Intervista a Benjamin Brejon a cura di Davide Riccio
Per costituzione, oltre che gruppo aperto, Mécanosphere è parte di una rete di progetti non solo musicali e in relazione tra di loro. Queste continue re-invenzioni contestuali, questi gruppi, queste collaborazioni, estensioni eccetera sono piccole ma importanti entità che gravitano intorno all’epicentro Mécanosphere. Per loro vera natura, questi moduli più o meno duraturi, scompaiono e si riattivano secondo la ripresa o meno di un discorso e progetto già intrapreso. A volte nascono da necessità gruppali, altre esistono soltanto in forma di ricerca personale ed altre ancora semplicemente si estinguono per propria inerzia. In linea generale, i loro risultati finiscono sistematicamenti riciclati a fianco o dentro il progetto Mécanospehere. I Mécanosphere sono quindi attualmente cinque musicisti provenienti da diverse nazioni (Portogallo, Francia e Usa) capitanati da Benjamin Brejon, con nascita e "sede" a Porto (Portogallo). L’ultimo album, "Bailarina", è un lavoro estremamente interessante, dove si mischiano in maniera molto personale il drum’n’bass e l’elettronica noise, tribal, ritual, ipnotica, concreta e industrial, improvvisazione, free sonic music ora energica, ora più tranquilla e d’atmosfera, su cui si staglia il sound poetry, l’incalzante e coinvolgente recitazione (spoken words) in portoghese e francese del poeta-scrittore Adolfo Luxuria Canibal. Il loro sesto e ultimo cd si intitola "Bailarina" (autunno 2004). Nei Mécanosphere, gruppo aperto e di instabile composizione, attualmente si possono ritrovare più frequentemente cinque persone:
Benjamin Brejon: Principale "machinist" e "drum driver" dei Mécanosphere. Fondatore del gruppo, suona e si esibisce anche con il gruppo the Beast Box. Con Jonathan Uliel Sabotage gestisce il collettivo Soopa di Porto. .
Adolfo Luxúria Canibal: Voce poliglotta dei Mécanosphere dal 2001, anche frontman del gruppo cult Mão Morta definito "schizoid rock", una band che da vent’anni è tra le più importanti della scena underground portoghese.
LePiloteRouge: Francese, batterista rock "convertito" ora nei Mécanosphere, nella Cabaret Mouss Orchestra e nei Noble House & LePiloteRouge.
Scott Nydegger: percussionista e "drum machine man" dei Mecanosphere, tra l’altro co-dirige l’etichetta discografica americana Radon. Suona anche nei Sikhara e nella band di Steve MacKay, l’ex sassofonista degli Stooges di Iggy Pop.
Henrique Fernandes: fuzz e drone contraBass. Henrique si esibisce inoltre con la Soopa organization e in innumeri orchestre e gruppi estemporanei di improvvisazione dell’underground di Porto.
Per maggiori informazioni, news, discografia e ascolti…
Davide
I’ve got an idea very vague and faint about the concept of "Mechanosphere". I’ve tried and read something about, but I did not understand much more than this, something about the configurations of the relations among the nature (biosphere) and the machine in the context of a digital cosmology based on the metaphysics of information. Very hard! Benjamin, can you say to us in a more simple way what does "mechanosphere" mean? Why the choice of this name for your project?
Ho un’idea molto vaga del concetto di "Meccanosfera". Ho provato a leggere qualcosa ma non vi ho capito molto più di questo, di configurazioni delle relazioni tra l’uomo, la natura (biosfera) e la macchina nel contesto di una cosmologia digitale basata sulle metafisiche dell’informazione. Concetti difficili… Benjamin, sai dirci in maniera più semplice che cosa significhi la "meccanosfera"? Perché la scelta di questa nome al vostro progetto?
