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Stelle contro la notte – Intervista ad Anna Chierici

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Ciao Anna, e complimenti per questo tuo primo romanzo, disponibile da qualche settimana in formato elettronico intanto su Amazon.
Come di consuetudine, prima di parlare di “Stelle contro la notte. A.L.L.I.E.“, ti chiedo di presentarti ai lettori, raccontando chi è Anna Chierici – persona prima che autrice – se vuoi anche qualcosa del tuo personale percorso letterario che ti ha portata anche alla scrittura.
Un saluto a tutti i lettori KULT Undeground. Sono nata e vivo tutt’ora a Reggio Emilia. Sono laureata in ingegneria informatica da qualche anno. Nella vita vera sviluppo software per un’azienda modenese. Scrivo come hobby da quando ero ragazzina, dividendomi tra racconti e poesie. Ho sempre scritto soprattutto per me stessa , come sfogo o come passione, forse anche come evasione dal tran tran di tutti i giorni. Amo anche la lettura, la pittura, la musica e il cinema.

“Stelle contro la notte. A.L.L.I.E.” è un libro interessante, direi a metà tra la spy story e il romanzo di formazione, che però forse può essere classificato anche in modo diverso. So che le etichette di genere hanno limiti, ma nello stesso tempo aiutano il lettore a capire più facilmente se la tipologia del testo è tra quelle che di solito lo interessano, per cui ti chiedo, mentre magari inizi a darci qualche dettaglio della storia, di dirmi anche tu come collocheresti questa tua opera, spiegando anche perché.
“Stelle contro la notte” è la storia  di Chiara, una laureanda che nello sviluppare il programma per la sua tesi di laurea, si imbatte in un documento criptato, molto pericoloso. Penso sia difficile collocare “Stelle contro la notte” in un solo genere, certamente la spy story è il filone principale a cui mi sono ispirata. Ho cercato di mettere nel libro anche azione e un po’ di fantascienza, però credo che a tratti la mia anima poetica e romantica prenda il sopravvento.

Il personaggio è in modo abbastanza evidente il tuo alter ego, ma quanto c’è di Anna Chierici in Chiara? E quanto di quasi reale nel resto che leggiamo (principalmente sul discorso università e compagni, ma anche, e qui la domanda non è casuale, sul resto, ovvero su A.L.L.I.E.)?
Chiara mi assomiglia molto, ha la mia anima, le mie debolezze. La scelta di scrivere il romanzo in prima persona è proprio perchè ho scelto di mettere in lei una parte di me, però Chiara ha anche una sua unicità, una sua storia. Ho cercato di mettere in questo romanzo quello che conosco e che amo, il mio lavoro come anche le mie passioni. Ho certamente tratto ispirazione dalla realtà che mi sta attorno, ma poi ho cercato di creare una sorta di mondo parallelo. Anche mentre pensavo ad A.L.L.I.E.,  ho voluto raccontare di un programma che , anche se non esiste, potrebbe essere realizzabile veramente.

L’aspetto della protagonista programmatrice (e/o un utente esperta di tecnologia informatica) è una cosa che mi è piaciuta molto. Un aspetto che sorregge non solo la trama e le azioni, ma che è la chiave anche di vari percorsi mentali in cui Chiara legge se stessa anche in base a come si sente in questo ruolo. Quanto è funzionale alla narrazione, questo sentirsi programmatrice – oltre che esserlo? E al di là del discorso personale hai avuto qualche ispirazione letteraria (penso ad opere di Gibson o di (Neal) Stephenson) o cinematografica per questo aspetto?
Chiara non può che guardare l’universo con gli occhi di una programmatrice, è parte di lei, dei suoi ragionamenti e dei suoi dubbi. Per Chiara non è solo un lavoro, è quasi una filosofia, un modo di guardare le cose. E’ come schiacciata sempre tra il mondo ideale, la perfezione, quello che vorrebbe realizzare e la realtà coi suoi bug e i suoi inevitabili inconvenienti e i fallimenti.  Non c’è un personaggio in particolare a cui mi sono ispirata per questo ruolo , a parte la mia esperienza personale. Tuttavia il mio romanzo è pieno di riferimenti letterari, da Fleming a Chrichton, e anche cinematografici perchè la narrativa che amo è quella in cui riesco a vedere davanti a me la storia, proprio come se io fossi al cinema.  

Una cosa che mi ha colpito è che la maggior parte dei personaggi (positivi e negativi) sono femminili. Quanto è stato naturale per te questa scelta nell’ideare le varie figure che si muovono nella tua storia? E se c’è, per quale motivo hai preferito un casting “rosa” rispetto ad uno più classico/stereotipato (in cui probabilmente avremmo visto uomini in certi ruoli)? La mia domanda (legata alla precedente) è: c’è (anche) qualche attinenza con una realtà precisa?
E’ stata molto naturale, per me questa scelta. Guardandomi attorno vedo tante donne che fanno un mestiere tradizionalmente da uomini e, forse, anche un po’ quello dell’ingegnere è un lavoro più maschile che femminile, ma questo non mi ha mai fermato.Mi piaceva l’idea di tratteggiare delle donne grintose e di carattere. Nella mia vita ne ho incontrate molte e secondo me sono persone interessanti, ognuna con la sua storia, tutta da raccontare.

Ah, come mai hai scelto questo titolo specifico, che rivela così poco della trama?
Il titolo è stato un’illuminazione tardiva, nel senso che è rimasto provvisorio per molto tempo. Poi mentre scrivevo una delle parti centrali del libro mi è venuta l’idea. Non ho più avuto dubbi. E’  un po’ misterioso, hai ragione, ma forse questo è parte del suo fascino. Alla fine della storia però il lettore capirà perfettamente che cosa vuol dire.

Parliamo di stile e di scrittura: cosa secondo te è interessante sottolineare delle scelte che hai fatto per la costruzione della storia? C’è, in evidenza, nelle parti di riflessione un aspetto poetico, nello stile, ma è solo uno degli elementi che si vedono nella tua prosa. Quale (se ce n’è uno solo) ti è più congeniale e quale invece ti richiede più studio e lavoro? Punti di vista, struttura dei capitoli, dialoghi, descrizioni: quali elementi hanno reso più complessa la stesura e cosa, secondo te, è stato più funzionale per la resa della storia?
Sì, il mio stile è abbastanza particolare, mi piace mischiare la prosa con la poesia. Le parte che mi viene senz’altro più congeniale è quella riflessiva, ma mi piace misurarmi con la suspence e l’azione anche se descrivere queste parti è più complicato. Inoltre adoro i dialoghi, mi piace far parlare i miei personaggi.  

Tempi e modi: quanto lavoro c’è – e suddiviso come – dietro ad un opera come “Stelle contro la notte”?
A scrivere la prima stesura ho impegato 3/4 mesi, ma poi, quando ho avuto l’idea di pubblicarlo, è iniziato il duro lavoro di revisione che è durato almeno 6 mesi. 

Hai qualche aneddoto (divertente o curioso) riguardo l’ideazione, la stesura o l’editing del romanzo? Chi ha contribuito (tra le persone che frequenti abitualmente) alla stesura o al raffinamento di questo libro?
Una volta mentre scrivevo era talmente presa dal racconto che non mi sono accorta che la luce dell’intero quartiere era saltata e mi sono ritrovata completamente al buio alla luce del portatile: facevo fatica a vedere che tasti schiacciavo sulla tastiera. E’ la magia di quando scrivo; il resto del mondo scompare.
Mi ha aiutato molto mia madre, che da ex professoressa di italiano, ha imbracciato la matita rossa e quella blu (virtuali) e mi ha dato una mano nella revisione del libro.

Come mai hai deciso di uscire in ebook su amazon? Che aspetti tecnici ci sono dietro a questo tipo di percorso (e che suggerimenti eventualmente hai per chi volesse fare altrettanto?)
Gli e-book mi interessano molto: è un modo nuovo di leggere, credo sia il futuro. Amazon ti da la possibilità di vendere il tuo libro con un click, letteralmente, senza nessuna spesa iniziale. L’unica accortezza da avere è formattare in maniera opportuna il file di word originale, dopo provvede Amazon a trasformarlo in ebook. Amazon prende solo una percentuale sui libri venduti e accredita gli eventuali guadagni direttamente sul conto.  

Hai già in mente qualcosa per la promozione del tuo romanzo (blog/sito/pubblicità/presentazioni/book trailers ecc)? E/o pensi di provare anche a proporlo su carta (con o senza un editore)?
Sto valutando le varie possibilità: mi piacerebbe realizzare un sito dedicato e un book trailers. Per ora non pensavo di proporlo su carta, sono rimasta scottata da editori senza scrupoli in passato: persone che mi chiedevano anche molti soldi per pubblicare i miei lavori. Non escludo che un domani “stelle contro la notte” venga stampato su carta, ma dovrei trovare , credo, l’editore giusto , che creda nel mio lavoro e ci investa , più che cercare un guadagno immediato da un mio contributo.

Ci puoi parlare dei progetti futuri – non necessariamente letterari o non necessariamente legati ad A.L.L.I.E.?
Nella vita reale credo continuerò a farmi esperienza nella programmazione. Quanto ad A.L.L.I.E. potrebbe diventare veramente un programma “figo” … Per oraho in cantiere un seguito per “stelle contro la notte”, ma volevo prima vedere come andava questa mia nuova avventura della pubblicazione. Finchè io mi diverto a scrivere ,comunque credo continuerò a farlo.

Grazie per il tempo che ci hai concesso e in bocca al lupo per le vendite. Se vuoi salutare o ringraziare qualcuno questo è il momento per farlo.
Grazie a voi per l’opportunità di far conoscere il mio romanzo. Volevo ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuto in questa pazzia e mi hanno aiutato infine a vincere la mia proverbiale timidezza e schiacciare quel pulsante “PUBBLICA” su Amazon.

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