Kurumuny (Lecce,2010)
pag. 96, euro11.00.
La storia del piccolo catalogo “Prezzario”,perché essenzialmente abbiamo in mano un libricino che propone fotografie delleanimatrici di case di piacere certamente non d’oggi, è in quella lista diprezzi esposta in sede di copertina del volume. Accompagnate, va spiegato, dapoesie tratte da un catalogo universale, ovvero quello dell’erotismo espressoper mezzo della divina poesia di tutti i tempi. A voi, intanto, la sorpresa discoprire che versi Chiriatti e Donno hanno immaginato e posizionato nellepagine. Persino dove. A chi scrivere l’agevole e spietato compito d’offrire unapiccola lettura, molto diversa dal solito, della pubblicazione tutta e in sé.Che s’hanno davanti agli occhi corpi di prostitute che non si nascondevanosotto la maschera della parola escort e non rincorrevano la puerilità d’unascalata talmente televisiva da terminare troppe volte in stanze di televisoraddobbate. Dunque il “trionfo della carne”. Epperò con una sensualità che lapreponderanza di molta volgarità adesso ha ammazzato. In premessa, comunque,non ci vien certo voglia d’abbandonare l’approccio filosofico, e politico: chefa rifiutare la prostituzione: che insegna quanto questa rappresenti comunquesempre ovunque l’alienazione persino del corpo. Con semplicità, quantunque cisi possa dire che ci stiamo abbottonando per superficialità assoluta, nontralasciamo la nostra analisi della bellezza, d’una certa bellezza, che icuratori dell’agile volume hanno voluto riportare nella vita oltre il 2000. “Nonimmagini stereotipate – è giustamente ricordato – di una irraggiungibile eirreale perfezione omologante, che rende visi e corpi incapaci di trasmettereemozioni, ma ritratti di donne vere, reali, corporee, da toccare, consapevolidi diventare la resa carnale delle fantasie sessuali altrui, che offronogenerosamente il loro corpo alla macchina fotografica che le ha immortalatenella loro misteriosa carnalità”. E: “le foto, quasi un catalogo ideale dellabellezza, che è imperfezione e perciò infinitamente più eccitante e crea vita,sono immagini di una femminilità dirompente, di una voluttà disarmante e allostesso tempo hanno un non so che di tenerezza che le rende assolutamente realie alla portata di tutti”. Le giovani, quantunque molto probabilmente esperteputtane omaggiate col libro, spiegano un paio di cose. Innanzitutto che non ènecessario avere le vetrine olandesi e le forme ritoccate per farsi desideraree attirare. E, inoltre, che in qualsiasi momento Storico la donna ha subitoquesta sottomissione che l’ha imprigionata in un ruolo a servizio del maschiodominatore. Una sola richiesta, infine, sia girata ai maschi. Che non legganoda maschi ma da Uomini.