Benjamin
Well, Davide, I can try to resume in the more elliptic and simple way that I can what the notion of Mécanosphère englobes. Let’s say that "mecanosphere" is the whole sum of machines, automatas, prothesis and engineering processes (including the more "abstract" sciences of conditionnement such as marketing, atmospherical design, etc.) conceived through the prysm of their dynamic, permanently evolutive, relationships with organisms and nature. The "mecanosphere" is not just the " technosphere", which would be the totality of machines and sciences on their own. In effect the "mecanosphere" is the critical collusion beetween machines and organisms, engineering and flesh.
The configuration of these collusions, in our present age of general engineering of all things, tends to abolish the traditional dinstinction beetween thinking human subjects and inanimated objects conceived as their tools. It looks like we live in a cosmology of automatas, drones, self-generated machinisms, fluxes of datas, prothesis which are extentions of other prothesis, and so on. It is really hard to tell in this context who of the machine and the man is the prothesis of whom. There seem to be a vast landscape of hardwares and fleshwares, dynamicaly coupling, extending or bypassing each others, generating, amongst other things, a coincidence beetween the internal landscape of human thought, desires, pulsions, and the external landscape of the city outdoors in which all possible fictions of lust, sex and violence become larger than life. This bizarre context, in which we look like white screens on which the darkest psychopatologies of our age are projected back on us by the automatas needs to be checked. More than ever in the automatic cosmology of hyperindustrialism and hypercapitalism there seem to be a pulsion of death at work everywhere, a tension towards entropy and the permanent loss of individuation. Our music somehow "reflect" all this.
We borrowed our name from the lexicon of Deleuze and Guattari because we felt it condensed in a very suggestive and simple term the processes and the critical issues of our practice. We don’t want to be a sort of translation of phisolophical concepts or discourses into another media. We’re just on an artistical Safari to scan the underground fictions at work in our present times. This Safari is already mecanospheric. But to make shure I answered fully your question, I will quote a tiny text that a member of the audience sent us after a recent show :
– A Sphere is a solid whose face has all point in an equal distance from each other.
– Mechanical is relative to automatic, independent of the will.
Chaos is an order yet to be decoded.
Bene, Davide, posso provare a rissumere nel modo più semplice possibile che cosa sia racchiuso nel concetto di "Meccanosfera". Diciamo che la Meccanosfera è l’intera somma delle macchine, degli automi, delle protesi e dei processi di ingegneria (incluse le scienze più astratte di condizionamento, di marketing o di aerodinamica etc.) concepita attraverso il prisma delle loro dinamiche, permanentemente in evoluzione, in relazione ad organismi e natura. La Meccanosfera non è esattamente la totalità delle macchine e delle scienze di per se stesse. In effetti, la Meccanosfera è la collusione critica tra macchine e organismi, ingegneria e carne. La configurazione di queste collusioni, nella nostra epoca presente di ingegneria in ogni cosa, tende ad abolire la distinzione tradizionale tra soggetti umani pensanti e i loro oggetti inanimati concepiti come utensili. Sembra come se noi vivessimo in una cosmologia di automi, droni, macchinismi auto-generati, flussi di dati, protesi che sono estensioni di altre protesi e avanti. E’ molto difficile distinguere in questo contesto "chi" è la macchina dal chi o che cosa l’uomo diventa, esso stesso protesi. Sembra esserci un vasto paesaggio di hardware e "fleshware" (flesh = carne), in dinamico accoppiamento, che si ampliano ed ausiliano l’uno con l’altro, generando, tra l’altro, una coincidenza tra il paesaggio interiore di pensiero, desideri e pulsioni umani e quello esteriore di città o del fuori porta, in cui tutte le possibili fantasie di lussuria, sesso e violenza divengono perfino più che naturali. Il contesto bizzarro in cui noi sembriamo schermi bianchi su cui le più oscure psicopatologie della nostra epoca vengono proiettate dagli automi, ha bisogno di essere poi provato. Più che mai, nella cosmologia dell’iperindustrializzazione e dell’ipercapitalismo, sembra esserci una pulsione di morte all’opera ovunque, una tensione verso l’entropia e la permanente perdita di individuazione. La nostra musica, in qualche modo, riflette tutto ciò. Noi abbiamo preso in prestito il nostro nome dal lessico di Deleuze e Guattari perché ci sentivamo condensati bene in quel semplice e suggestivo termine di Meccanosfera, dai processi agli esiti della nostra pratica. Non vogliamo essere una sorta di traduzione di quei concetti o discorsi filosofici attraverso un altro media (quello musicale), ma solo un Safari artistico per esplorare, scrutare le fantasie sotterranee in corso nel nostro tempo. Questo Safari è quasi Meccanosfera. Ma per essere sicuro di aver risposto pienamente alla tua domanda, ti citerò un breve testo che una persona del nostro pubblico ci mandò dopo uno spettacolo:
Una sfera è un solido la cui superficie è composta di punti tutti equidistanti gli uni dagli altri;
Meccanico è relativo ad automatico, indipendente dalla volontà.
