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Intervista con Stefano Amen

10 min read
 
STEFANOAMEN – “BERLINO, NEW YORK, CITTA’ DEL MESSICO”
daOrdigno Produzioni e Controrecords in CD e digitale – da Marzo 2011- Edizioni musicali – New Model Label
 
StefanoAmen, da Torino, cantautore.
Negliultimi anni Torino è diventata il centro di una nuova scena musicale, un nuovoapproccio alla canzone d’autore e tra i vari nomi della scena, Stefano Amen èsicuramente uno dei più rappresentativi. Parlare di scena però, potrebbe essereriduttivo nei confronti della sua musica e del suo stile assolutamentepersonale. Surreale, ironico, sognante, Stefano gioca con le parole e con leimmagini, a volte un flusso di pensieri, mentre il suo mondo musicale èpopolato da fantasmi country – blues e tracce di West Coast in cui si agitano”beautiful losers”, personaggi in continuo movimento senza apparente direzione.Blues quindi non solo come stile musicale, ma come stato mentale, e, adaccompagnarlo Marco Piccirillo al contrabbasso e Paolo Spaccamonti alla chitarra.
 
Tracklist:
1.Tequila Amore Mio / 2. Crack / 3. Quale / 4. Come Non Detto / 5. Berlino, NewYork, Città Del Messico / 6. Nessuno / 7. Incidente In Danimarca / 8. Criminali/ 9. Tequila Blues
 
Biografia:
StefanoAmen ha avuto modo di farsi notare per i suoi lavori autoprodotti, il suoprogetto Pinguino ed i numerosi concerti tra cui il tour con Cletus (CaneAndaluso, 2002) le performance con nomi come Badly Drawn Boy, Tim Robbins,Bugo, Spiritual Front; per il live al Traffic Festival di Torino, per lecollaborazioni con Paolo Spaccamonti, Matteo Castellano, Vittorio Cane,Federico Sirianni e altri musicisti della scena torinese. Inoltre partecipa conun brano a “Rip! A Remix Manifesto” di Brett Gaylor film più libro sul tema deiCopyright e Copyleft pubblicato da Feltrinelli e al cd compilation tributo aFred Buscaglione “Boom Boom Fred” pubblicato da Musicalista.
Controrecords:
LaControrecords nasce nell’ottobre del 2009 in occasione della pubblicazione di”Dove l’erba è alta” secondo disco di Davide Tosches, ma il primo ufficiale edistribuito. Controrecords non è un’etichetta come le altre, ma un collettivodi artisti che si aiutano e collaborano in nome della musica di qualità, senzaconfini di genere, che nasce dalla genuina ispirazione e da un’urgenza sinceradi comunicare e creare.
 
OrdignoProduzioni:
OrdignoProduzioni nasce a Torino nel 2010 dall’unione di 3 giovani musicisti che hannodeciso di mettere l’esperienza maturata negli anni al servizio della musica edi coloro che ci credono. La miscela esplosiva di Ordigno Produzioni va dallaproduzione artistica fino alla promozione, al management e al booking: seguireattentamente gli artisti della sua scuderia, passo dopo passo è una priorità.”Berlino, New York, Città del Messico” di Stefano Amen è la prima produzioneufficiale con la preziosa collaborazione di ControRecords e il sostegno di NewModel Label. Con questo disco si inaugura l’attività di Ordigno Produzioniche si muoverà su più fronti e in maniera indipendente, producendo solo musicadi qualità. La casa di Ordigno è Torino, il suo lavoro è per il mondo.
 
Link:
 
 
Intervista
 
Davide
CiaoStefano. Bel disco, bei testi… Non chiedete a uno scrittore di canzoni che cosa ha pensato, che cosa ha sentito primadell’opera: è proprio per non volervelo dire che si è messo a scrivere. Larisposta è nell’opera. (Fabrizio De André)… Cos’è che ti motiva afare musica, a scrivere canzoni?
 
Stefano
Aun certo punto i bambini quando sono contenti di essere in vita cominciano abattere il piede a terra e si compiacciono, poi battono le mani e  iniziano acantare. Poi piano piano che si cresce e da adulti la faccenda si complica sitende a produrre suoni soprattutto quando si è infelici. Ma più o meno il gestoha a che fare lo stesso con l’orgoglio di essere vivi nonostante tutto.Esistono i salmi, i desideri inespressi e le lettere d’ amore che nonriusciresti mai a scrivere perché non conosci il destinatario o è irraggiungibile.Io non ho per primaria importanza scrivere i testi ma di cantare e allora provoa scrivere parole che possano emozionarmi cantandole. 
 
Davide
BerlinoNew York Città del Messico“… e Torino? È lei la tua piccola città natiache in ogni angolo ti tradiva…, ma che, infine, dopo ogniviaggiare  per città che crediamo tutti più importanti al mondo, sembravasolo lei ti capisse? Hai cantato varie volte di Torino (sei più voltecitato con parole prese dai tuoi testi nel libro Torino, canzoni alValentino – Guida alla città e alle sue canzoni di Isabella Maria Zoppi…Cosa più ami di Torino, cosa più detesti?
 
