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Bestiario stravagante – Massimilano Prandini

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Le raccolte di racconti sono un genere spesso bistrattato, tanto più poi quando si parla di una raccolta di racconti di un solo autore, magari esordiente, o comunque con un background letterario non ampio. Già per molti lettori il racconto è considerato un “parente povero” del romanzo, e a questo spesso si aggiunge il timore che un esordiente costruisca una raccolta con quanto ripescato dal fondo di un qualche cassetto, con materiale, cioè, disomogeneo e non tutto curato con la stessa attenzione. Chiaro, la situazione non è affatto sempre così, ma tenendo conto che questi sono spesso i preconcetti che il potenziale compratore ha quando si avvicina a questo tipo di opera, l’autore deve non solo proporre buon materiale da leggere, ma anche vincere questa reticenza, proponendo un prodotto confezionato al meglio, curato nei dettagli, e accattivante.
Inutile dire che Bestiario stravaganze, di Massimiliano Prandini (penna anche del collettivo XoMeGaP), pubblicato dalla Damster Edizioni, ha saputo fare esattamente questo. Il titolo è curioso al punto giusto, la copertina (di Elena Bertacchini) è un perfetta per questo titolo, il volume è elegante e ben finito, e sia la quarta di copertina (incipit di uno dei racconti), sia il retro, danno l’idea perfetta di avere tra le mani qualcosa di valido. In più, al di là della collocazione temporale della stesura dei singoli testi, l’autore ha scelto un filo conduttore per questa raccolta. Ha legato cioè i testi insieme, collegandoli all’idea di “mostro“, in modo che la diversità di taglio e fattura dei singoli pezzi sia mitigata da un senso di omogeneità di intenti. Rendendo la lettura vagamente organica, dotata di uno scopo (quello di un quadro complessivo, tratteggiato dall’autore), che si somma al piacere delle singole letture.
Non starò a dettagliarvi le singole trame dei tredici racconti proposti, ma vi dirò che i mostri che Massimiliano ha partorito toccano figure note (abbiamo anche vampiri – anche se qui Twilight proprio non c’è – e una variante di lupi mannari) per sorprendere con assonanze (come nel caso di demoni, di persone mesmerizzate o di creature quasi lovecraftiane) e arrivare poi a entità completamente surreali e originali.
Io – tra i testi proposti – ho letteralmente amato il pezzo d’apertura (“Dieci giorni al barbacane“) e apprezzato molto le ambientazioni indefinite di altri racconti, tra cui “Sogni” o “La leggenda del cucciolo fetido“. Ma anche i pezzi più surreali (come “Amico immaginario” o “Vergine 4.7 (Beta Version)“) sono comunque sorretti da una penna abile, e da una capacità di costruzione che sa ritmare e trasmettere, con energia e stile.
Che dire? Un opera davvero interessante, rilasciata con Creative Commons 2.5 (Attribuzione – Non Commerciale – Non opere derivate), che è possibile comprare in formato cartaceo (e per ogni copia acquistata 1 euro è devoluto al Centro Fauna Selvatica “Il pettirosso“) oppure scaricare gratuitamente dal sito dell’autore.
E questa doppia possibilità ha dato l’idea per una piccola doppia competizione, che spero possa interessare ai nostri lettori, che vede in omaggio due copie del libro in forma cartacea. Ma di questo parleremo nell’articolo successivo.

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