Il Caos è un ordine ancora da decodificare.
Davide
Beyond the impressions, emotions and considerations and so on of every single listener, what is the main message, intellectualized or from the "belly", you want to be vehicle of with your music or live-acts, about music itself and more widely, about our present civilization?
Al di là di quelle che possano essere le impressioni e riflessioni raccolte da ciascun ascoltatore, qual è il messaggio principale, di testa come di pancia, che voi volete veicolare con la vostra musica e i vostri concerti, sulla musica stessa e più ampiamente verso la nostra attuale civiltà?
Benjamin
This question is dificult to answer. The thing is that I don’t see art in general and music in particular as something meant to vehicle messages. Art is not an illustration of external speeches by other means. It’s a process and the fabrication of an experimental body, many times a monster, born out of the inner frictions, desires, pulsions, fuck ups, psycho-patological visions, sounds and driving forces that haunt our times and society. We tend to self-intoxicate ourselves with what goes on in the air and sort of articulate something like an environemental report in the shape of a fractured sonic, rhythmic and textual audio novel. It’s already a "stand" by itself, with an expressive result adressed to the perception of the people, trying to break through their usual habits of listening, perceiving, consuming without really seeing or hearing. In the case of Mecanosphere, we tend to use rough rock strategies + the break beat and Dub, as a principle of blasting bass vs. destruction of the structure, as the triple matrix to keep the free chaos operational, halfway beetween the alien force and the functionality of the body and nerve. I think all that, plus the cut up lyrics from history books, critical science fiction, philosophical texts, JG Ballard’s novel, etc. are somehow a political statement by itself. Against cultural wallpaper conditionning first and then heading toward something like "truth" or at least a general Detox perspective. Many bands and artists, each in their own way, are driven by these purposes. Actualy this is the very issue and process of all valuable art as opposed to the forces of entropy.
E’ una domanda a cui è difficile rispondere. Il fatto è che non considero in generale l’arte, e la musica in particolare, un qualcosa da intendere come veicolo di messaggi. L’arte non è una esternazione di discorsi attraverso un’altro diverso mezzo. E’ un processo, è la fabbricazione per me di un entità sperimentale, il più delle volte un mostro, che nasce da una intimità di frizioni, desideri, pulsioni, errori, psicopatologiche visioni, suoni e forze guida che ossessionano il nostro tempo e la nostra società. Noi siamo inclini ad auto-intossicarci con ciò che accade d’intorno e a scegliere e raggruppare un articolato resoconto delle condizioni ambientali circostanti in forma di spaccato sonico, ritmico e testuale audio racconto E’ quasi un modo di essere spettatori di se stessi, con un risultato espressivo indirizzato alla percezione delle persone, cercando di fare una breccia e oltrepassare le consuete abitudini di ascoltare, percepire, consumare senza realmente vedere, capire o udire. Noi Mécanosphere tendiamo a usare dure strategie rock con break beat, Dub e potenti linee di basso contro la distruzione-destrutturazione della struttura (musicale), così come fosse una triplice matrice per mantenere operativo al suo interno il libero caos, a mezza strada tra la forza aliena e la funzionalità del corpo e dei nervi. Penso che tutto ciò, con l’aggiunta delle liriche scritte con il metodo del cut-up da libri di storia, fantascienza critica, testi filosofici, racconti di JG Ballard etc. sia una sorta di dichiarazione politica in se stessa. Anzitutto contro la condizionante carta da parato culturale, e che poi si diriga verso qualcosa che più somigli la "verità" o quanto meno verso una generale prospettiva disintossicante. Molte band e molti artisti, ciascuno a proprio modo, hanno questo proposito. Attualmente questo è proprio il processo-esito di tutta l’arte più valida come opposta alle forze di entropia.
