KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

L’arcangelo di Saint-Germain-des-Prés

5 min read
 
Al termine della seconda guerra mondiale la Francia calca il podio con i vincitori, ma zoppicante e malridotta. Se il primo conflitto ha stravolto l'Europa conducendola alle iperboliche provocazioni degli -ismi, il secondo dopoguerra prepara altre avventure. Parigi liberata riprende il suo ruolo di capitale della cultura e da Saint-Germain-des-Prés gli esistenzialisti si rivolgono all'Europa, mentre gli echi del surrealismo sembrano decretare la fine di ogni progresso formale. Sartre e Simone de Beauvoir, Camus, Prévert e il Groupe Octobre, Queneau, Cocteau e altri ancora alimentano l'aura intellettuale del quartiere, che trova nel Café de Flore il suo centro; ma a notte fonda le strade di Saint-Germain-des-Prés si animano di vita mondana e nella fumosa e affollata sala sotterranea del Tabou il  jazz frena talvolta le sue note stridenti interrompendo le danze e, mentre gli avventori affollano il bancone del bar, una voce grida dal palco bizzarre sequele di suoni: è  Gabriel Pomerand.
Parassita, prigioniero, studente, resistente, scrittore e sposo, di stanza sopra al Café de Flore, Pomerand è senz'altro uno dei personaggi più interessanti del quartiere parigino, capace di farsi largo tra intellettuali e celebrità dello spettacolo, artisti e sedicenti tali, stranieri e curiosi, a suon di scandali e provocazioni. Nonostante la breve permanenza nel gruppo è impossibile considerare la sua opera senza riferirsi al movimento lettrista, fondato nell'immediato dopoguerra insieme ad Isidore Isou, così come è impensabile fare a meno della sua figura nel ricostruire le origini del lettrismo.
I lettristi si fanno conoscere presto nel quartiere: le rissose manifestazioni, durante le quali espongono le loro teorie e attaccano i surrealisti, rei di non avere saputo apportare nulla di nuovo al progresso dell'arte, oltre che incapaci di farsi da parte; l'attacco a La Fuite, opera teatrale di  Tristan Tzara presentata al Vieux Colombier e interrotta al grido di «Dada è morto! Largo al lettrismo!»; lo scandalo di Notre Dame, quando Michel Mourre, travestito da frate, sferra dall'altare della cattedrale un violento attacco alla Chiesa cattolica, a conclusione del Meeting dei falliti, rendono l'idea delle loro provocazioni.
In seguito, secondo le intenzioni di Isou, i concetti del lettrismo si estendono ad ogni ambito del sapere, ma è dal dominio poetico che traggono spunto le prime teorie del movimento. Gli interventi raccolti nel primo e unico numero della «Dittatura Lettrista», pubblicato nel 1946, partono dal presupposto che la storia della poesia fino a quel momento si divida in due epoche principali: durante la prima, quella dell'ampiezza, da Omero fino a Victor Hugo, il poeta si serve del verso per esprimere un concetto; successivamente, Baudelaire da inizio alla fase del cesello, avviando la poesia in un percorso alla ricerca della sua stessa essenza, raffinando prima il verso e successivamente la parola, che con Rimbaud, Mallarmé e Valery raggiunge la sua massima potenza espressiva. Constatato il fallimento surrealista il lettrismo si pone come l'unico movimento in grado di proseguire tale cammino, superando la parola come metro minimo della poesia e affinando la ricerca fino alla lettera intesa come singolo suono, unità ultima e inscindibile dell'opera. L'intento dichiarato è quello di creare un nuovo linguaggio, una nuova lingua universale capace di riassumere tutte le altre per riunirle in una nuova repubblica delle lettere.