Stefano
Inrealtà la piccola città a cui alludevo è Settimo Torinese che è il posto dovesono cresciuto e ho vissuto fino a 20 anni. Settimo è una cittadina che è stataasfaltata per ospitare gli operai FIAT degli anni ’50 ’60. Città dormitorio.Come i miei genitori anche la maggior parte dei genitori dei ragazzini chefrequentavo erano figli dell’  emigrazione dal sud. Questo è il motivo per cuiio non ho radici nel territorio. Le mie radici l’ho messe in biblioteca e insala prove. Questo il filo rosso che attraversa tutta l’idea del CD.
Quellecittà in particolare le ho tenute come esempio di grandi luoghi immaginari (“LaBerlino dei miei sogni”, “la New York dei miei sogni”, “Città del Messico comel’ho sognata”) che racchiudono in se simbolicamente tutto quello che nellacittà vissuta non puo’ esserci. La realtà, come i sogni, è altrettantofondamentale per crescere. Gli uomini che ho apprezzato e stimato hanno avutosempre queste due caratteristiche molto pronunciate. Non amo le personeassolutamente pratiche né gli idealisti e i sognatori puri.
Nonsono una persona molto sentimentale quindi anche con Torino ho sviluppato unrapporto molto superficiale. Ho vissuto anni a Porta Palazzo. Un grosso mercatoalimentare dentro diversi ghetti extracomunitari. Africani, Magrebini e Cinesi.Ho legato molto con queste persone e devo dire che questa è una caratteristicadi Torino che apprezzo. A Torino in certi posti non si ha l’idea di essere inun paese di cultura borghese, borghesissima anzi. Non sono sentimentale ma sonomolto sensibile alle bellezze dei palazzi. Bellissima la città di Torino. Cisono degli anfratti umidi e bui a Torino che non ho visto da nessuna altraparte. Adoro che ci siano tre fiumi. Odio certe zone invece dove c’è unperbenismo molto pronunciato. Ma è abbastanza contenuto in quei quartieri.Credo ci sia di peggio.
 
Davide
Qualè per te, tra le tante, la più bella canzone che sia mai stata scritta suTorino e perché?
 
Stefano
Noncredo di amare canzoni scritte su Torino. Mi piace molto il verso diConte “chi siamo noi col collo del paltò tirato su nel vento di Torino…”.

Davide
Unavolta si badava di più a cantanti e cantautori… Erano perfino delle guide, deimaestri di pensiero. E oggi?
 
Stefano
Oggila palestra dei giovani è la tele. Uno si allena e si fa la coscienza criticalà. O soccombe per troppa spazzatura o tende a diventare cinico e basta. Ilcantautore è un altro tizio che ti deve vendere delle idee. Il cinico etendenzialmente una persona che cerca rassicurazione nel passato e lo trova neimusei, nei libri e nei vecchi dischi. Oppure in una sala cinematografica dovenessuno lo puo’ vedere. Il nuovo per il cinico è quasi sempre un pacco. Ecomunque i cantautori come gli artisti in genere hanno proprio poco dainsegnare. Devono solo partecipare ed essere onesti poi se l’uditorio ci scoprequalcosa il dialogo puo’ avere inizio.
 
Davide
Perchépreferisci le forme del country e del blues?
 
Stefano
Leho preferite per le canzoni che ho deciso di inanellare in questo cd che ha unfilo rosso per quanto riguarda l’umore sulla parola e sulla musica. Nel periodoin cui ho composto questi brani avevo il mood country blues. Io ne ascolto moltissimodi quel genere. Ascolto gli originali però. Mi è venuto spontaneo. Ma comunquenon è per me mai una questione chiusa. Si è molto privilegiati a fare imusicisti perché anche se molti non lo hanno ancora capito si puo’ fare ciò chesi vuole. La musica è aria, sono onde che si propagano nell’aria. Tu decidi cheonde fare propagare. LIBERAMENTE.
 
Davide
Sonoquesti i giorni… Perché ancora il Festival di Sanremo?
 
Stefano
Perchéè un evento che aiuta a vendere diversi prodotti in televisione, perché la SIAEsi fa grandi abbuffate e con lei i vari discografici e compagniabella. I poveriaspiranti cantanti e autori della domenica devono sgomitare e pagare palate dieuri per partecipare. Mancano solo i nani e le ballerine, anzi no! Poi perché èun evento nazional-popolare che piace al popolo che deve stare a casarassicurato e sentire canzoni accomodanti.
 
Davide
Qualè l’ultima canzone che hai ascoltato e ti ha folgorato e quale fu la prima?
 