Davide
What portuguese and french music and which artists of yours do you recommend to us in this moment?
Quale musica e quali artisti portoghesi ci consiglieresti in questo momento?
Benjamin
To tell you the truth I’m a bit disconected from the actuality of the french scene ever since I emigrated to Portugal. Most of the stuff I randomly come across are shown to me by my friends of RadonStudio. I’d say that there are pretty cool things going on in Hip Hop and then in the whole underground break/experimental electronic scene but I’m not the right person to make a valuable namedropping. In Portugal I’d say film maker Joao Cesar Monteiro and writer Antonio Lobo Antunes. Then, musicaly, everything coming from the Soopa collective and their satellite projects, the This.Co label is pretty intersting too, Mao Morta ( Adolfo Luxuria Canibal’s 25 year old bizarre rock group), and pretty much everything coming from the now-extinguished Ama Romanta label which pictured the emergence of the first real portuguese underground (all styles and genres included, from odd fucked up pop to electro accoustic research stuff to free jazz,…) in the turn beetween the 80’s and the 90’s, before Portugal got totaly colonialized by the majors, big distribution, satellite television, imported role models and so on. All things which totaly wiped away the underground as such. I’m probably forgetting other valuable bands and artists. But the thing is that there is not really such thing as a solid underground portuguese scene nowadays, defined by the share of a common critical approach and heading toward some sort of an "identity" of its own, even an identity made of different expressions. The country is quite small and peripherical. The circuit of places to play is too. This situation creates strange alliances and encounters since the categorization of musical styles and approaches doesn’t corrispond to different layers of contextual/economical/sociological circuits. Basically we play in a club on Friday and the day after you have some shit commercial-ish pop or some noise laptop guys playing in the same place. The feeling of a possible congregation is jugulated but at the same time we all share the same spaces. All is sort of trapped in a same abstract middle-class post-modern "cultural" presentation which blocks any solid collective transversality. The result, in a strictly artistical level, is not very emulsive. But the counter-part is that you can mind your own buisiness without beeing systematicaly sucked down into all the participative obligations often related with the radical underground scenes, in which the artistical creation and the rethoric of the political struggle are too often trapped by each other in a great state of confusion in the terms.
A dirti il vero io sono un po’ scollegato dalla attualità della scena francese sin da quando sono emigrato in Portogallo. Molte delle cose che in cui casualmente mi imbatto mi vengono mostrate dai miei amici del RadonStudio. Direi che ci sono molte cose non male sulla scena Hip Hop e poi nell’intero underground dell’elettronica break/sperimentale, ma non sono la persona giusta per fare un valido elenco di nomi. In Portogallo direi che vale la pena conoscere il regista Joao Cesar Monteiro e lo scrittore Antonio Lobo Antunes. Poi, musicalmente, tutto quanto provenga dal Collettivo Soopa e relativi progetti satellite, ed anche le release dell’etichetta This.Co sono molto interessanti, Mao Morta (il gruppo di rock bizzarro che da 25 anni è capitanato da Adolfo Luxuria Canibal), e gran buona parte di tutto ciò che è stato fatto dall’appena estintasi etichetta Ama Romania, la quale ha fotografato l’emergere di tutta la prima vera scena underground portoghese (tutti gli stili e generi inclusi, dal vecchio pop alla ricerca elettro-acustica fino al free-jazz…) tra gli anni ’80 e ’90, prima che il Portogallo venisse totalmente colonizzato dalle majors, dalla grande distribuzione, dalla televisione satellitare e da tutti I modelli importati e così via. Tutte cose che hanno cancellato del tutto la vitalità di quella precedente scena underground. Sto probabilmente dimenticando