Le provocazioni lettriste colpiscono nel segno attirando l'attenzione della stampa e degli addetti ai lavori con risultati contraddittori: per alcuni, lo scalmanato gruppo di ventenni che scandalizza Saint-Germain-des-Prés costituisce un'avanguardia delle avanguardie; per altri, un ridicolo tentativo di ripetere gli scandali surrealisti. Ad ogni modo, che strappi un applauso o un sorriso malizioso, una risata o un coro di insulti, un cenno di approvazione o una denuncia alla polizia, il lettrismo non può passare inosservato. Più che una poetica il termine viene ad indicare l'atteggiamento di giovani che si dedicano a diversi ambiti artistici (dalla scrittura alla pittura, dalla musica al cinema) con l'intenzione di creare un'arte totale capace di superare le esperienze dei decenni precedenti.
Nella seconda metà degli anni '40 Pomerand partecipa a numerose attività del gruppo, ma già da allora intraprende, sempre sulla via dello scandalo e della provocazione, azioni indipendenti che si concretizzano in alcune conferenze tenute nelle sale del quartiere, raccolte in volume dai Cahier de l'Externité nel 1998. I titoli sono sufficienti ad immaginare i toni dei testi (Discorso di un terrorista, Appunti sulla prostituzione e Considerazioni obiettive sulla pederastia), tanto che l'ultima, nella versione stampata, è preceduta da una prefazione che è la copia dell'ordinanza con la quale il prefetto parigino ne impedisce l'esecuzione, in quanto contraria alla morale e al buoncostume. Effettivamente i pubblici discorsi di Pomerand, così come le manifestazioni del gruppo lettrista, hanno la loro naturale conclusione in risse e tempestivi interventi delle forze dell'ordine.
Il lettrismo attira l'attenzione dei contemporanei soprattutto nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés, motore della vita culturale parigina dell'epoca, tanto da interessare l'editore Gallimard, che nel 1947 pubblica Introduction à une nouvelle poesie et à une nouvelle musique e Agrégation d'un nom et d'un messie di Isou; tuttavia, a pochi decenni di distanza il suo apporto sembra essere dimenticato: pressoché totalmente in Italia, dove gli addetti ai lavori associano spesso il termine al successivo gruppo di Debord che, abbandonato Isou dopo pochi mesi, nel 1957 si evolverà nell'Internazionale Situazionista; in larga misura in Francia, dove i lettristi sembrano essere esclusi dagli studi tradizionali così come le loro opere, già edite in tirature limitate, non godono generalmente dell'interesse dell'editoria – tranne sparuti casi in ambienti specializzati – nonostante Isou abbia continuato a pubblicare sino a tempi recenti, essendo deceduto nel 2007.
Va segnalato che la negligenza del mondo accademico e editoriale su tale argomento trova ragioni anche nell'atteggiamento tenuto dei lettristi. Ricostruire una storia del primo lettrismo trova ostacolo nel fatto che la maggior parte degli studi sul tema sono curati da appartenenti al gruppo stesso, influenzati da una personale visione sulle diverse scissioni che hanno modificato nel tempo la composizione del movimento, mancando ad oggi ricerche capaci di considerare l'evoluzione del lettrismo con la dovuta distanza. Difficile anche definire il ruolo di Pomerand che, abbandonato presto il gruppo, già nel 1948 ne Le cri et son archange prende le distanze dal poeta rumeno, pur riconoscendo il lui lo sprone della sua opera, oltre che alla comunità di intenti delle origini. Isou non è da meno, tanto che denuncia l'amico di essere un plagiario, in virtù del fatto che l'opera sopraccitata sarebbe stata scritta dallo stesso Isou per Pomerand, in cambio della sua attività di dattilografo. Il nome di quest'ultimo viene associato al movimento ancora per alcuni anni, ma ciò nonostante i rifermenti alle sue attività nel gruppo si riducono spesso a brevi accenni, pur essendo riconosciuto all'unanimità il suo ruolo di co-fondatore agli esordi del movimento. Certamente il suo apporto in termini di opere non può passare inosservato – autore di alcuni tra i primi dipinti lettristi, della prima opera musicale, la Sinfonia in K, oltre che di Saint Ghetto des Prêts, magistrale esempio di metagrafia – cosi come non può essere ignorata la presenza del movimento lettrista nell'ambito di studi riguardanti la vita culturale parigina del secondo dopoguerra.

 

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti