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Intervista con Fratelli Tabasco

7 min read
 

Fratelli Tabasco The Docks Dora Session l’album di esordio della blues band torinese

da Aprile 2016 in CD & Digitale
 
Un album di debutto registrato in presa diretta dal vivo per riprodurre le atmosfere dei “Juke Joint”, i mitici locali semi-clandestini del sud degli Stati Uniti, in cui si esibivano i più grandi bluesman prima di diventare leggenda. I Fratelli Tabasco nascono a Torino nel 2013 dall’incontro tra cinque ragazzi accomunati da una forte passione per il blues costruita in anni di concerti, jam session e collaborazioni. Dopo aver passato un intero anno in studio a produrre e perfezionare un sostanzioso repertorio composto quasi esclusivamente da brani originali, i Fratelli Tabasco esordiscono live alla seconda edizione del Borgiallo Blues Festival. Inizia così una serie di eventi che li vedono presenti tra Piemonte, Liguria e Emilia Romagna, in concerti, festival, jam session e apparizioni radiofoniche; nel 2015 vincono la settima edizione del concorso “Rock the Docks” organizzato dalla Rainbow Music di Torino, che permette loro di registrare il loro primo live album “The Docks Dora Session” uscito ad aprile del 2016. “Peperonato” è l’agggettivo con cui la band ama descrivere la propria musica e nei loro blues prendono forma storie di eccentrici personaggi ed ambientazioni surreali che traggono ispirazione da suoni contemporanei come Black Keys, Ben Harper e R.L. Burnside senza dimenticare i grandi maestri del blues. Su questa base si innestano poi altre influenze dal funky, rock e soul che contribuiscono a rendere contemporaneo il loro sound, senza perdere però quella patina vintage. I Fratelli Tabasco sono composti da Boris Tabasco (voce e armonica), Joele Tabasco (chitarra), Marco Tabasco (basso), Lorenzo Tabasco (tastiere) e Simone Tabasco (batteria) e hanno avuto negli anni il piacere di imparare e suonare il blues con artisti come Luigi Tempera (maestro di blues), Andrea Scagliarini (armonicista per Homesick James, Phil Guy) e vari musicisti come Jos Griffionen, Dario Lombardo e Little Boogie Boy.
 
Tracklist: 1. Radioactive Mama / 2. Ask Yourself / 3. Up All Night / 4. Harmonic Drive / 5. Same Damned Shame / 6. Jack Knife / 7. Blues On! / 8. D.Q.T.H.L. / 9. Boris’ Boogie
Link: www.fratellitabasco.com
www.newmodellabel.com
 
Intervista
 

Davide
Ciao. Vi chiamate come il “Tabasco” perché brucia come il fuoco, perché viene dalla Louisiana come il blues di New Orleans o, insomma, perché? 

Fratelli Tabasco
Hey! Andiamo dritti al punto, ci piace così. Questo nome è stato scelto proprio perché evocativo: perché “suona” molto italiano, perché ricorda un famoso prodotto americano e la bollente regione messicana dalle amate atmosfere Rodriguez-tarantiniane e dei peperoncini. Il fatto che siamo fratelli è poi tutta un’altra storia.
 
Davide
Di cosa trattano i testi delle vostre canzoni?
 
Fratelli Tabasco
Le canzoni sono semplicemente i nostri blues portati in musica, né più né meno. I blues sono scritti per necessità di condivisione, sono la fotografia distorta di un tempo e una generazione, sono un concetto universale. Trattiamo dell’amore in tutti i sensi, di temi sociali o ambientali attraverso il classico gioco delle metafore, un po’ come accadeva alle origini di questo (erroneamente definito) genere musicale.
 
Davide
Avete scelto di esordire con un cd live come se vi foste trovati in un vecchio juke joint o una barrelhouse di legno e lamiere, con tanto “moonshine” da bere dopo il duro lavoro dei negri nei campi. E il duro lavoro è finito anche ai Docks Dora in quest’era della Torino postindustriale. Sembrerebbe quasi un luogo “metaforico” con la fine del tempo della schiavitù alla fabbrica… Cos’è per voi una musica “diretta”? Cos’è ancora il blues dopo più di un secolo e mezzo di sua storia o cosa è per voi?
 
Fratelli Tabasco
La scelta di una presa diretta per noi è stata naturale. Metaforicamente abbiamo esattamente cercato di riportare quel duro lavoro che ci accompagna tutti i giorni dal mattino in uno dei suoi luoghi storici: i Docks Dora! La musica è diretta quando è onesta, semplicemente. Per noi non fa grande differenza che li si chiami blues perché i blues sono le nostre storie, i nostri guai e l’entusiasmo infinito nel trasmetterle a chi ci ascolta. “Blues is a feeling” insegnava Mississippi Fred McDowell e questa spiegazione di cosa sono i blues a noi basta e avanza.
 
Davide
Quali sono i vostri più grandi bluesmen di riferimento?
 