altre valide band ed altri validi artisti. Ma il fatto è che non c’è realmente granché come solido underground portoghese oggigiorno, così definita da un condiviso e comune approccio critico e che stia dirigendosi verso una qualche sorta di propria "identità". La nazione portoghese è molto piccola e periferica. Il circuito dei locali è altrettanto. Questa situazione crea strane alleanze ed incontri dal momento che la categorizzazione degli stili musicali e degli approcci non corrisponde invece ai diversi livelli di circuiti contestuale/economico/sociologico. Basilarmente noi suoniamo in un club al venerdì e il giorno dopo, nello stesso locale, ci ritrovi a suonare qualche schifo di pop commerciale o un ragazzo che fa noise con il laptop. Il sentimento di appartenenza è scannato alla giugulare in partenza ma allo stesso tempo dobbiamo condividere gli stessi spazi. Il tutto è intrappolato nell’identica presentazione "culturale"peri una post-moderna classe media che blocca qualsivoglia trasversalità collettiva. Il risultato, sul piano strettamente artistico, non è molto emulsivo. Ma la controparte è che puoi fare gli affari tuoi senza essere sistematicamente risucchiato nelle obbligatorietà partecipative spesso in relazione con le scene underground radicali, in cui la creatività artistica e la retorica della lotta politica, nei loro termini, sono troppo sovente impastoiate in un grande stato di confusione.
Davide
Some days ago I’ve been invited to a happening, a private concert of Daniele Brusaschetto (bravo!) in a flat downtown. There were also Bruno Dorella and Stefania Pedretti (OvO, Allun, Bar La Muerte etc.), Paul Beauchamp, two members of Larsen, Ashtool and so on. Well, they all make very good things! I suppose, at least through the american Radon productions, that you know them. Have you made something with someone of these excellent names of our italian underground scene? What do you think about?
Qualche giorno fa sono stato invitato a un happening, un concerto in forma privata di Daniele Brusaschetto (bravo!) in un appartamento in centrocittà. C’erano anche Bruno Dorella e Stefania Pedretti (Ovo, Allun, Bar La Muerte ecc.), Paul Beauchamp, due mebri dei Larsen, Ashtool e avanti. Bene, fanno tutti cose davvero buone! Suppongo, quanto meno attraverso le produzioni dell’americana Radon, che li conosciate. Avete fatto qualcosa con qualcuno di questi nomi eccellenti della nostra sotterranea scena italiana? Che ne pensate?
Benjamin
We played with OVO in September 2004 in Porto. Along with Zu, they are the most interesting thing from Italy (and not only) that I have heard recently. Bruno Dorella and Stefania Pedretti, who also sang an improvised duet with Adolfo Luxuria Canibal in the Mecanosphere concert, both did a performance in an art gallery the day after which I thought was a pure extention of their concert as well as the explicitation of their own poetry by other means . OvO are the only band I know that manage to be beyond or after music and simultaneously beyond or after the rethoric of performance art, escaping the usual trap which consist to reduce one dimension to the other. Their stuff is a " third term", totaly personal, coherent and cathartical as far as the audience is concerned. It’s both extremely generous and hermeneutical, self-explaning, self-investigating. All done with three times nothing and portable. I wish Mecanosphere could do something with them again at some point.
But for some reason it seems quite clear to me that Mécanosphère has more afinities (structuraly even) with what I know of the italian underground than with the french one for example. Maybe because of a matrix which wouldn’t be only made of straight intra-uterine electronics, maybe because of the transversal recycling of rock and roll and a political awareness that doesn’t reduce resistance and lack of compromize to straight nihilistic punk pulsions…………….the idea of searching for new weapons instead of forever rehersealing the soundtrack for the end-of-the-world…………Well I know it sounds abstract and vaguely conceptual, but actualy it comes from a very sensitive, perceptive, literal point of view.
