KULT Underground

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Noir Désir – Sacha Naspini

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Né vincitori né vinti
Perdisapop- Pag. 192 – Euro 14
 
Il sei ottobre esce il primo libro italianodedicato ai Noir Désir. Confesso che me lo sarei tranquillamente perso se nonl’avesse scritto Sacha Naspini, perché non so niente di questo gruppo musicale,forse sono troppo vecchio per loro. Sacha Naspini è un maremmano di Follonica,poco più che trentenne, ha pubblicato un sacco di romanzi e di racconti, ma isuoi lavori più significativi sono: L’ingrato (Effequ), I sassi(Il Foglio), Never alone (Voras), Cento per cento (Historica) e ICariolanti (Elliot). Sarebbe uno sceneggiatore cinematografico perfetto,perché sa scrivere ogni tipo di storia e soprattutto cambia genere o stile daun libro all’altro. Tutto il contrario della maggior parte degli scrittoriitaliani, pigri a cambiare e adagiati su un determinato cliché. Sacha Naspini ètalmente bravo da saper rendere interessante la storia di un gruppo rock ancheper chi non ha mai ascoltato un loro brano. La storia si sviluppa come un romanzoche racconta le vicissitudini e le canzoni di una mitica band giovanile. Il volume terminacon uno struggente racconto parigino intitolato Des visages desfigures che cita una canzone dei Noir Désir, ma anche Pietro Gobetti eAmedeo Modigliani, il tutto inserito in un’ambientazione onirico – cimiteriale.
Abbiamoavvicinato Sacha Naspini per una breve intervista.
Com’ènato questo libro?
Èsuccesso tutto in un momento. Il 5 gennaio scorso, per la precisione. Per farlabreve: Luigi Bernardi, attraverso una serie di scambi via mail, a un certopunto intuisce la mia passione per questa band, e di punto in bianco mi sparala domanda: Ti andrebbe di scrivere un libro sui Noir Désir? Sono rimasto aguardare quelle parole per qualche minuto, nel frattempo mi succedeva un caosd’immagini in testa. Perché questo gruppo ha significato e significa molto perme; in qualche modo, dopo tutto quello che è successo, mi sembrava quasi ditrovarmi di fronte a una di quelle cose rarissime: quando i cerchi si chiudono.Il tempo di una sigaretta. Appena l’ho spenta ho cliccato su rispondi. Eho scritto: “Sì, lo faccio. Te lo butto giù di getto”.
Perte si tratta di un’esperienza nuova dopo tanta narrativa…
Sì,ma non del tutto. In apertura e nella chiusa del libro ci sono parti chepossono essere definite “di formazione”. Solo che stavolta, invece dipersonaggi che muovo in un contesto, ci sono proprio io, con la mia voce – unpo’ come stiamo facendo ora, qui, durante quest’intervista -, le mie esperienzelegate ai Noir Dez. Per il resto, cerco di raccontare la loro storia,semplicemente, con l’approccio che potrei avere con un amico al bar; dallecantine di Bordeaux ai tour mondiali, fino al tragico evento di Vilnius, che haimposto un urto di stop alla band. Cercare di raccontare la loro musica, anche,per quel poco che è possibile fare con le parole. Di sicuro, il tutto visto daun’ottica un po’ “partigiana” (a parte i momenti tragici e delicati legati aBertrand Cantat). Ma non sono mica un critico musicale…
Comehai gestito la figura di Bertrand Cantat?
Questoè un libro sui Noir Désir. Finché ho potuto, non ho mai spostato la lentealtrove. Ma Bertrand Cantat è sicuramente il perno su cui gira tutta la ruota. Èstato (è) l’anima, il cuore pulsante di un progetto musicale potente. Senzanulla togliere agli altri membri del gruppo, chiaramente. Ma per fare unesempio spiccio: il Jim Morrison nei Doors, per capirci. Un riferimento perdecine di migliaia di giovani nel mondo. La bandiera dei No Global,dell’antirazzismo. E poi il fatto di Vilnius, la morte di Marie Trintignant. Nellacoscienza di tutti questo evento ha come ridecifrato un grande disegno da capo.Nel libro tratto questa parte con distacco, riporto i fatti. Chiunque è liberodi farsi la propria idea al riguardo. Cerco solo di far suonare tutte lecampane. Sta di fatto che a un certo punto della storia s’impone l’eserciziointeriore di separare l’uomo dall’artista, o qualcosa del genere. All’inizio èvenuto male anche a me. Anzi, a volte mi si ripropone ancora. Forse perché allafine non mi va di separare proprio niente.
SachaNaspini tornerà presto alla narrativa pura, ma intanto godiamoci questa sortadi saggio romanzato, che rappresenta una vera manna per i numerosi fan dei NoirDésir.

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