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Paolo Veneziani

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PAOLO VENEZIANI
Intervista a cura di Davide Riccio

Il piacentino Paolo Veneziani, 1977, è un valido compositore, ricercatore, sperimentatore di musica elettronica. Di informazioni più dettagliate sulla sua produzione musicale se ne possono leggere (e ascoltare free download) su Notizie che vi invito a scorrere tra le numerosissime ottime recensioni riportate nel sito e ricevute fin dagli esordi, in Italia come all’estero. Il progetto di Paolo Veneziani è composito, in evoluzione ma, soprattutto, di qualità: spazia dagli ambienti sonori rilassanti alla ritmica microwave tra Future Sound Of London e Autechre (per citarne i massimi). Parlarne, ne parleremo anzitutto con lui. Il resto, musicalmente intraducibile a parole per quanti prodigi di accostamento o sapienza nel rilevamento coordinate del giornalista di turno, di alfabetica impossibil-sempre-infame-trasposizione ed etichettamento, è sempre meglio andarselo a scaricare e ad ascoltare. Il suo ultimo lavoro, per altro, "1995-2005", edito da Ogredung, è interamente scaricabile (val sempre la pena di dire, gratuitamente), e racchiude una rivista summa di dieci anni di ottima attività musicale. Per gli amanti del genere, decisamente un must. Per gli altri… Per cominciare ad avvicinarcisi e apprezzarla?

Davide

Soundcsapes sintetici, rilassanti, ambientali, altri più dinamici (belli, per altro, quelli realizzati con Antimateria, i cui echi vanno dai Kraftwerk ai Death In Vegas strumentali, agli Autechre e similari) tutto entro trame e punteggiature musicali di melodie molto dilatate o minimali, piacevoli comunque… Tutto questo, l’ho detto proprio se devo in due tre righe descrivere la tua musica, al diretto ascolto della quale preferisco invece invitare i lettori sul tuo sito www.paoloveneziani.net Alla recente Festa Elettronica tenutasi all’Auditorium di Roma il 29 novembre 2004 ho sentito un tuo collega, il napoletano Pasquale Basso in arte Terrae, spiegare quale sia il suo modo di lavorare: un progetto che nasce dal rumore visto come sorgente prima, ricca di frequenze, una fonte sonora che normalmente si tende invece a eliminare dalle registrazioni. Sicché lui partirebbe proprio dal recuperare ciò che altri taglierebbero, butterebbero via, in una sorta di riciclaggio del rumore dal quale ottenere tutti i suoni che caratterizzano le sue tracce prettamente digitali. Tu come riassumeresti invece il tuo progetto di musica elettronica? Quale teoria personale vi hai messo alla base o a quale ti associ?

Paolo

Nessuna teoria o imposizione per fortuna. Penso sia inopportuno chiudersi a priori, cercando di tracciare una linea per delimitare la propria creatività. E’ fondamentale cercare sempre nuove soluzioni tecniche e compositive per non fossilizzarsi. Nel tempo ho cambiato approccio in modo costante: dalla composizione "tradizionale" con sintetizzatori analogici dei primi anni, fino all’autogenerazione software che ho utilizzato di recente. Tutti i miei lavori "nascondono" qualche sperimentazione interessante: per farti un esempio, Pulse Session è stata composta utilizzando un nastro di 30 minuti dove ho inciso le varie tracce in punti casuali del nastro senza ascoltare quelle precedenti. Il risultato è stato ottimo e molto più omogeneo di quanto si potrebbe pensare.

Davide

Golan Levin, Gregory Shakar e Zachary Liebermann (Usa) non creano soltanto suoni elettronici e installazioni, ma gli stessi software per poi sperimentarne, coinvolgendovi il pubblico, le relazioni in termini di risposte e immagini, reazioni e correlazioni attraverso i vari gesti della performance. Tu hai una seconda attività di designer grafico e sei noto anche in qualità di artista visuale. Qual è il tuo modo di operare al riguardo e quali obiettivi ti poni attraverso le tue creazioni al contempo musicali e visive?

Paolo

Sono due attività indipendenti. Da una parte la musica, dall’altra l’arte visiva. Non ho mai fuso le due forme d’arte, non lo trovo interessante. Ho l’impressione che si trasmettano troppe informazioni associando video a musica. Devo precisare anche che la mia attività di artista non si basa sul video, ma esclusivamente sulla creazione di immagini statiche (2D) che realizzo in copia singola. Li definisco un’ibridazione fra computer (generazione dell’immagine) e arte tradizionale (unicità dell’opera). Questo concetto viene enfatizzato da una doppia firma che richiama queste due caratteristiche.
Rimando comunque al mio sito per i dettagli.

