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Tutte le donne di un uomo da nulla (2010)

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Beat Records Company – Roma
di Roger Fratter
 

Regia – Soggetto – Sceneggiatura – Montaggio: Roger Fratter. Direttore della fotografia: Franco Valtellina. Musiche: Massimo Numa e Valerio Ragazzini. Durata: 98 minuti circa. Interpreti: Margherita Di Sarno, Roger A. Fratter, Claudia Vismara, Alessandra Di Lorenzo, Luana Borgia, William Carrera e Viviana Bonazzi.

 

Tutte le donne di un uomo da nulla è l’ultimo film di Roger Fratter, uscito da pochi giorni in dvd per l’etichetta Beat Records Company. Vediamo in sintesi la trama. Paolo è sposato con Lorenza, una donna ricca che lo mantiene ma non lo stima, anzi lo umilia continuamente e lo fa sentire inutile. La coppia non riesce ad avere un accettabile rapporto sessuale, tra l’uomo e la donna non esiste dialogo ma un quotidiano monotono e privo di sentimenti. Paolo perde una partita a poker con Donato, ma non chiede i soldi per pagare il debito alla moglie e per guadagnare accetta un inconsueto incarico da fotografo: trovare un volto nuovo per un reality. Paolo è umiliato dalla moglie che lo prende a sberle e lo minaccia, ma anche dalla giovane e provocante Cleta – fidanzata di Donato – che prima lo eccita sessualmente e poi gli sputa in faccia. Paolo trova conforto in un’amica psicologa che conduce un noto programma televisivo e si presta a fare da confidente, ma anche in un vecchio mito erotico: l’attrice quarantenne Lorella Lojacono. Il cammino di Paolo è contornato da figure femminili: una bellissima studentessa si presta per il servizio fotografico come candidata al reality e l’uomo pare cedere a una sorta di infatuazione. La moglie prende la palla al balzo per fare una scenata di gelosia e per ricondurre il marito sotto la sua ala protettrice. Il finale vede la ribellione dell’uomo da nulla che reagisce alle umiliazioni, scopa con la psicologa, paga il debito, sputa in faccia a Donato e alla sua fidanzata, quindi ottiene la stima della moglie possedendola con forza e tirando fuori gli attributi.

Roger Fratter è un regista che segue l’insegnamento di Aristide Massaccesi, perché in questo film fa quasi tutto da solo: soggetto, sceneggiatura, montaggio, regia e ricopre persino il ruolo di attore protagonista. In questo supera il maestro che al massimo si è limitato a brevi cammei. Il montaggio fa parte della regia, sostiene Fratter, ma lo diceva già Fellini, ed è giusto che il regista se ne occupi in prima persona se vuole conferire all’opera un’impronta d’autore.

Tutte le donne di un uomo da nulla è cinema d’autore senza ombra di dubbio, il tipo di pellicola che da un regista nato con l’horror intriso di citazioni e con il thriller ispirato al vecchio cinema di genere non ti aspetteresti. Fratter ama spiazzare: quando tutti facevano cinema d’autore, lui girava horror, mentre adesso che si parla di una probabile rinascita dell’horror italiano, lui si dedica al cinema impegnato.

La pellicola gode di un’ottima colonna sonora a metà strada tra il romantico e la tecno, curata da Massimo Numa e Valerio Ragazzini, ma pure di una bella fotografia bergamasca, curata da Franco Valtellina, tra la città vecchia e un suggestivo paesaggio lacustre.

Il tema centrale del lavoro è lo studio della figura femminile, che affascina da sempre Fratter, sia per scandagliare il suo animo misterioso che per scavare la psicologia e approfondire il rapporto con l’uomo.