Abbiamo suonato con OvO nel settembre 2004 a Porto. Insieme a Zu, sono la cosa più interessante proveniente dall’Italia (e non solo dall’Italia) che io abbia mai sentito di recente. Bruno Dorella e Stefania Pedretti, che tra l’altro ha cantato in un improvvisato duetto con Adolfo Luxuria Canibal in un concerto dei Mécanosphere, il giorno dopo si esibirono anche in una performance in una galleria d’arte. OvO è l’unica band che conosco che riesca ad andare oltre o dopo la musica e simultaneamente oltre la retorica della esibizione artistica, rifuggendo la solita trappola che consiste nel ridurre a una dimensione sola tutte le altre. Le cose che fanno sono un "terzo termine", completamente personale, coerente e catartico tanto quanto il pubblico vi sia coinvolto. E’ sia estremamente generoso che ermeneutico, auto-investigativo ed auto-esplicante. Il tutto fatto con pochi mezzi facilmente trasportabili. Mi piacerebbe che i Mécanosphere potessero rifare qualcosa con loro.
I Mécanosphere hanno più affinità (anche strutturalmente) con quello che io conosco dell’underground italiano che non di quello francese. Forse è per via di una matrice che non sia fatta soltanto di elettronica prettamente intra-uterina, o forse per il riciclo trasversale del rock and roll e della consapevolezza politica che non riduce la resistenza e la mancanza di compromesso a pure pulsioni punk nichiliste… l’idea di cercare nuove "armi" invece che il ripetere per sempre una colonna sonora per la fine-del-mondo. .. Bene, so che può suonare un concetto piuttosto astratto e vago, ma al momento deriva da un punto di vista sensibile, percettivo ed anche conforme alla prosaica realtà.
Davide
What is Soopa Congregation?
Cos’è la Congregazione Soopa?
Benjamin
Soopa is a collective from Porto formed by 3 to 6 people who manage to demultiply themselves into more than a dozen bands and production projects, as well as booking weird bands from everywhere in the world in their city. It is a bit hard to define their work in terms of style since, through their many avatars, they cover a musical specter that goes from harsh experimental noise to middle east folk music inspired, from free jazz to radical dance floor beat stuff, etc. Mecanosphere and Sikhara live in a state of porosity with Soopa, collaborating and sharing projects. Jonathan jUliel Sabotage is currently producing the upcoming Mecanosphere album, " Limb Shop". The whole of Soopa and Scoot Nydegger are launching a record called" United Scum Soundclash" through Radon and Lisbon " Base Recordings", featuring Steve Mackay on tenor sax and Kamilsky on vocals. Contrabass player Henrique Fernandes is in Mecanosphere now, drummer and electro-accoustic composer Gustavo Costa is now playing with Sikhara aswell as Mecanosphere, etc. etc. Well, the best would be to check the Soopa website at : http://www.soopa.org
Soopa è un collettivo di Porto formato dalle 3 alle 6 persone che riescono a moltiplicarsi in più di una dozzina di band e progetti di produzione, così come a invitare e prenotare da qualunque luogo in città le più affascinanti band. E’ abbastanza difficile definire il loro lavoro in termini di stile da che, attraverso le loro molte diverse manifestazioni (avatars), essi coprono un ampio spettro che va dal più duro noise sperimentale alla musica che si ispira al folk del medio-oriente, dalla msuica free jazz al battito radicale delle discoteche etc. I Mécanosphere e i Sikhara vivono in uno stato di porosità con la Soopa, collaborando e condividendo progetti. Jonathan Juliel Sabotage sta al momento producendo il prossimo nostro album, "Limb Shop". L’intero collettivo Soopa e Scott Nydegger stanno lanciando un disco intitolato "Unitred Scum Soundclash" attraverso la Radon e la "Base Recordings" di Lisbona", con la partecipazione di Steva Mackay (ex Stooges) al sax tenore e Kamilsky (ex Residents) alla voce, Il contrabbassista Henrique Fernandes è ora nei Mécanospher e il compositore e batterista elettro-acustico Gustavo Costa suona ora con I Sikhara oltre che con I Mécanosphere etc. etc. Beh’, il meglio da farsi è andare a visitarsi il sito http://www.soopa.org
Davide
Do you think that there is more first rock’n’roll and rock, tracing back to their instinctive origins, in your way of making sounds and music and live-acts than others? I think so, and you?