Davide

Vorresti spiegare cos’è l’organico Oscillator 707. E’ solo un progetto di compositori e musicisti elettronici incontratisi per l’occasione di un cd, o qualcosa di più e di aperto? Vi sarà seguito? Vuoi parlarne, vuoi dirci brevemente chi ne fa parte? Avete una qualche forma di manifesto programmatico comune?

Paolo

Come tutte le cose migliori è nato un po’ per caso: la maggior parte di noi si conosceva già per uno scambio di cd "programmato" effettuato qualche anno fa. Probabilmente non sarebbe mai nato nulla se non fosse stata chiusa la netzine "spectrum". Avevamo bisogno di uno spazio dove portare avanti i nostri discorsi inutili e soprattutto per mantenerci in contatto essendo, prima di tutto, amici. Siamo partiti con un forum e poi abbiamo creato anche una piccola pagina con qualche mp3 e i link a tutti i membri (www.oscillator707.net).
"manifesto programmatico comune" …. Sinceramente mi fa un po’ ridere come farebbe ridere anche gli altri… credo che molto spesso si crei una post – filosofia per giustificare risultati imbarazzanti. Il primo CD (Suite #1, pubblicato dalla norvegese Tibprod) è una raccolta di brani molto eterogenei, mixata da Guignol (
www.guignoldangereux.com) in un’unica traccia molto interessante proprio perché passa in rassegna vari aspetti della musica elettronica, concentrandoli in mezzora di ascolto. Di certo non mancheranno le prossime suite (purtroppo abbiamo perso due occasioni) dove cercheremo ancora di creare qualcosa di particolare unendo i nostri stili.
I membri principali siamo io, Purusha, boss della netlabel Ogredung (
www.ogredung.org), ! ((orkza1, personaggio enigmatico che compone sfruttando i limiti delle proprie attrezzature (ha all’attivo alcune netrelease su Camomille), il già citato Guignol, iper – prolifico beat-maker triestino, Orchestra Vuota, ottimo compositore oltre che ottimo amico, ti consiglio caldamente di ascoltarlo, i Talk Show Host, gruppo di ragazzi molto giovani ma molto capaci, Black Dezign ex grafico che si è accostato da poco alla musica elettronica con idee originali e professionalità, Luca Confusione, dissacrante ed intelligente, Urkuma e Strinqulu, due ottimi musicisti (nel vero senso della parola) pugliesi che spesso lavorano insieme miscelando strumenti acustici ed elettronica.

Davide

Ho ascoltato parte dei tuoi lavori e, confrontandoli in qualche modo con molta dell’elettronica più attualmente in voga ("situazionista", diciamo così), ho trovato nella tua musica echi più lontani da una parte di quella scuola forse già post-moderna degli anni Settanta, per intenderci la Kosmische Musik, il primo Eno fino al periodo Ambient etc.… Ma anche, per quel che riguarda una sensazione di ponderata "scrittura" da parte tua, l’elettronica che viene cioè dalla musica "esatta". Vale a dire che mi pare di sentirvi un’intenzionale trama compositiva, per quanto minimale, e poco o nulla di lasciato al caso, all’improvvisazione, salvo collocarne gli esiti in un preciso assemblaggio musicale e sonoro voluto, studiato, scelto, collocato, "composto". Qual è il tuo approccio compositivo così come il tuo metodo di ricerca in linea generale?

Paolo

Non posso negare di essere stato influenzato dalla musica cosmica tedesca, un po’ meno da Brian Eno e dalla sua ambient music, che apprezzo molto comunque. La musica cosmica prende spunto dalla musica classica, quella ambient probabilmente deriva di più dal jazz, come approccio ovviamente. Il risultato è che l’ambient molto spesso è inconcludente, anche se molto piacevole all’ascolto, mentre la cosmica è più satura di emozioni, è più cangiante e presenta molto spesso melodie più intricate, dunque affascinanti.
Sono felice che tu abbia notato le varie melodie che sono poi l’essenza dei miei pezzi anche se vengono spesso circondate da elementi più elettronici o rumoristici, è un contrasto che amo particolarmente. Lo spazio per l’improvvisazione "melodica" me lo concedo sempre, l’importante è che il pezzo mantenga una certa struttura, che segua un percorso emozionale stabilito.
L’approccio alla sperimentazione/composizione cambia sempre (altrimenti che sperimentazione è? ) eppure i miei pezzi risultano identificabili. Penso che la personalità di un artista debba emergere indipendentemente dalla ricerca che si sta effettuando.

Davide

Quali sono stati i tuoi studi musicali e come sei quindi approdato alla musica elettronica?

Paolo

Il disco che mi ha spinto a cimentarmi con l’elettronica è stato Violator dei Depeche Mode nel 1990, anche se probabilmente hanno influito anche gli anni passati a giocare con il C64. Ho studiato pianoforte per un anno ma mi stava un po’ stretto, ho continuato quindi a studiare da autodidatta diverse partiture. Nel 1992 circa, comprai il mio primo sintetizzatore (analogico) ed iniziai a comporre e a lavorare sul suono.

