettere senza patrie, è ovvio. Negli anni insomma della Parigi diPicasso, Jacob, Jarry, Guglielmo Vladimiro Alessandro Apollinaire deKostrowitzky (nato e – da bambino – vissuto a Roma) è per l’esattezza ilcardine d’un gruppo che tiene in contatto surrealismo e cubismo. Paris rifà iluoghi d’Apollinaire, per spiegare proprio l’importanza e l’originalità totaledel poeta. Perché Apollinaire si nutre da piccolo di Roma e d’una madrebricconcella. Donna contesa e zigzagante che lo trasmette in quel limbo didesolazione però successivamente completato, per bellezza, da amicizie forti,vagabondaggi aspri, tristezze spesso spesse e amori a dir poco ostici. Il poetasi nutre d’espedienti. Mentre si fa un retroterra culturale, e moltoletterario, che gli permetterà di tenere insieme con esito nuovo e spiazzante’classicismo’ e avanguardia. Dove il consenso all’avanguardia e contrastato, indefinitiva, con un rifiuto ovviamente dell’avanguardia in quanto tale. Spassosoentrare nella relazione col Marinetti. Eppure la forma romanzo s’elevaulteriormente grazie a tanti versi d’Apollinaire. Letto e riletto mentre è inambasce sessuali, più che amorose, o addirittura sotto i colpi d’una guerra cheaccetta e che non accetta. Un passo importante, specie nella prima parte dellibro, ma fino alla fine dello stesso, sfoglia la dimensione religiosa. Tra uncontrasto forte con il pregresso della crescita e la scelta consapevole di nonmitizzare il mito Fede. Per questa ragione, però, se relativamente c’interessala paternità del poeta ancor meno c’interessa la sua adesione involontaria, pergiunta imposta, che si presenta nel mezzo della morte giovane. Molto megliosorridere e riguardare a un uomo che amava la scrittura e che, allo stessotempo, superando per certi aspetti persino l’amato de Sade dava peti allevetrine delle lussuose pasticcerie della grande Parigi. Grazie a quest’opera,Renzo Paris ancora una volta invita a far amare, riuscendoci in toto, uno deipoeti più grandi e non solamente per le vie parigine. Infine, è necessarioentrare, dopo aver gustato un paragone fra maschilismo e conservatorismo, invirtù del pensiero dello stesso Apollinaire, appunto uomo di sceltaconservatrice diremmo in sede d’analisi politica, nelle pagine ‘inventate’ daParis utili a permetterci di riflettere su uno sciovinismo di certo daapprofondire nel contesto dell’epoca, ma che ugualmente non sarebbe naturalemettere in secondo piano. La banda Apollinarie è tantissimo, quindi.