Il regista mette la sua faccia in primo piano per interpretare un uomo da nulla, un inetto in balia delle donne, umiliato, mantenuto, deriso, uno che “come al solito deve essere salvato da una donna”. Il nome del protagonista – Paolo Nullo – è tutto un programma ed è simbolico quanto basta per mettere il detto sulla piaga: la debolezza dell’uomo che ha abdicato al ruolo maschile, lasciando la donna padrona del campo. Paolo è un perdente nato, un uomo inutile, comandato a bacchetta da donne mantidi che conducono il gioco in maniera perversa ed esasperante. L’uomo senza qualità di Robert Musil crediamo che sia il riferimento letterario più vicino al personaggio, anche se lo scopo del regista è criticare la società contemporanea. Fratter affronta il tema dell’incomunicabilità nella coppia, critica l’onnipresenza televisiva nella nostra vita e mette alla berlina i comportamenti maschili remissivi. Pure il tema della coppia, quasi sempre composta da un incube e da un succube, è molto approfondito. Tutte le donne di un uomo da nulla è un erotico psicologico perverso e patinato come li girava Joe D’Amato ai tempi di Lussuria e di Voglia di guardare. Alcune sequenze erotiche sul divano mi hanno ricordato La seduzione di Fernando di Leo con la bellissima Jenny Tamburi immortalata in pose provocanti. Fratter usa la consueta tecnica di softizzare l’hard che abbiamo già notato in altre pellicole e che era prerogativa di Joe D’Amato. In certe sequenze sembra di assistere a un porno tagliato e siamo portati a credere che esista una versione più spinta del solito prodotto. In ogni caso le sequenze erotiche sono ben girate e sono molto credibili, pure per merito delle belle attrici femminili. Luana Borgia è una presenza simbolo per citare il vecchio cinema hard, anche se interpreta un’attrice di fiction quarantenne che avrebbe girato un improbabile L’ultimo sapore della terra (l’allusione a L’ultimo sapore dell’aria di Ruggero Deodato è voluta?). Roger Fratter inserisce sequenze voyeuristiche che ricordano ancora una volta il cinema di Joe D’Amato, realizzando l’immedesimazione dello spettatore nel personaggio. Vengono inquadrati in primissimo piano gli occhi di Paolo (alla Sergio Leone) che scrutano nell’obiettivo le grazie acerbe di una bella studentessa da fotografare. Pure le parti oniriche sono interessanti a livello di puro cinema erotico, perché la bella attrice quarantenne tormenta i sogni dell’uomo da nulla che sogna di vederla nuda e di fare l’amore. La realtà non ha niente a che vedere con i sogni perché le umiliazioni si susseguono a ritmo frenetico, fino a portare Paolo alla convinzione di non valere niente. La studentessa sembra aprire un varco di luce nella sua triste vita e il regista insiste nel backstage fotografico che immortala la bellezza della ragazzina in pose provocanti. Per contrasto subito dopo vediamo sequenze bollenti con protagonista Luana Borgia, eccitante ex pornostar ancora molto bella, ma non più giovanissima.

Il finale è molto simbolico. L’uomo da nulla ha uno scatto di orgoglio e dopo aver fatto l’amore con l’amica psicologa trova il coraggio per ribellarsi ai suoi aguzzini. Non teme la moglie e le sue sfuriate, ma la possiede selvaggiamente in un amplesso furioso, finalmente tira fuori gli attributi e da succube si trasforma in uomo forte.

“Amore, è così che ti preferisco”, mormora la donna soddisfatta.

Pare chiaro il pensiero di Fratter: perché le cose funzionino a dovere nella coppia, l’uomo deve ritrovare il suo ruolo, mostrare decisione e determinazione; nella compagna non deve cercare una madre protettiva, ma un’amante. La pellicola è un erotico psicologico, a tratti perverso, che indaga le dinamiche di coppia, persino il sadomasochismo latente, per concludere che per avere un buon feeling erotico e una stabilità di coppia i ruoli devono essere definiti e l’uomo deve tornare a saper portare i pantaloni. A parte qualche pecca nella recitazione dei ruoli minori, la pellicola scorre piacevolmente, non è mai didascalica, ma trasmette il messaggio per immagini. Da vedere.

Roger Fratter ci ha detto: “Non ho voluto fare un film erotico e credo non lo sia perché i nudi sono veramente pochi e nemmeno lontanamente paragonabili a quelli dei miei precedenti film. Non era mia intenzione girare un film maschilista: le donne non sono tutte negative e comunque il mio messaggio non era quello di dire che vanno prese con la forza. I due personaggi femminili positivi – la ragazzina e la psicologa – sono donne compiute e niente affatto remissive, la prima rappresenta la purezza mentre la seconda è una donna in carriera tutta d’un pezzo (infatti è lei che domina nella scena sessuale). Gli uomini sono come sempre i peggiori. Paolo è veramente un perdente totalmente passivo, la moglie lo ama e non vuole fare altro che riaverlo come un tempo. In fondo la scena finale, a parte l’inizio, non è uno stupro. Diciamo che la presa di coscienza di Paolo Nullo è dovuta a un caso: il fatto di far l’amore con una vecchia amica e la decisione di vendere la macchina gli fanno compiere un cambiamento radicale di vita. Alla base della scelta non c’è una convinzione profonda, ma un motivo futile, che modifica una serie di rapporti. Paolo Nullo riconquista l’amore della moglie e si ribella agli aguzzini, ma lo fa solo per caso”.

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