Davide

Un tuo lavoro è stato rilasciato per altro dall’etichetta norvegese Tibprod e, ho letto da alcuni vecchi articoli che ti riguardano, che già dagli esordi sei stato definito tra i nomi più in vista del panorama elettronico italiano e tra i più "esportabili" all’estero. Come va, dunque, ad oggi, la tua attività in Italia e come prosegue all’estero? Qual è o quali sono, dalla tua esperienza finora, il paese o i paesi che più ritieni stimolanti per opportunità e risposta di pubblico e di acquirenti, occasioni, critica e fruitori, della tua musica e della musica di ricerca in generale?

Paolo

Con Tibprod (
www.tibprod.com) ho un ottimo rapporto, ho già pubblicato 2 cd (The Puddle e The First Floor), una release in mp3 (Sea) e Suite#1, il cd del collettivo oscillator707. Sempre per questa label, ho inoltre lavorato per alcuni artwork di altre release. Non per questo penso che la Norvegia sia più attenta di altre nazioni: i fruitori di musica elettronica sono davvero pochi e sparsi per tutto il mondo. La diffusione è favorita dalla mia decisione di pubblicare la maggior parte dei lavori sulle netlabel in fromato mp3 liberamente scaricabile. In questo modo la mia musica può essere ascoltata da tutti gli interessati, sparsi un po’ ovunque, a costo zero. Nel prossimo futuro cercherò di rendere free anche le release che attualmente sono a pagamento perché vendute su CD.

Davide

Anche nell’ambito elettronico e della ricerca non c’è quasi nulla che si possa oggi definire ancora realmente "innovativo". Nel Novecento, pare proprio che tutto sia stato ormai detto, fatto, teorizzato, improvvisato o finalmente taciuto, musicalmente parlando (e forse anche in altri ambiti creativi). Se condividi questo mio punto di vista (che però non è solo mio, ma largamente diffuso), trovandoti in territori di esplorazione, di confine, di ricerca dell’oltre, del seguito, del nuovo, come vivi questa in fondo frustrante consapevolezza? Hai mai pensato di aver trovato un qualcosa di innovativo tuo personale, un suono, un metodo o che cosa, rispetto al tutto già fatto? Ti poni davanti a questa problema cercando consapevolmente (e "scientificamente") il nuovo elemento o segui semplicemente il tuo momento creativo?

Paolo

Ovviamente seguo il momento creativo, non compongo cercando per forza l’innovazione. Poi di solito vengo portato, dall’ispirazione, in territori definiti "di confine". E’ molto divertente sperimentare nuove soluzioni, ma se il pezzo non funziona, non deve essere giustificato dall’esperimento che c’è dietro, va scartato e basta. Il fine dovrebbe essere un buon disco, non un brutto disco assemblato con metodi mai utilizzati.
Abbiamo già detto tutto? Non penso… ogni artista che si rispetti porta qualche innovazione e grazie a questo la musica elettronica è in continua mutazione. Quello che si produce adesso è "nuovo" se paragonato a quello di 4-5 anni fa.

Davide

Ti chiedo di chiudere gli occhi e di fantasticare te stesso proiettato nel 3005. Stai facendo musica. Come te la immagini, come immagini te stesso fare musica, con quali fantastici nuovi mezzi e risultati?

Paolo

Eh eh bella domanda! Se il mondo continuerà in questo modo, probabilmente suonerò un paio di tamburi fatti con pelle di topo mutato…. eheh se immagino il futuro penso più a Mad Max che a Star Trek…

Davide


Cosa stai preparando ora? A quando il tuo prossimo cd? Puoi farne qualche anticipazione? Altri progetti?

Paolo

E’ uscita da pochissimi giorni la mia ultima release per Ogredung, 1995-2005. E’ una raccolta dei miei brani più rappresentativi insieme a vari inediti, il tutto rimasterizzato per l’occasione. Non ho quindi ancora idea di cosa farò, come potrai vedere dalla mia discografia non sono molto prolifico, ultimamente passano circa uno-due anni fra una release e l’altra. Sotto questo punto di vista sono contento di non essere sotto contratto con nessuna etichetta, nessun obbligo, nessuna scadenza.

Davide

Grazie per la tua disponibilità e spero di poter ascoltare quanto prima tuoi nuovi lavori. A’ suivre.

Paolo

Grazie a te!

Discografia

1996. The Puddle EP
1997. The First Floor
1998. Alphabet
2000. Lambda Suite
2002. Loop, Are You Circular?
2003. Quadramusic
2003. Sea
2005. 1995-2005

Davide Riccio

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