Pensi che ci sia più rock’n’roll e rock primitivi, ripercorrendo a ritroso le loro istintive origini, nel vostro modo di fare suoni e musica piuttosto che in altri? Io lo penso, e tu?
Benjamin
There is definitely a Rock and Roll approach in what we do. Not the musical genre, more the adjective it means. We play roughly, out of fetishes, transversaly. We are not one more nail in the coffin of the grand narrative of rock and roll like the majority of the so-called "rock" bands who revival their shit around through haircuts, poses and idiotic gimmicks. Even though we tend to source ourselves in free jazz, ambient music, hip hop, dub, grind metal and litterature we most certainly insert ourselves in the critical framework of what this adjective means since day one.
C’è un ben determinato approccio Rock and Roll in ciò che facciamo. Non nel genere musicale, ma in ciò che significa l’aggettivo. Noi suoniamo duramente, senza feticci, trasversalmente. Noi non siamo un altro chiodo da piantare nella bara del grande racconto del rock and roll come la maggior parte delle cosiddette "rock" bands che fanno il loro revival coi loro tagli di capelli, pose e ginniche idiote. Anche se tendiamo ad ispirarci al free jazz, alla musica ambientale, all’hip hop, al dub, al grind metal e alla letteratura, noi sicuramente ci inseriremmo nella critica cornice di ciò che l’aggettivo rock’n’roll significa fin dal suo giorno numero uno.
Davide
What are you doing now, which are your next projects? Would you say something about The Beast Box, the newest sound module from Mécanosphere/Radon/Soopa Congregation?
Cosa stai/state facendo ora, quali i vostri prossimi progetti? Vuoi dirci qualcosa in merito ai Beast Box, il nuovo modulo sonoro da Mécanosphere/Radon/Soopa Congregation?
Benjamin
Well, Davide, all my projects relate in a way or another to Mécanosphère. The Beast Box is basicaly a straight electronic outfit that I share with Jonathan of Soopa. It extends the beat things contained in Mecanosphere and in Jonathan’s own breakcore/dance hall influences into a dance-floor format. There are some plans to put out things soon but no priority. Then I share this band called Hyate or sometimes Radial Light with Henrique Fernandes, the double bass player in Mécanosphère. Basicaly it is a drums+bass+live loop and electronics+a couple of bass amps unit. These two projects, modules, are investigations on the two constitutive sides of Mecanosphere: the electronic beat and drones and the organic, free jazzed, acoustic thing.
Bene, Davide, tutti I miei progetti sono in un modo o nell’altro in relazione ai Mécanosphere. I Beast Box è fondamentalmente una compagnia elettronica che condivido con Jonathan del collettivo Soopa. Estende il beat contenuto nei Mécanosphere nei lavori breakcore/dance di Jonathan in formato discoteca. Vi sono alcuni progetti chiamati Hyate o, a volte, Radial Light, con Enrique Fernandes, il contrabbassista dei Mécanosphere. Si tratta di loop drum’n’bass dal vivo ed elettronica. Questi due progetti, o moduli, sonop investigazioni delle due facce che costituiscono I Mécanosphere: i battiti e i droni elettronci da una parte, e cose più acustiche e free jazz.
Davide
Something I have not asked for? Anything…
Qualcosa che non ti ho domandato? Qualunque cosa…
Benjamin
Nothing that I want to add or that you have not asked for…. But a big sorry for my dodgy english. Feel free to remix all these answers through the filters of a proper english dictionary.
Nulla che io voglia aggiungere o che tu non mi abbia già chiesto… Ma un gran dispiacere per il mio pessimo inglese. Sentiti libero di rimescolare tutte le mie risposte attraverso il filtro di un più appropriato vocabolario inglese.
Davide
Not at all. Your english is perfect. As well as mine… Eh eh… Thank thee. A’ suivre.
MECANOSPHERE
Davide Riccio