Qualche giorno fa mi è capitato di leggere in una rivista cinematografica alcune lettere alla redazione, ed un paio di domande riguardavano il film "Dogma" del regista americano Kevin Smith, lo stesso di "Clerks" e "In Cerca di Amy", per intenderci. Questo film è stato presentato fuori concorso a Cannes ’99, non ricevendo per la verità grandi critiche, e da allora è svanito nel panorama cinematografico nazionale.
I lettori si chiedevano come mai fosse stato completamente ignorato dai produttori (la stessa domanda che mi ero posto io ormai già da diverso tempo), visto le precedenti buone prove cinematografiche di Kevin Smith e considerando anche che il cast vedeva fra i protagonisti Matt Damon e Ben Affleck1 (Armageddon, Shakespeare in Love, ecc..).
Partendo dal teorema per cui un film che vede fra i protagonisti Matt Damon trova sempre una collocazione stabile in un palinsesto cinematografico stagionale, e dal postulato per cui se si vedono film come "Body Guard" si possono vedere tutti, la domanda risulta legittima. Tanto più che questa volta non è giunto nemmeno in soccorso il mercato degli home video a tappare i clamorosi buchi che sempre si verificano e che aveva risorto un ottimo film2 come "In Cerca di Amy (anche quello ingiustamente bistrattato dalla critica).
La risposta che dava il critico curatore della rubrica ruotava intorno al fatto che, oltre ad una deludente qualità del film (secondo lui), la pellicola proponeva temi che mettevano in cattiva luce la religione Cattolica, per cui i produttori avevano probabilmente preferito visto la non eccezionalità della pellicola (sempre secondo loro), non rischiare di attirarsi guai imprevisti. Mi stupisce che all’entrata del secondo millennio siamo ancora qui a discutere di censura e di quello che gli altri si arrogano il diritto di farci o non farci vedere. Da un punto di vista cinematografico la critica trova il tempo che trova. Vi è mai capitato di sfogliare riviste di cinema alla pagina delle famigerate stelline valutative? Lo stesso film può ricevere critiche esaltanti o massacranti, da critici differenti. In generale non bisognerebbe proprio parlare di cinema (noi compresi) ma lasciarsi guidare dal proprio libero giudizio soggettivo su di una pellicola.
Riguardo la censura diretta o indiretta che sia, e non solo quella morale, ma anche quella economica per cui si commercializza solo quello che può far guadagnare, è fin troppo ridicolo e francamente "incazzante" parlarne. Sta di fatto che ci troviamo ancora una volta nell’impossibilità fisica di poter guardare una pellicola (e quella di Kevin Smith è solo esemplicativa di molte altre situazioni). Ma una scappatoia c’è, ed è proprio la famigerata globalizzazione (parola di cui ancora ignoro il significato preciso e che francamente un po’ mi altera..), per cui un film come quello del regista nel New Jersey lo si può acquistare (naturalmente in lingua originale) su internet. Meglio che niente, ma ciò non giustifica questa situazione. Il mercato cinematografico si merita di subire lo stesso trattamento di quello musicale, trovatosi nell’impotenza di affrontare un fenomeno come quello di Napster e degli MP3 (ma ci arriveremo, o si che ci arriveremo…). E poi francamente mi sono anche un po’ stancato di dire queste cose anche un po’ banali.
Ma tenete anche in considerazione che il periodo natalizio tira fuori (cinematograficamente parlando, ma non solo) il peggio di sé, e di conseguenza anche il peggio di mè. E non avevo proprio voglia di parlare di film carini e anche divertenti (ma non di più) come "Chiedimi Se Sono Felice", "Criminali Da Strapazzo", "Le Verità Nascoste", per citare fra i migliori. Quindi termino qui con gli auguri più sentiti a tutti quelli che ci leggono e soprattutto un grande augurio, di tutto cuore al Cinema (devo proprio essere impazzito….).
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Auguri
Andrea Leonardi
Personalmente, meno vedo Ben Affleck meglio sto (Michele).
Leo, poi ne parliamo in privato…