Stefano
Laprima proprio non me lo ricordo. So che da ragazzo adoravo “Black angel deathsong” dei Velvet Underground ma anche “Opel” di Syd Barrett.
Ieriho ascoltato una canzone di Uochi Toki e l’ ho trovata bellissima. Il titolonon lo ricordo.
 
Davide
Perchéun artista non dovrebbe guadagnare dalle sue incisioni o (se pensiamo allecontestazioni degli anni ’70 in Italia per avere ingresso libero ai concerti)addirittura dalle sue esibizioni dal vivo? Ricordo il processo al Palalido a DeGregori, 1976, quando i collettivi politici studenteschi lo contestarono con cosedel tipo: Quanto hai preso stasera?Se sei uncompagno, non a parole ma a fatti, lascia qui l’incasso.Vai a farel’operaio e suona la sera a casa tua… In fondo siamo arrivati esattamente aquesto, anche se non più in modo politicizzato… Si chiede musica per tuttigratuita, che l’artista viva d’aria o d’altro, ma poi allo Stadio, aicalciatori… Va beh… Copyright, copyleft… Cos’è veramente giusto per te?
 
Stefano
L’artistaguadagna dalle sue incisioni se si autoproduce il disco, punto. Anche regalarei brani si deve. E’ giusto. Diverso è il cd che ha un prezzo di produzione euna sfilza quasi infinita di moduli da compilare. Una palla. Devi fartirimborsare da qualcuno per questa seccatura.
IlCopyleft è una gran cosa. Nessuno puo’ rivendicare la paternità di un  idea.Ogni idea deriva da un’ altra per conseguenza. Quelli che hanno paura e cercanodi tutelarsi a tutti i costi non credo abbiano una visione d’ insieme di quelloche cercano di fare quando fanno musica.
L’unica cosa è che se a un certo punto ti va di far fruttare qualche canzone conpassaggi televisivi o cose così ti iscrivi alla SIAE. Per me sarebbe giusto nondover pagare la quota associativa SIAE ma prendere solo la maggior parte deisoldi che i locali, le radio etc..pagano alla SIAE. Altrimenti, se uno non èiscritto, è bene saperlo, li tengono loro. La stortura come in tutte lefaccende di soldi sta nella ridistribuzione degli introiti e a quanto ne so laSIAE è davvero scandalosa. Mi ricordo una puntata di Report qualche anno fa. C’erada piangere. Per fortuna mi dicono che in altre nazioni sia un tantino diverso.
Tral’altro ci sono musicisti che guadagnano più dei calciatori. Ridicolo. Mi piacepensare al musicista o all’artista come individuo leggermente più idealista diun calciatore. Ovviamente quella è una questione di pubblico e soprattutto disponsor. Muovi tanti consumatori, muovi tanto grano e ti prendi lo spazio checredi di meritare. Ma è la logica di mercato. Ora se si vuole fare finta chequesta logica non conti niente bene, però bisogna essere realistici. Poi sipuo’ ragionare finché si vuole sulle brutture delle logiche di mercato. Forseuna figura che manca oggi, e si vede, è quella di Mecenate.
Comein tutti gli strati di questa società iniqua bisogna rendere più equa ladistribuzione di ricchezza e compensi.
Perinvitare tutto quel pubblico a casa propria comunque De Gregori avrebbe dovutoavere una casa gigantesca, altro che operaio. Io penso sia giusto foraggiare unartista che ci emoziona o ci induca alla riflessione e soprattutto al dubbio(magari i contestatori volevano anche sentire le canzoni che parlavano delleloro idee). Ho sempre avuto una sensibilità più vicina al barbone che a quelladell’ operaio. Non me ne voglia mio padre, né nessun altro. 
 
Davide
Odiole canzoni da cui ti senti escluso perchè parlanodi qualcosa che non conosci (Dave Grohl). Come ti poni il problema di”includere” l’ascoltatore?
 
Stefano
Esistono,come in tutte le altre discipline, nell’arte di scrivere canzoni, o nellamusica in genere, molti strumenti per coinvolgere l’ascoltatore. Il ritmo, ilritmo delle parole, l’armonia, la melodia, l’emozione del cantato odell’esecuzione allo strumento, la struttura del brano ecc… Cerco di plasmarea mio talento i vari materiali. Poi c’è l’immaginario. Per quello ci sono leparole che esprimono simboli,  storie, ecc… Forse Dave Grohl è una di quellepersone che hanno l’ego ingombrante. Io ascolto moltissimi canti musulmani purnon conoscendo l’arabo e ne ricavo grandissime emozioni.
 
Davide
Cosafarai per promuovere questo nuovo parto?
 
Speropù concerti possibile in Italia e qualcuno all’estero. Cerco poi insieme adaltri colleghi di organizzare un piccolo apparato, che noi abbiamo chiamatoOrdignoProduzioni, per registrare dischi con uno studio, organizzare concerti etutte quelle cose che servono per farsi conoscere.
Grazie.
 
Davide
Graziea te e… à suivre. 

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