Fratelli Tabasco
L’elenco sarebbe interminabile. Ci piacerebbe citare però qualcuno che di rado viene menzionato e che invece ha avuto un grande ruolo di ispiratore per noi: Mauro Ferrarese, maestro insuperabile del blues delle origini; Paolo Bonfanti, meraviglioso chitarrista e cantante autore di testi perfetti e, per non dilungarsi, tutti quegli anonimi registrati da Mr. Lomax durante la loro permanenza nelle prigioni di Stato americane.
 
Davide
Torino ha una sua tradizione blues e blues rock di tutto rispetto fin dagli anni ’70: in che modo vi “confrontate” con questa vostra (ma anche mia) città così grande (in tutti i sensi) eppure così “nascosta”?
 
Fratelli Tabasco
Torino ci piace molto, anche per questa sua capacità di nascondere in sé delle perle senza farlo intuire a prima vista, come farebbe un’ostrica. Nell’ambiente musicale qui ci si conosce praticamente tutti ed è bellissimo poter dire che per noi il confronto con chi ha reso grande il blues a Torino è stato totalmente costruttivo. Non ci stancheremo mai di ringraziare e di ripetere che abbiamo avuto la fortuna di imparare dai più grandi maestri della città: Luigi Tempera e Andrea “Rooster” Scagliarini. Torino oggi è in un periodo di grandi cambiamenti, ma lo spazio per la musica dal vivo sta lentamente tornando ad essere quello degno di una capitale della cultura, anche grazie a molti coetanei e proprietari di locali che continuano a credere nell’importanza di quest’arte per un futuro diverso. Noi siamo cresciuti qui e muoverci all’ombra della Mole è qualcosa che abbiamo imparato, adesso dobbiamo fare la nostra parte per raccontare che succede da queste parti.
 
Davide
Anno fondamentale per lo sviluppo del blues fu il 1865, anno dell’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d’America: ottenuta la libertà, numerosi ex schiavi-musicisti iniziarono a portare la loro musica fuori dalle piantagioni così che il genere fu sempre più noto. Di quali schiavitù, secondo voi, dovremmo liberarci oggi?
 
Fratelli Tabasco
Per la storia del blues rimandiamo ai testi di Alan Lomax, Amiri Baraka o del nostro concittadino Edoardo ”Catfish” Fassio, autore dell’opera “Blues” che consigliamo a tutti di sfogliare. Le schiavitù di cui dovremmo liberarci oggi sono forse meno violente ed evidenti, ma forse proprio perché invisibili, più pericolose. Con la musica ci tocca raccontare di questo tempo e tentare di parlare alle persone, cosa che pare non essere molto di moda ultimamente. Dovremmo liberarci dal torpore cerebrale, dalla paura delle discussioni e ricominciare a rivalutare il significato di “consapevolezza” e “armonia”. Sono molte le schiavitù in giro per il mondo e la musica dev’essere il suono della sveglia per una nuova alba di idee.
 
Davide
Avete già avuto modo di esibirvi all’estero e in particolare negli States? Quali sono i luoghi in cui vorreste arrivare a suonare più di altri?
 
Fratelli Tabasco
Singolarmente ognuno di noi ha fatto qualche esperienza all’estero con le classiche jam sessions che si possono incrociare ovunque, ma tutti insieme no, stiamo aspettando la prima grande trasferta e vi terremo aggiornati. Non abbiamo dei luoghi particolari in mente, abbiamo assorbito la lezione di B.B. King al punto di avere anche noi il sogno di poter portare la nostra musica a più persone possibile nel mondo! Adesso grazie a un grande lavoro informatico ci stiamo prendendo qualche soddisfazione, il nostro sound ha viaggiato fino agli Stati Uniti, al Brasile e all’Australia: pura felicità.
 
Davide
Il blues è sconfitta, un vincente non potrebbe mai portarsi il blues dentro. Il blues non ama i vincenti, si allontana quando ne sente l’odore. Il blues è la rivincita dei perdenti, il blues è il pane degli sconfitti… Così ha scritto Giovanni Scarfoglio. Come vi considerate voi, perdenti o vincenti o, per parafrasare “Winners and losers” di Iggy Pop/Bowie (Winners and Losers),  is it the same under the sky (fa lo stesso sotto il cielo)?
 
Fratelli Tabasco
Grazie per la citazione di Giovanni Scarfoglio innanzitutto. Cercheremo di essere brevi, viste le risposte precedenti e rispondiamo parafrasando Albert Collins: se i problemi fossero soldi, saremmo milionari.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Fratelli Tabasco
Abbiamo già molti brani su cui stiamo lavorando in vista di nuove registrazioni, nuovo materiale video (importantissimo oggi) e aperture per artisti internazionali già a partire da quest’estate. Le idee e le ispirazioni non mancano, quindi continueremo a cercare nuovi suoni per vestirle e nuovi luoghi da “conquistare”. Ti ringraziamo per queste domande importanti, è una grande opportunità per noi per raccontare qualcosa di significativo. Buon lavoro e a presto…Blues on!
 
Davide
Grazie e à suivre…

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